MacGyver: l’icona anni ’80 deformata da un remake che non funziona

L'iconico personaggio interpretato da Richard Dean Anderson torna in TV in un remake targato CBS che travisa l'idea di partenza.

Non è da tutti diventare un'icona. Gran parte dei personaggi che scorrono davanti ai nostri occhi mentre guardiamo film o serie TV restano semplici ombre colorate destinate a scivolare via dalla nostra mente in poco tempo, con un'aspettativa di vita che non va oltre il loro tempo su schermo e si esaurisce insieme alla loro funzione narrativa nella storia che stiamo gustando. Sappiamo bene, però, che non è sempre così, che ci sono personaggi che grazie ad una scrittura accorta o a una interpretazione sentita e ispirata riescono a fare l'impossibile, ovvero bucare lo schermo e restare, almeno per un po', al nostro fianco.

MacGyver: il protagonista Lucas Till in una foto di The Rising
MacGyver: il protagonista Lucas Till in una foto di The Rising

E poi ce ne sono alcuni che non ne vogliono sapere di lasciarci, conquistandosi un posto stabile non solo accanto a singoli spettatori, ma nel nostro mondo, diventando solidi, concreti, reali. Le icone di cui parlavamo, appunto, che dopo essere usciti dallo schermo fanno un ulteriore passo, tornando ad essere astratti, diventando dei concetti o simboli. Uno di questi è senza dubbio MacGyver, l'agente interpretato da Richard Dean Anderson per sette stagioni dal 1985 al 1992, famoso per la sua capacità di risolvere problemi e situazioni usando quei pochi, comuni oggetti a sua disposizione, dal nastro adesivo a banali forcine e l'immancabile coltellino. Una caratteristica che l'ha reso noto a tutti, anche a quelli che la suddetta serie non l'hanno mai vista, perché To MacGyver è diventato a tutti gli effetti un verbo col significato di fare l'impossibile.

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Un remake impossibile

MacGyver: Richard Dean Anderson in una scena della serie
MacGyver: Richard Dean Anderson in una scena della serie

Prendere un'idea così forte ed adattarla al giorno d'oggi, rendendole giustizia in una serie solida dal punto di vista produttivo, migliore di quella così ingenua e anni '80 che l'ha lanciato oltre trent'anni fa, non era di base un'idea malsana, soprattutto considerando che i remake più efficaci sono quelli di originali non del tutto riusciti. C'è però un grande ma da tener presente: pur con tutti i suoi limiti da vecchia televisione e gli scarsi mezzi a disposizione, la serie di Lee David Zlotoff era riuscita nell'impresa di rendere quell'Angus MacGyver il simbolo che tutti conosciamo. Torniamo quindi all'assunto iniziale che non è da tutti fare qualcosa del genere e questo rende l'impresa del nuovo protagonista Lucas Till più ardua di quelle del personaggio che è costretto a portare in scena.

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False partenze

MacGyver: una scena della serie con Lucas Till
MacGyver: una scena della serie con Lucas Till

Eppure c'erano state avvisaglie. Quando lo scorso maggio la CBS aveva ordinato la serie, l'aveva fatto a prescindere dal lavoro fatto fino a quel momento: il pilot scritto da Paul Downs Colaizzo, quello su cui si basava il primo (brutto) trailer della serie, è stato cestinato e la CBS ha scritturato Peter M. Lenkov per scriverne un altro, diretto da James Wan, e fungere da nuovo showrunner per la serie, probabilmente affidandosi alla sua esperienza in fatto di remake, avendo firmato qualche anno fa quello di un'altra serie classica, Hawaii Five-0. Solo due membri del cast originale hanno fatto il salto dal primo al secondo pilot, Till e George Eads, tutti gli altri sono stati tagliati... come i capelli del protagonista, ora più moderni e meno anni '80. Una prima falsa partenza che non resta isolata, perché va detto da subito che anche la premiere andata in onda lo scorso 21 Settembre conferma la difficoltà di riportare su schermo il personaggio.

