L'uomo è l'auto, un legame nato subito, fin dall'apparizione delle prime quattroruote che ha dato vita a un binomio in molti casi inseparabile. Lo vediamo nei film, lo viviamo giorno dopo giorno nella quotidianità: al netto dell'utilità pratica, per molti una vera necessità, in molti casi l'auto rappresenta la libertà e l'indipendenza, l'opportunità e il sogno. Un fenomeno dal quale non è escluso il nostro paese, che ha sviluppato piuttosto un legame particolare e passionale, antico e profondo, con il mondo delle automobili.
Un legame che ci racconta Marco Spagnoli nel suo documentario Motori ruggenti, prodotto dalla The Walt Disney Company Italia e distribuito per due giorni, il 25 e 26 luglio, anticipando l'arrivo di Cars 3 che arriverà nelle sale dopo le vacanze, il 14 settembre. D'altra parte il legame con la serie di film della Pixar è chiaro fin dal titolo del documentario, oltre ad essere giustificato dalla popolarità raggiunta dalle auto protagoniste della storia, veri idoli dei più giovani tra gli amanti di auto nostrani.
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Storia di una passione
La ricostruzione di Spagnoli è precisa e puntuale, costruita con brio e tracciata su una strada dal denominatore comune: la passione. Proprio questa emerge nelle tantissime testimonianze dirette dei protagonisti del mondo dell'automobile, tra interviste e materiali di repertorio provenienti, soprattutto, dall'Archivio di Quattro Ruote e quello dell'Istituto Luce. Eppure Spagnoli ci tiene a sottolineare come il sentimento sia venuto fuori, sempre e comunque, in modo spontaneo da parte degli intervistati, da John Lasseter, creatore della Pixar e di Cars, ed il regista del terzo capitolo della serie Brian Fee ai nostrani Matteo Rovere e Matilda De Angelis di Veloce come il vento, Alessandro D'Alatri, Daniele Vicari, Fabio Troiano e Edoardo Leo.
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Testimonianze che i presenti alla conferenza di lancio del film hanno potuto confermare: "Quella per l'auto è una passione ereditata da mio padre," ha ricordato Giancarlo Fisichella che ha spiegato: "Non era un pilota, ma un grande appassionato di tutto ciò che aveva un motore. Sono stato fortunato a poter realizzare questo sogno che avevo fin da bambino." Non diverso il tono del racconto della campionessa di rally Prisca Taruffi, figlia del pilota Piero: "Anche se sono nata dopo l'ultima corsa di mio padre, è una passione che ho nel sangue fin da bambina" Una passione che non si concentra solo in quello che viene identificato in Motori Ruggenti come il triangolo dell'auto in Italia, ovvero tra Milano, Torino e l'Emilia, ma da tutto un paese che ha fatto dell'affezione per le quattro ruote un elemento cardine.
Dalla 'Topolino' a Saetta McQueen
"L'automobile rappresenta il paese" ha spiegato lo storico Federico Paolini, autore di numerosi saggi sull'argomento, sintetizzando quanto raccontato da Spagnoli con immagini suggestive della nostra storia su ruote, dai primi prototipi ai grandi traguardi, dalla Mille Miglia alla Formula 1, "anche nelle sue contraddizioni. Non siamo molto bravi a parlare di noi, ma capaci di fare cose che restano." E i marchi automobilistici italiani sono tra i più popolari al mondo, non solo tra Ferrari e Maserati per una certa tipologia di auto, ma anche nella più popolare Fiat che ha saputo rivoluzionare il mercato delle auto nel nostro paese, a cominciare dal lancio della 500 A nel 1936, la cosiddetta Topolino che ha rappresentato l'inizio della motorizzazione di massa in Italia. Un nome disneyano che ha permesso a Spagnoli di sottolineare l'avvio di un legame con il mondo di Walt Disney che è arrivato poi ai giorni nostri con la popolarità dei personaggi di Cars, rendendo Saetta McQueen il modellino d'auto più venduto di tutti i tempi in Italia. "Ho lavorato come doppiatore in tantissimi film, ma alla fine quello che ha contraddistinto la mia carriera," ha spiegato la voce italiana di Saetta Massimiliano Manfredi, "è l'aver doppiato il personaggio di un cartone animato."
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Prolungamento di se stessi
Un punto su cui Motori ruggenti si sofferma è quello della natura del legame tra noi e la nostra auto, un prolungamento di noi stessi che si esalta nei momenti in cui l'auto viene spinta al massimo. "Cerchiamo sempre di avvicinarci al limite, ma senza oltrepassarlo perché in quel caso arrivano paura e guai" ha spiegato la Taruffi, mentre Paolini esprime ammirazione per chi sa gestire la velocità, "ma senza sfidarla". Lo stesso Spagnoli ha raccontato di esser stato in pista insieme ad un pilota ed essersi reso conto di non aver mai veramente guidato in vita propria. Ma è anche nella vita quotidiana, e non solo in pista, che il legame uomo-macchina si evidenza, come sottolinea in Motori ruggenti Lasseter nel raccontare l'ammirazione che vedeva per le strade italiane al passaggio di una bella auto. Un legame che Paolini spiega così: "Si tende ad autorappresentarci attraverso l'automobile" identificando in questo aspetto la fatica che un fenomeno come il car sharing fa nel nostro paese, aggiungendo che "non accettiamo di guidare un'auto che non ci appartiene". È un segmento interessante del documentario di Marco Spagnoli che in chiusura fa una panoramica dei possibili sviluppi del mondo dell'automobile e delle sue evoluzioni presenti e future. Se il car sharing si sta affermando soprattutto per la sua comodità, resta la grande spinta verso la libertà che l'auto rappresenta, soprattutto nei paesi di più recente industrializzazione e sviluppo, dove c'è una corsa a possedere un mezzo proprio. Una spinta che nel nostro paese è ancora presente, ma si è naturalmente evoluta.