Monica Bellucci, una 'gitana solitaria' a Taormina

Abbiamo incontrato l'attrice e modella a Taormina, per parlare con lei del suo approccio al lavoro, di una terra alla quale deve tantissimo come la Sicilia, e dei suoi nuovi progetti.

Banale definirla bella, così banale che lei neanche ci crede più. "Ritengo sia un tic dei giornalisti, ormai: continuano a scrivere della mia bellezza, ma secondo me è solo per abitudine". A parlare è Monica Bellucci, una che di fascino se ne intende, soprattutto perché - ed è lei stessa ad ammetterlo senza riserve - ci ha costruito sopra una carriera. Non solo di modella, ma soprattutto di attrice. E' stata diretta dai più grandi registi nazionali e internazionali (giusto per fare qualche nome: Giuseppe Tornatore, Marco Tullio Giordana, Terry Gilliam, Francis Ford Coppola), e oggi, forte di queste esperienze, è ancora più insaziabile: "Sono curiosa di vedere che ruoli mi proporranno d'ora in poi, con l'età tutto diventa più interessante".

Qui al Taormina Film Fest ha dichiarato che deve tantissimo alla Sicilia, ci spiega meglio in che senso?
Trovo sia una terra di grandi talenti, come Tornatore, grazie al quale ho passato cinque splendidi mesi a Siracusa per Malena, ma anche come Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che sono due geni della moda e due grandi amici. La Sicilia è una terra che sicuramente ha dei problemi come tutta l'Italia, ma ha anche tanti talenti veri.

Da chi vorrebbe essere diretta, oggi, Monica Bellucci?
La lista dei registi e gli attori con cui vorrei lavorare è grandissima. Non ho mai chiamato un regista in vita mia, non uso farlo, forse perché mi piace troppo quando un regista mi chiama per un ruolo che non avevo neanche immaginato. E sono stata molto fortunata in questo senso, ho trovato registi che hanno saputo proteggermi e rendermi sicura, mi piace essere la musa di artisti che stimo e sanno quello che vogliono.

In base a cosa sceglie i ruoli che le propongono?
Il mio è un lavoro fatto di passione e istinto, in genere scelgo un personaggio perché voglio raccontarlo, al di là del minutaggio che ha all'interno del film. Non mi interessa apparire due ore o dieci minuti, mi piace lavorare con un regista e far parte del suo mondo. Non so proprio cosa farei se non fossi un'attrice, chissà, magari sarei finita a fare la ladra. Sarei perduta, è un mestiere che trovo meraviglioso.

Com'è stato recitare con un attore del calibro di Robert De Niro?
A parte che come uomo lo trovo affascinante, ma poi è il professionista che tutti conosciamo ed è tanto più ammirevole per la sua umanità: è una persona molto semplice, e questo è più importante del divismo perché il talento non basta, serve una buona dose di umanità per essere davvero un grande attore, secondo me.

Recitare con il corpo è un'arte che non le è mai stata estranea, come si coniuga con la sua riservatezza caratteriale?
Ogni volta ho paura, non so cosa succederà, quando sono davanti alla macchina da presa capisco che devo andare al di là della timidezza, lanciarmi e dimenticare tutto, senza riserve. Non è facile, anzi ho visto persone tremare di fronte alla cinepresa. E sì, è vero, sono molto timida nella vita, nello schermo invece riesco a fare cose anche con il mio corpo, come giustamente dice lei. Io ho usato molte volte la nudità come espressività: utilizzo il mio corpo, nudo, vestito, steso, in piedi, come uno strumento, come un pianista con il suo pianoforte.

La qualità di attrice che si riconosce maggiormente?
Lavorare con le emozioni: piangere sullo schermo è una cosa che mi riesce benissimo, più lavori con le emozioni più ti si apre il 'plexus'. Posso dire una cosa? Viaggiando anche su set stranieri, mi pare che per un uomo sia più difficile piangere. Per il resto, recitare è un lavoro di grande solitudine: sul set o su un palco sei da solo con te stesso, con le tue paure, è un lavoro da gitani solitari. E al tempo stesso è un lavoro di squadra, la troupe è una famiglia con cui vivi per mesi e ognuno deve aiutare l'altro, è bellissimo.

Ci anticipa i suoi prossimi progetti?
Ho appena girato un film con Bahman Ghobadi, dove interpreterò una donna iraniana. Poi volerò in Brasile tra qualche mese, per lavorare in coppia con mio marito Vincent Cassel, sul set di Kim Chapiron. Abbiamo un sacco di progetti insieme io e Vincent, a dire la verità, mi piace molto lavorare con lui, così litighiamo meglio. C'è un bello scambio, è un attore che stimo molto, e poi così ci vediamo ogni tanto. Soprattutto questo.