Narcos: Messico 3, la recensione: Un’ultima stagione che non lascia indifferenti

La recensione di Narcos: Messico 3, la stagione conclusiva della serie dedicata al mondo del narcotraffico messicano.

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Narcos: Mexico 3: una foto della serie Netflix

Con l'arrivo di Narcos Messico 3 avevamo il timore che, come accaduto con la morte di Escobar nella seconda stagione della serie madre, anche in questo caso - con l'uscita di scena del Felix Gallardo interpretato da Diego Luna - i nuovi (ed ultimi, secondo quanto annunciato) episodi sarebbero stati meno coinvolgenti di quelli precedenti. Come vedremo in questa recensione di Narcos: Messico 3, da una parte è così, le numerose sottotrame che si intrecciano nel corso della serie tendono a disperdere l'attenzione dello spettatore non catturandolo sempre fino in fondo, dall'altra, però, l'abilità dell'autore Carlos Bernard nel portare sullo schermo una realtà stratificata e complessa come quella del narcotraffico messicano durante gli anni Novanta, raccontando al tempo stesso la corruzione delle autorità locali e il tentativo (spesso vano) della DEA di tarpargli le ali, riesce a trasportare chi guarda in un mondo fatto di violenza estrema ma personalità dall'incredibile carisma, da cui è quasi impossibile distogliere lo sguardo.

Morto un re se ne fanno altri

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Narcos: Mexico 3: una scena della serie Netflix

La fine dell'impero di Gallardo ha chiuso la precedente stagione e questa terza si apre quindi con un necessario riassestamento di equilibri. I poli di potere sono diversi ed in contrasto tra loro: da una parte la famiglia Arellano ha ancora il controllo della strategica Tijuana - la serie si apre con il matrimonio di Enedina (Mayra Hermosillo), accompagnata dai fratelli Benjamin (Alfonso Dosal) e Ramon (Manuel Masalva) -, dall'altra Amado Carrillo Fuentes (Jose Maria Yazpik), che si trova presto a capo del cartello di Juarez e cerca di espandere i suoi affari guidato da alcune sue intuizioni davvero rivoluzionarie, e "El Chapo" Guzman (Alejandro Edda) ed i suoi, che provano a ritagliarsi a fatica uno spazio maggiore nel commercio di cocaina. A cercare di mettergli i bastoni tra le ruote troviamo ancora una volta l'agente della DEA Walt Breslin (Scott McNairy), ma anche uno dei pochi giornali non corrotti di Tijuana, La Voz, che vorrebbe smascherare i legami tra i potenti della politica locale e nazionale con i narcotrafficanti. In particolare seguiamo la giovane giornalista Andrea (Luisa Rubino), che sceglie di mettere la sua integrità professionale e la sete di verità e giustizia di fronte a tutto. Infine, acquista pian piano importanza anche la storia di un poliziotto di Juarez, Victor Tapia (Luis Gerardo Mendez), che si trova ad investigare su una serie di donne scomparse, mettendo in luce uno dei problemi che affliggono le regioni messicane di confine: i femminicidi.

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Narcos: Mexico 3: un momento della terza stagione della serie Netflix

Tante storie e tanti personaggi

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Narcos: Messico, uno scatto tratto dalla terza stagione

Come dicevamo - e come avrete potuto dedurre dalle brevi premesse che vi abbiamo fornito sulla trama - le storyline che si intrecciano in Narcos: Messico 3 sono davvero numerose, cosa che da una parte tende a distrarre lo spettatore, soprattutto se non ha freschi i ricordi di quanto accaduto nelle stagioni precedenti. I personaggi che si danno il cambio sullo schermo sono molti, e non sempre è facile seguire le vicende che li hanno come protagonisti: i primi episodi, per questa ragione, richiedono un certo esercizio di pazienza da parte di chi guarda. Detto questo, però, la trama si fa man mano più interessante, e ci troviamo ad essere trascinati e coinvolti sempre più nel mondo di Amado Carrillo Fuentes, dei fratelli Arellano e del Chapo, ma anche dei poliziotti della DEA, dell'esercito e della polizia, a volte particolarmente dediti al loro mestiere altre facilmente corruttibili. Gli interpreti, in particolare Yazpik e McNairy, che già si erano fatti notare nella stagione precedente, ma anche i "nuovi arrivati" Luisa Rubino e Luis Gerardo Mendez, risultano sempre particolarmente convincenti, sopratutto quest'ultimo, capace di dare vita ad un poliziotto costretto a ricorrere a piccoli crimini per arrivare alla fine del mese che si trova all'improvviso a "combattere" con una realtà - quella dei femminicidio a Juarez - molto più grande di lui.

Un'ultima stagione che colpisce

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Narcos: Mexico 3: una scena della serie Netflix

Quest'ultima stagione di Narcos: Mexico, pur prendendosi il suo tempo per mettere in tavola tutte le sue carte, risulta come le precedenti ben scritta e sviluppata, riuscendo nei suoi dieci episodi a toccare molti temi diversi: la corruzione - da quella della polizia a quella dei grandi poteri al comando - come problema endemico del Messico, in parte responsabile di far prosperare realtà criminali come quella del narcotraffico, ci parla di povertà e di ambienti tossici in cui crescere, di come i rappresentati di un certo tipo di criminalità vengano idolatrati, soprattutto dai più giovani, ma anche di libertà di stampa e di femminicidio. Insomma, la serie creata da Carlos Bernard riesce a creare un ritratto ricchissimo e multisfaccettato della realtà politica, culturale e sociale del Messico di quegli anni, raccontando però anche com'era il mondo al di là della frontiera, dove da una parte si cercava di combattere il traffico di droghe e dall'altra, però, la richiesta di cocaina si faceva sempre più alta.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Narcos: Messico 3 sottolineando come l’ultima stagione della serie di Carlos Bernard costituisca un’ottima conclusione per la serie. Molte storie, molti personaggi e molti temi, che inizialmente potrebbero un po’ confondere lo spettatore ma che poi lo catturano irrimediabilmente.

Movieplayer.it
3.5/5

Perché ci piace

  • La storia è ricca e coinvolgente.
  • La varietà di temi trattati.
  • Il cast all’altezza, in particolare Jose Maria Yazpik, Scott McNairy e i “nuovi arrivati” Luisa Rubino e Luis Gerardo.
  • Alcune storyline sono molto interessanti.

Cosa non va

  • La storia ci mette un po’ ad ingranare e le numerose sottotrame potrebbero confondere un po’ lo spettatore.
  • Peccato che sia l’ultima stagione.