Dimenticatevi la Mia Dolan di La La Land. La Emma Stone che entra in scena in Maniac, la serie tv in streaming su Netflix, è totalmente l'opposto. Fisicamente, e nell'animo. Non è la ragazza sognatrice e carica di passione decisa a diventare un'attrice. La sua Annie Landsberg è profondamente depressa, con i sintomi del disturbo borderline, abusa di psicofarmaci, ha una situazione familiare che non riesce a superare. Anche nell'aspetto fisico è completamente diversa: il volto diafano, pallido, slavato, senza alcun trucco. I capelli sono biondi, chiarissimi. Anche Jonah Hill è molto diverso da come siamo stati abituati a vederlo finora. Anche nel suo caso, Maniac lo porta agli antipodi dai personaggi interpretati fin qui. Quel ragazzo sovrappeso dai capelli ricci e incontrollabili non c'è più. Jonah è sensibilmente dimagrito, i capelli sono più corti e tenuti a bada dal gel. Il suo Owen Milgrim è il quinto figlio di una dinastia di imprenditori di New York. E soffre di schizofrenia. Come abbiamo spiegato anche nella nostra recensione di Maniac, i due si incontrano per un esperimento: tra medicina e computer, è allo studio una nuova cura, che promette di curare tutti i disturbi mentali, senza alcun effetto collaterale.
Emma Stone, tra i Fratelli Coen e Margot Robbie
Ma quella Emma così diafana e slavata è solo il punto di partenza. Da un lato, per ammissione dello stesso Cary Fukunaga, regista di Maniac, riprende il personaggio tossico di Birdman. Dall'altro è una tela bianca su cui l'attrice riuscirà a dipingere ogni tipo di colore. Anche il cappotto cammello con cui attraversa le prime due puntate viene sostituito da una sorta di camice, una divisa grigia, quella della sorta di "ospedale/astronave" dove ha luogo l'esperimento. Un look perfetto per iniziare a dipingere. Perché, nella cura al centro della storia, ogni pillola è un viaggio, ogni viaggio un mondo, e ogni mondo un personaggio. Prendiamo il quarto episodio, in cui viene catapultata in un'America di provincia, in quello che potrebbe essere un film dei Fratelli Coen: Emma Stone si trasforma nella classica bambola americana, bionda e riccia, il trucco pesante e i jeans, e quel modo di masticare la gomma che rende subito volgare il tutto. Ricorda un po', anche se i toni sono meno estremi, la Margot Robbie di Tonya. Come lei è capace di serrare quelle labbra per ringhiare al prossimo. Ma anche di increspare le labbra incuriosite, aprirle appena in un sorriso ironico.
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Tra Veronica Lake e La La Land
Ma è solo un momento. Perché Annie/Emma rientra dal suo sogno, o dal suo viaggio, per entrare subito in un altro. Il quinto episodio, dove è una ladra alla ricerca di un prezioso manoscritto del Don Chisciotte di Cervantes (uno dei numi tutelari della serie), la vede scintillante, luminosa: gli occhi verdi ora risaltano, e i capelli biondi sono pettinati da un lato, con un'acconciatura che ricorda Veronica Lake. Perfetta per diventare la dark lady di un noir, per muoversi in un film giallo con toni da commedia, come in certi film di Woody Allen. E con uno sprazzo di musical e di ballo che, per pochissimi secondi, riporta Emma Stone nei panni della Mia Dolan di La La Land. Ma è davvero un attimo. Ed Emma Stone sarà da un'altra parte...
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Come Cate Blanchett ne Il Signore degli Anelli
Dopo essere passati per un attimo nel laboratorio dove si svolge l'esperimento e, nell'episodio VII, ci troviamo all'improvviso in un film fantasy. E la Annie di Emma Stone diventa una principessa degli Elfi. Con lei c'è la sorella, nervo scoperto dei suoi problemi e dei suoi disturbi. Ed è ancora un'altra svolta. Gli occhi sono bistrati di blu, e fanno risaltare ancora di più l'azzurro delle sue pupille. I capelli sono lunghi e biondi, come la Galadriel di Cate Blanchett ne Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello, e, ovviamente, ci sono le orecchie a punta. Sia chiaro: i nomi che stiamo facendo sono dei punti di riferimento. Il lavoro di Emma Stone non è mai quello di una copia, ma è un'interpretazione nuova. Riesce a prendere dei modelli, dei canoni estetici, per rileggerli con un'ironia che è anche la cifra dell'operazione Maniac: raccontare la disperazione con la fantasia, passare dall'oppressione della propria mente alla catarsi. Nell'episodio IX la ritroviamo compita, in un tailleur rosso, i capelli biondi raccolti sulla nuca, nei panni di una diplomatica.
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Jonah Hill, una vera rivelazione
Siamo infatti nel quartier generale della NATO, a Bruxelles. E qui il protagonista assoluto è Jonah Hill, i capelli biondo platino, una voce stridula, i vestiti un po' démodé e troppo stretti di un diplomatico, un console islandese che ha commesso un madornale errore. Se Maniac è un prodotto unico nel suo genere è merito anche di questo attore, a cui avremmo voluto dare un Oscar per The Wolf of Wall Street. Voluto fortemente da Emma Stone, che aveva già lavorato con lui in Suxbad - Tre menti sopra il pelo, è un Hill completamente inedito, che rinuncia a tutti i suoi marchi di fabbrica, dall'esuberanza al fisico imponente alla parlata logorroica, per tracciare un profilo estremamente funzionale al suo personaggio. Il Jonah Hill di Maniac è notevolmente dimagrito, a tratti quasi irriconoscibile, e lavora per sottrazione e sulle sfumature. Quasi afasico, o dalla parlata sommessa e strascicata, trattenuto in ogni movimento, nei suoi abiti scuri, le camicie bianche e le cravatte sottili del suo mondo upper class, che sembrano soffocarlo come la sua famiglia.
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The Fukunaga Factor
Come per Emma Stone, anche questa sua divisa è un punto di partenza. Anche Jonah Hill, pur restando sempre il suo Owen, diventerà molte persone diverse, portando con sé gli impacci e l'andatura sgraziata del suo personaggio. In quell'episodio IV, che ci ha ricordato così tanto i Coen, è in scena con un'improbabile look da giocatore di football, che accentua le spalle larghe e le gambe magre: è un marito dal cuore d'oro che farebbe qualunque cosa per la propria moglie. Mentre nell'episodio VII, quello in cui Emma Stone entra in un mondo fantasy, lui osserva la storia da un tv, mentre si trova in un gangster movie pulp che sembra uscito dalla mente di Quentin Tarantino. Agghindato con camicia a quadri e i capelli lunghi acconciati con delle trecce, è ancora una volta una sorpresa. Nel lavoro straordinario di questi due attori c'è sicuramente il tocco di Cary Fukunaga, non nuovo a operazioni di questo tipo: pensiamo a True Detective e al grande lavoro su look e recitazione di Matthew McConaughey. Mentre stiamo guardando Maniac, tra l'altro, è arrivata la notizia che sarà lui a dirigere il prossimo film di James Bond, al posto di Danny Boyle. E allora abbiamo iniziato a pensare a come potrà lavorare sul personaggio e con un attore come Daniel Craig...