Il paese in cui è stato visto di più il trailer di Baby, la seconda serie originale italiana prodotta da Netflix, è ovviamente l'Italia. Ma, subito dopo, vengono il Brasile e l'India. La grande rivoluzione portata da Netflix non è solo nel vedere contenuti di qualità praticamente ovunque e con un click, ma anche il fatto che i nostri prodotti possono essere visti, e apprezzati, in tutto il mondo. Un'apertura di mercato che, soprattutto per il nostro, fino a ieri era impensabile.
La presentazione romana di Baby del mese scorso è stata anche l'occasione di incontrare Kelly Luegenbiehl, Vice President of International Original Series for Europe and Africa di Netflix, e di parlare con lei delle strategie della piattaforma per quanto riguarda le serie. La strategia che punta sempre più chiaramente sull'aspetto glocal, produrre serie a livello locale che siano, per temi, qualità e originalità, globali, esportabili in tutto il mondo. Una strategia che sta pagando. E che sta dando soddisfazioni anche all'Italia. A febbraio sarà rilasciata la seconda stagione di Suburra, e anche Baby è stata confermata per la seconda stagione. Arriverà Luna Nera, una serie creata da Francesca Manieri (Il miracolo), Laura Paolucci (L'amica geniale) e Tiziana Triana, che racconta la storia di un gruppo di donne accusate di stregoneria nell'Italia del XVII secolo. Basata su un manoscritto di Tiziana Triana, la serie è prodotta da Fandango.
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Cosa significa un Netflix Original
Netflix Original ormai è un brand, un marchio di fabbrica. Quanto è importante, nella strategia di Netflix, il prodotto originale?
Ovviamente è servito a testimoniare il nostro brand negli Stati Uniti. Ma credo che significhi anche che noi possiamo essere la casa dello storytelling innovativo, un posto dove i talenti creativi possono prendersi dei rischi, provare cose nuove, avere l'opportunità di fare qualcos'altro. Quando vedo la scritta A Netflix Original per me significa libertà creativa e ispirazione dagli storyteller.
Quando è stato il momento in cui Netflix ha deciso di investire in prodotti locali?
È stato tre anni e mezzo fa. Abbiamo prodotto la prima serie in Messico, Club de Cuervos, la storia di un fratello e di una sorella che prendono in mano una squadra di calcio messicana. È stata un enorme successo in Messico. Ed è stato il primo segnale da cui abbiamo capito che il pubblico nei mercati locali volesse vedere prodotti pensati specificamente per loro. Circa un anno e mezzo dopo abbiamo lanciato il primo Netflix Original in Brasile, 3%, che è stata la prima serie che ha iniziato a viaggiare. E allora abbiamo capito che non erano solo i mercati locali ad essere interessati ai loro prodotti, ma che anche i mercati di tutto il mondo potessero essere interessati a guardare serie internazionali, e non solo quelle provenienti da Hollywood e a quelle locali.
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Netflix e i prodotti locali
Cosa cerca Netflix quando si avvicina a un prodotto locale, cosa vuole trovare in una serie italiana, spagnola o tedesca?
La cosa più importante per noi è che siano molto molto specifiche, e autentiche rispetto alla cultura locale. La cosa che rende gli americani, o i giapponesi, o i tedeschi più interessati a uno show in arrivo da un altro paese è il fatto che sia caratteristico. E stiamo vedendo che il più specifico è, più universale diventa. E più inizia a viaggiare in tutto il mondo.
Cosa le piace dei prodotti italiani, come Suburra e Baby?
Amo queste serie perché vanno molto in profondità per quanto riguarda i personaggi. In tutti i personaggi di Suburra e di Baby puoi vedere il bene e il male. Non vogliamo mostrare una versione perfetta di quella che è l'Italia, o di quella che è la vita in Italia, vogliamo mostrare la verità e l'onestà di questi personaggi. C'è un'anima molto emozionale in entrambe le serie, che credo entri in contatto con il pubblico italiano.
