Notte al museo – Il segreto del faraone: la nostalgia della Storia

Dopo un sequel sottotono, la saga ritorna a mettere in mostra i suoi punti di forza con un terzo capitolo divertente che ribadisce gli intenti ludici della serie. Un film impreziosito dall'ultima apparizione cinematografica di Robin Williams, a suo modo involontariamente poetica.

Proprio quando il museo vivente di Storia Naturale, ormai orgoglio di tutta New York, tocca il suo apice di popolarità, qualcosa va storto. Nel corso di un'importante serata di gala, i misteriosi poteri magici della tavola di Ahkmenrah, capace di ridare vita a statue, scheletri e diorami, si affievoliscono mettendo in pericolo la vita notturna dei cari amici di Lerry. L'unico modo per scoprire cosa si cela dietro questo strano fenomeno è fare ritorno laddove la tavola fu portata subito dopo il suo ritrovamento in Egitto: al British Museum di Londra.

Non c'è due senza tre

Anche se in piena linea di continuità con il suo diretto predecessore, Notte al museo - Il segreto del faraone non si autodefinisce come un terzo capitolo e, sull'esempio dei nuovi cinecomics, preferisce soffermarsi sulla sua missione principale attraverso un sottotitolo chiaro ed esplicito. In realtà questa presa di distanza non è certo casuale, considerando il risultato scadente di Una notte al museo 2: la fuga, episodio di dubbia qualità sia a livello scenico che narrativo, ridotto a carrellata carnevalesca di situazioni e personaggi sconnessi. Quest'ultima avventura recupera gli aspetti migliori di Una notte al museo attraverso una storia lineare e godibile; un buon intrattenimento sostenuto da effetti speciali finalmente curati, sketch esilaranti e una sequenza visionaria particolarmente efficace.

Rivolto ad un pubblico di giovanissimi, destinatari delle sequenze più spettacolari e frenetiche, il film ammicca agli spettatori adulti attraverso una carrellata continua di citazioni cinematografiche che spaziano da Stanley Kubrick a Steven Spielberg, arrivando persino a Dirty Dancing e rievocando situazioni familiari allo stesso Ben Stiller, che si ritrova, come in Mi presenti i tuoi?, di fronte ad un presunto figlio "illegittimo". Dopo un prologo in stile Indiana Jones che intende dare più ampio respiro alla mitologia su cui si basa la serie, Shawn Levy si riaffida a Stiller, sempre pronto a catapultarsi con passione dentro un film travestito da peripezie corali tra mondi e realtà storiche lontane, ma che nasconde sotto la sua teca un messaggio ben preciso.

La morale in mostra

Notte al museo - Il segreto del faraone: Dan Stevens e Ben Stiller in una scena del film
Notte al museo - Il segreto del faraone: Dan Stevens e Ben Stiller in una scena del film

Tra celebri personaggi medievali, mostri asiatici e un cameo a sorpresa molto divertente, Notte al museo - Il segreto del faraone riflette sul tema della paternità, inteso come percorso di crescita e cambiamento tra genitore e figlio, legato a doppio filo con il valore pedagogico della Storia. Così come Nick insegue suo padre Larry in quanto guida per il futuro, la Storia rappresentata da Teddy Roosevelt, Attila e compagni non va solo conservata, ma presa ed esempio come mezzo per arricchire la propria storia personale di consapevolezza e conoscenza. In questo senso il rapporto che lega Lerry ai suoi amici di cera riporta alla mente Andy e i suoi giocattoli di Toy Story, un'amicizia che mette in scena tutte le difficoltà del distacco dal passato e dai ricordi, eppure l'unica via per andare avanti, cambiare e crescere.

Presidente, mio Presidente

Notte al museo - Il segreto del faraone: una scena con Ben Stiller e Robin Williams
Notte al museo - Il segreto del faraone: una scena con Ben Stiller e Robin Williams

A rendere davvero nostalgico il tono di un film comunque spensierato, c'è quella che verrà ricordata ufficialmente come l'ultima apparizione di Robin Williams sul grande schermo. Grillo parlante e guida paterna nel corso di tutta la saga, il suo personaggio si congeda in un modo casualmente poetico attraverso un omaggio involontario all'attore e all'uomo, un commiato da un grande interprete che si iscrive in quel museo mai immobile e sempre vivo che è la storia del cinema.

Movieplayer.it

2.5/5