Narcos sta per tornare su Netflix con una nuova stagione, la quarta. In Narcos: Messico l'azione si sposterà dalla Colombia al Messico in una sorta di prequel che narrerà la trasformazione dei campesinos di Sinaloa in narcotrafficanti e la nascita del cartello di Guadalajara. Un cast nuovo di zecca, capitanato dalla coppia formata da Michael Peña e Diego Luna, ci attende su Netflix dal 16 novembre. Nell'attesa i due divi sono approdati a Lucca Comics & Games, ospiti dell'Area Movie, per lanciare lo show in Italia.
In Narcos: Messico Diego Luna interpreta il narcotrafficante messicano ed ex poliziotto Félix Gallardo, futuro capo del cartello di Guadalajara, mentre Michael Peña è l'agente della DEA Kiki Camarena, che prova a debellare il cartello. L'entusiasmo dei due attori per il Lucca Comics è alle stelle. "Sono stato al San Diego Comic-Con" ci confessa Michael Peña "ma niente è come Lucca. Ho frequentato il Comic-Con per presentare Ant-Man, ma un film è comunque un'esperienza che si conclude. In questo caso faccio parte del cast di una serie molto nota iniziata in Colombia, il nostro è un nuovo capitolo". Diego Luna va dritto al punto: "In un festival è tutto basato sulla critica, è di loro che ti preoccupi quando presenti il tuo film, li vuoi incantare. E poi è basato sul mercato, vai a un festival per vendere il tuo film. Lucca Comics, invece, è un evento dedicato ai fan, ti ricorda che il cinema è basato sul pubblico e questo è fantastico".
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Un approccio morale contro la spettacolarizzazione del crimine
Le prime due stagioni di Narcos si sono rivelate un successo travolgente. La figura di Pablo Escobar ha affascinato il pubblico di ogni parte del mondo tanto che alcuni si sono chiesti quanto la parabola di Escobar rischiasse di trasformarsi in mitizzazione del celebre criminale. Questo non accadrà in Narcos: Messico, ce lo assicura Diego Luna che ha un'opinione ben precisa al riguardo: "Ci sono tante opere che glorificano la vita dei criminali, ma non possiamo buttare tutto nello stesso calderone. È sbagliato raccontare i criminali come eroi, non farei mai parte di un progetto di questo tipo. Ma l'arte parla di come siamo lacerati e questa è la parte interessante. Quando ho visto Quei bravi ragazzi ho amato il film, ma non ho messo nessuno degli amici nel bagagliaio della macchina. Dipende dal punto di vista, e quello di Narcos è terrificante, mostra la corruzione del sistema, svela quante siano le persone coinvolte nel traffico di droga. Il sistema è fottuto e la colpa è del governo e dei militari, sia messicani che americani, che hanno favorito il narcotraffico". Sul tema Michael Peña aggiunge lapidario: "Prima sono nati i narcos e poi la nostra serie tv. L'arte imita la vita e il nostro show racconta una storia vera".
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Il mestiere dell'attore in Narcos
Grazie a Narcos, le carriere internazionali di Wagner Moura e Pedro Pascal hanno preso il volo. Ben più noti sono i nomi del messicano Diego Luna, visto di recente in Rogue One: A Star Wars Story, e di Michael Peña, che ha tanti titoli famosi alle spalle ed è una delle star del Marvel Cinematic Universe. I due attori si sono approcciati ai loro ruoli con umiltà e serietà, ma senza preoccuparsi troppo delle tre stagioni precedenti. "Quando ho parlato col regista, mi ha spiegato che Narcos: Messico sarebbe stato un capitolo completamente nuovo, non mi sono preoccupato di cosa c'era stato prima. La parte di Kiki Camarena era molto intrigante, mi sono documentato il più possibile, è stata una sfida eccitante anche perché tutto ciò che è stato scritto su di lui è post-mortem, prima non aveva molto credito. Ho dovuto colmare i vuoti. Sono felice anche perché con lo show il pubblico potrà scoprire tanti attori messicani fantastici". "Io sento molto la pressione per questo ruolo" ammette Diego Luna, "ma cerco di non paragonare il mio lavoro a quello degli altri. Sarebbe un approccio sbagliato, con la quarta stagione torniamo indietro nel tempo e raccontiamo cosa accade in parallelo in Messico, è una sfida. Voglio che i fan amino Narcos ancora di più, da messicano volevo raccontare una storia che trovo importante perché ciò che accadde all'epoca è fondamentale per comprendere gli attuali rapporti tra Messico e Stati Uniti".
