La stagione delle pellicole natalizie è ufficialmente iniziata e a fare da apripista ai numerosi titoli che si contenderanno il favore del pubblico e le vette del box office, dopo La cena di Natale e Un Natale al Sud, arriva l'ultima fatica di Luca Miniero: Non c'è più religione. Così, dopo i successi di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, il regista partenopeo riunisce la coppia formata da Claudio Bisio e Angela Finocchiaro per formare un terzetto, grazie al ruolo interpretato da Alessandro Gassmann, protagonista di una commedia multietnica corale dove la tematica natalizia è il pretesto per raccontare e smontare pregiudizi e luoghi comuni.
Tutto inizia in primavera, quando sulla piccola isola di Porto Buio, a nove mesi esatti dal Natale, iniziano i preparativi per il tradizionale presepe vivente. Usanza che rischia però di saltare dato che Lupo (Giuseppe Fiale), il Gesù Bambino titolare, è diventato un giovane adolescente con baffetti, brufoli e qualche chilo di troppo per entrare nella culla. Ecco che al neo sindaco Cecco (Claudio Bisio), visto che da anni sull'isola non nascano più bambini, viene l'idea di chiederne uno in prestito alla florida comunità di tunisini che vive a Porto Buio. Un'impresa complessa, dato che tra cristiani e musulmani isolani non scorre buon sangue, per la quale verrà aiutato da due vecchi amici: Bibal (Alessandro Gassmann), italiano convertito all'Islam, e Suor Marta (Angela Finocchiaro), ex interesse sentimentale di entrambi...
"Personal Jesus"
Nella pellicola i tre personaggi principali rappresentano altrettanti modi di vivere e confrontarsi con la religione. "Cecco è laico o forse anche qualcosa di più. É nato sull'isola ma ha vissuto al nord per molti anni", racconta Bisio in conferenza stampa, "Credo al suo sincero ottimismo, scambiato anche per opportunismo politico, che lo porta ad avere un rapporto di curiosità ed interesse culturale per l'altra comunità". Prende poi la parola Gassmann che vede Bibal come "un personaggio buffo che si diverte a giocare con i luoghi comuni e li usa anche per vendicarsi di un amico dal quale si è sentito tradito anni prima". A fare le veci di Angela Finocchiaro, impegnata in questi giorni a teatro, ci pensa invece il regista partenopeo definendo Suor Marta "un personaggio dalla doppia anima, un'integralista che ha nostalgia di un'amore mai vissuto". Ruoli, man mano che la narrazione va avanti, capaci di svelare qualche dettaglio in più sul loro passato e sulle motivazioni, apparentemente solo religiose, che li portano a scontrarsi. "La comicità nasce dai difetti, basti pensare a 'Il malato immaginario' di Molière", continua l'attore e comico milanese, "I nostri personaggi prendono forma anche da questo ma la bravura di Luca e degli sceneggiatori è stata quella di aggiungere delle sfumature di carattere che non li hanno resi macchiette".
Nel film sono numerosi i co-protagonisti che affollano la scena, da Giovanni Cacioppo nel ruolo di Aldo, barbiere/salumiere razzista, al vanesio Don Mario interpretato da Massimo De Lorenzo passando per Nabiha Akkari nei panni di Aida, moglie di Bibal e aspirante Madonna del presepe vivente. "Sulla pagina Facebook del film, sotto una clip che mostra una bimba araba lanciare il suo zainetto spaventando gli ospiti convinti si tratti di una bomba, ho notato molti commenti di nord africani che taggavano i nomi dei propri amici scrivendo divertiti 'Andiamo a vederlo?'", racconta l'attrice, "Dimostra che la comicità è universale e che esiste in tutte le comunità. La nostra è una commedia popolare che mostra come non siano le differenze ma la nostra incapacità di venirci incontro a creare barriere".
Condividere per resistere
La trama tratteggiata da Miniero insieme a Sandro Petraglia e Astutillo Smeriglia, oltre a farsi gioco di numerosi cliché mostra anche un'integrazione che, in parte, già esiste - "Durante una tournée in Veneto", ricorda Gassmann, "Ho conosciuto un parroco che ospitava sia funzioni musulmane che cattoliche" - ma che non ha pretese dottrinali o morali. "Il cinema, secondo me, può avere un punto di vista, un taglio, ma non un messaggio. Il film parla di tolleranza e conflitto e credo che sia necessario anche questo per l'integrazione. Qui si parla del trionfo della persona contro il trionfo delle etichette", precisa, il regista, "La mia non è commedia sociale ma un film comico sociale e in Italia siamo solo io, Checco Zalone e Ficarra e Picone a farlo". Riallacciandosi al tema dell'inclusione reciproca tra realtà differenti Nabiha Akkari ha concluso l'incontro stampa condividendo un ricordo personale riaffiorato durante la lavorazione del film: "Sul set non conoscevo molte cose relative al presepe perché non fa parte della religione con la quale sono cresciuta. Poi mi sono ricordata di mia madre e di quando siamo arrivati in Francia. Ha imparato la lingua grazie all'aiuto di alcune suore. Riprova di come la comunicazione tra comunità già esiste da tempo".