Le Top 10 di Netflix sono uno strano e ancora inspiegabile fenomeno. Una produzione non originale della piattaforma spesso "esiste" solo quando arriva sul servizio streaming e altrettanto spesso finisce immediatamente in Top 10, complice il rientrare in alcuni requisiti popolari. È così che New Amsterdam, il medical drama con protagonista Ryan Eggold, era finito abbastanza rapidamente in classifica quando arrivò su Netflix dopo la programmazione in chiaro su Canale 5 (dove tra l'altro sta per tornare con l'ultima stagione) un paio di anni fa. Ora la storia si ripete: nuove puntate arrivano a rimpolpare ulteriormente il catalogo della piattaforma rossa con la terza stagione, e il medical drama rimbalza prontamente nella Top 10. Qual è il segreto del suo successo e perché merita di essere visto?
1. Come posso aiutare?
Max Goodwin è non solo il medico ma anche il direttore sanitario che tutti vorremmo avere. Il suo motto "Come posso aiutare?" fa da fil rouge all'intera serie e da subito rompe gli equilibri del New Amsterdam, l'ospedale storico e pubblico di New York del titolo. Un po' come Ted Lasso, ha un metodo quasi favolistico nell'approcciarsi alla medicina che però non può che contagiare chiunque gli stia intorno, non solo i suoi sottoposti e i vari capireparto che sceglie personalmente ma anche chi sta ai piani alti e si occupa del consiglio d'amministrazione dell'ospedale e del budget come l'inizialmente diffidente Karen Brantley (Debra Monk). Sicuramente il carisma che ci ha messo Ryan Eggold, finalmente protagonista dopo ruoli meno al centro della scena, nei panni di Max è stato il valore aggiunto.
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2. There's No 'I' In Team
Non c'è spazio per l'io nella squadra di Max e infatti anche il medical drama funziona grazie a chi gravita intorno a quel direttore sanitario così particolare e speciale. Dalla dolcezza e determinazione dell'oncologa Helen Sharpe (Freema Agyeman che potreste aver già amato in Sense8 e Doctor Who), alla responsabile del pronto soccorso, agguerrita e con un passato familiare difficile alle spalle Lauren Bloom (Janet Montgomery), al chirurgo cardiotoracico dal grande cuore Floyd Reynolds (Jocko Sims) al sensibile e attento psichiatra Iggy Frome (un riuscitissimo Tyler Labine che può dar prova delle proprie doti drammatiche dopo quelle comiche), fino al neurologo a cui non sfugge nulla Vijay Kapoor (Anupam Kher) e alla dottoressa che utilizza il linguaggio dei segni Elizabeth Wilder (Sandra Mae Frank).
3. Storia vera
Quella della serie, anche se romanzata, è ispirata ad una storia vera, quella del medico molto simile a Max al centro del libro Twelve Patients: Life and Death at Bellevue Hospital di Eric Manheimer e di come il medico abbia trasformato nella realtà il posto di lavoro in uno degli ospedali pubblici più di successo e di speranza degli Stati Uniti e del mondo. Il motto di Max diviene ben presto il modus operandi dell'ospedale, dove in ogni stagione e in ogni episodio si deve combattere quotidianamente contro la burocrazia e l'attualità. Il Dr. Goodwin gira in camice e non in abito, non ha paura di sporcarsi letteralmente le mani coi propri pazienti, odia stare in ufficio e preferisce girare per i corridoi e i reparti del New Amsterdam dove può essere utile a chiunque, dipendenti e pazienti.
4. Non denuncia, ma speranza
Se The Resident denunciava il marcio del sistema sanitario americano, soprattutto quello privato, New Amsterdam vuole provare a dare spunti per risolverlo, soprattutto quello pubblico. Escamotage creativi e idee fantasiose per aggirare tutti i problemi e le lentezze burocratiche e provare a dare ai pazienti il miglior servizio pubblico possibile, non dimenticandosi mai dell'aspetto economico. Arrivata su Netflix in piena pandemia, forse era il momento giusto perché con tutto quello che stavamo vivendo e abbiamo vissuto in questi tre anni avevamo bisogno di riacquistare fiducia nella sanità. Una strada per un sistema migliore è possibile, basta impegnarsi tutti un po' nel proprio reparto, imparare a collaborare piuttosto che voler prevalere e farsi la guerra. Un comfort show che ti fa stare meglio dopo la visione e ti ridà fiducia nell'umanità, proprio come Ted Lasso.
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5. Cliffhanger al cardiopalma
Soprattutto nelle prime due stagioni, non mancano i colpi di scena eclatanti e i cliffhanger al cardiopalma che fanno sussultare sulla sedia i propri spettatori e offrono quell'intrattenimento medical che ha fatto la storia del genere, da E.R. a Grey's Anatomy, non dimenticandosi dell'aspetto amoroso e delle vite personali dei protagonisti, spesso legate a doppio filo con quanto accade in ospedale e in sala operatoria. Le emozioni sicuramente non mancano al New Amsterdam, anzi ne solo il cuore, tanto da far dire spesso ai personaggi "Che cos'ha questo posto?" facendo rispondere al direttore sanitario "A volte me lo chiedo anche io". Tutti per Max, Max per tutti.