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Realtà o fantasia?
Nel tempio del fantasy di Lucca Comics & Games viene spontaneo chiedere a Michael Peña e Diego Luna se preferiscono interpretare film realistici o di genere fantastico. Michael Peña ammette di non aver problemi a passare da un genere all'altro: "Con Marvel ho sentito molta pressione, la sfida era interpretare un personaggio sopra le righe come Luis dandogli credibilità. Quando reciti in un dramma vuoi inserire un pizzico di humor per creare un equilibrio. Un attore, egoisticamente, vuole sperimentare tutto. Però mi piace recitare con altri attori, nelle grosse produzioni spesso ti trovi a lavorare con una pallina da tennis". "È difficile dire se sia più semplice recitare in un film fantastico o naturalistico" aggiunge Diego Luna. "In Rogue One interpretavo un personaggio molto vicino a me, un cittadino che lotta per ottenere giustizia. In Narcos interpreto un personaggio che è quanto di più lontano ci sia da me, è come un film di fantascienza. Le sue interviste, le sue azioni delineano una persona cattiva, ma io ho cercato di dargli delle motivazioni, creare un personaggio tridimensionale".
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Dalla Colombia al Messico, la guerra continua
Durante la fase di location scouting della quarta stagione di Narcos uno dei collaboratori, Carlos Muñoz Portal, è stato trovato morto nel bagagliaio della sua auto, crivellato di colpi. Ucciso proprio come i personaggi dello show. Diego Luna ricorda bene l'episodio anche se non era ancora stato scritturato: "È successo in pre-produzione. Conoscevo Carlos, è stata una notizia terribile. Ho accettato di lavorare nello show pur sapendo cos'era successo perché non c'entra niente con la serie, è un riflesso di ciò che accade nel mio paese. La guerra alla droga che si combatte fa centinaia di vittime ogni anno. Per fermarla occorre che il pubblico sappia cosa accade in Messico ed è a questo che serve la serie. Dobbiamo raccontare questa storia, vorrei che i consumatori di droga europei si chiedessero da dove arriva la roba perché siamo tutti interconnessi."
Per cercare di arginare il fenomeno del narcotraffico, la risposta del Presidente Donald Trump è stata quella di una maggior chiusura e dell'invio delle truppe a protezione del confine. Diego Luna, da sempre impegnato politicamente per combattere i mali del suo paese, commenta amaramente: "Io vivo in Messico, attraverso il confine due o tre volte al mese. Trump si preoccupa delle persone e delle cose sbagliate. Ma è preoccupante ciò che accade nel mondo, non solo in Messico, la società si sta polarizzando e questo è molto pericoloso. Dobbiamo combattere per unirci agli altri, il cambiamento spetta ai cittadini, non ai politici". Michael Peña sembra meno interessato a parlare di politica, ma riferendosi a Trump ammette che "la sua retorica ha appeal su una fazione di americani, ma spesso non corrispondo fatti. Ha promesso un muro, ma per ora non è accaduto". Guardando al futuro, sembra che una serie come Narcos, che contiene una forte denuncia nei confronti del sistema corrotto, sia necessaria anche in futuro. Ma la decisione non spetta alle star dello show, come specifica Diego Luna: "Se questa stagione vi piacerà, avrò un lavoro ancora a lungo, ma tocca al pubblico scegliere".