Cosa vi aspettate da un prodotto italiano? Cosa pensate debba avere, prima di leggere un soggetto?
Quello che ci aspettiamo, quando qualcuno ci propone un'idea, è un punto di vista che sia molto forte. Un forte desiderio di raccontare la propria versione di una storia. E amiamo il fatto che sceneggiatori e registi portino una voce originale alla storia. Questo è quello che cerchiamo. E cerchiamo anche idee che non abbiamo mai sentito prima, e idee che, come Baby, crediamo non avrebbero una casa, se non fosse Netflix.
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Serie europee: la competizione alza il livello
Cosa sono le cose che amate di più nelle varie produzioni, come le serie spagnole, le tedesche, le nordeuropee?
Credo che siano tutte a loro modo uniche, diverse dalle altre, speciali. Credo che quello che le contraddistingue tutte sia una qualità molto alta nello storytelling. Il livello produttivo è stupefacente, la recitazione è ai massimi livelli. E ci piace il modo in cui vengono raccontate le storie: sono piene di sorprese, di colpi di scena, di svolte narrative. Di cose che ti farebbero andare avanti a vederle tutta la notte. Spero che la gente finisca di vedere Baby in un colpo solo... Credo che tutte quante, messe insieme, stiano portando a un grande momento per la serialità europea.
Crede che il livello delle serie europee si sia alzato dopo l'ingresso in campo di un player come Netflix?
Credo che la competizione sia una grande cosa, e che ci spinga ad essere sempre migliori. Nel senso di essere sempre migliori nel prendersi dei rischi, e in termini di livelli di qualità. Ogni serie spinge la successiva a essere migliore. E, tra i creatori delle serie che lavorano con noi in tutta Europa c'è sempre un po' di curiosità e di competizione: ognuno vuole sapere che cosa sta facendo l'altro...
Come stanno andando i Netflix Original europei nel resto del mondo? Come reagisce il mercato americano a prodotti come Suburra?
La cosa eccitante è che stiamo vedendo che il pubblico di tutto il mondo ama queste serie. Prendiamo ad esempio Dark, la serie tedesca: il 90% delle visualizzazioni arriva da fuori Germania. Questo è davvero interessante: è stato un grande successo in Germania, ma vedere il livello delle visualizzazioni che vengono dagli altri paesi è emozionante. Prendiamo il trailer di Baby: il paese in cui è stato visto di più è l'Italia, ma poi viene subito il Brasile, e poi l'India. Questo vuol dire che c'è interesse per le serie italiane nelle altre parti del mondo. Vuol dire che in India potrebbero amare Baby, e questo è fantastico.
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In arrivo Luna nera e The Winx Club. E La casa di carta...
Quali sono le prossime produzioni italiane in arrivo?
Nel 2019 inizieremo la produzione di Luna nera, che combina elementi storici con elementi di fantascienza, è una storia di streghe ma anche di empowerment femminile. Siamo ansiosi di vederla realizzata. Ci sarà una serie ispirata a The Winx Club, sarà una serie young adult live action che porterà la magia nel mondo reale. E altre serie che tra poco annunceremo.
Netflix ha siglato anche un accordo con Alex Pina e il team de La casa di carta. Come lavorerete con loro? Álex Pina sta lavorando alla nuova stagione de La casa di carta e a un nuovo progetto.
Qual è, secondo lei, la chiave del successo de La casa di carta?
Ce lo siamo chiesti spesso. Vedere qualcosa esplodere a livello globale è qualcosa di entusiasmante. Credo che il successo de La casa di carta sia nei suoi grandi personaggi, nel fatto che sia divertente. E nel fatto che la gente ami le storie degli "underdog", dei perdenti. È un po' la storia di Robin Hood. È una combinazione: ci sono le maschere, la musica...
La canzone più importante è una canzone italiana...
Bella Ciao è una suoneria in tutto il mondo ora!