Essere MacGyver oggi

MacGyver: Lucas Till e George Eads in The Rising
MacGyver: Lucas Till e George Eads in The Rising

L'Angus MacGyver del 2016 ci dimostra subito, sin dal cold opening che funge da prologo alla storia, di essere ugualmente bravo a sfruttare quello che lo circonda per portare a termine la missione. Scena dopo scena, però, emergono differenze che travisano e tradiscono il personaggio: prima di tutto per l'età, perché Till è molto più giovane di quanto fosse Richard Dean Anderson; in secondo luogo per il supporto di una squadra, dall'esperta informatica che lo assiste a distanza al Jack Dalton del già citato George Eads di CSI, vero agente sul campo che lo affianca e protegge. Due primi dettagli che rendono il nuovo MacGyver più un classico eroe d'azione che il lupo solitario che abbiamo imparato ad amare. Anche il dettaglio, non insignificante e qui mantenuto, del rifiuto del protagonista per le armi viene a cadere, visto che al suo fianco c'è uno come Dalton che non si fa problemi ad usarle (andando anche ben oltre, facendo ricorso a metodi poco ortodossi, ed una spillatrice, per strappare informazioni ad un avversario catturato).

Squadra che vince... si cambia

MacGyver: una foto del cast tratta dall'episodio The Rising
MacGyver: una foto del cast tratta dall'episodio The Rising

Nel contesto del mondo contemporaneo, è naturale che un'agenzia come il Department of External Services, alla quale la squadra di MacGyver fa capo all'inizio del nostro cammino nella serie, debba fare i conti con una minaccia di stampo terroristico. In particolare, nella premiere, si tratta di bioterrorismo e l'intrigo si dipana a partire già dalle prime sequenze dello show CBS, dal Lago di Como che fa da sfondo al prologo fino a San Francisco, con il personaggio di Nikki Carpenter (Tracy Spiridakos), ex fiamma e collaboratrice del protagonista, a fare da filo conduttore alla sottotrama. Se abbiamo già parlato del braccio destro di MacGyver, l'ex CIA Dalton, alle spalle del duo c'è l'esperta informatica Riley Davis, ex hacker asservita alla causa interpretata da Tristin Mays, mentre al di sopra di loro troviamo un capo carismatico come Sandrine Holt nei panni di Patricia Thornton. Un cast di regular completato dal Wilt Bozer di Justin Hires, l'ignaro coinquilino di Angus MacGyver, che assicura un pizzico di leggerezza.

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Luci e ombre della modernità

MacGyver: Sandrine Holt, George Eads e Lucas Till in una foto di The Rising
MacGyver: Sandrine Holt, George Eads e Lucas Till in una foto di The Rising

Il primo episodio di MacGyver non offre abbastanza materiale per giudicare in modo approfondito ogni elemento del cast, ma appare evidente la maggior qualità di Eads nel tratteggiare il suo Dalton fin da questa prima apparizione, così come sembra promettente la prontezza di Riley nella battuta. È invece fin troppo sacrificata la Holt in un ruolo che probabilmente avrà più spazio in futuro. Il principale punto debole, purtroppo, è proprio il protagonista, perché Lucas Till non mostra ancora il carisma necessario per reggere un ruolo così ingombrante. Forse non è solo suo il demerito, ma anche di un'incertezza nel tono usato, che oscilla senza convinzione tra dramma e battute fin troppo leggere, oltre che della struttura narrativa più action che lo specialista del genere James Wan mette in piedi per la premiere e che serve a rendere più moderna e vicina al pubblico una serie che, nella sua versione originale, si basava su presupposti diversi.

MacGyver: George Eads, Lucas Till, Tristin Mays e Sandrine Holt in The Rising
MacGyver: George Eads, Lucas Till, Tristin Mays e Sandrine Holt in The Rising

Quello che viene fuori è più vicino a Mission: Impossible che al MacGyver che conosciamo, che tra un macgyverism e l'altro, prontamente illustrato da scritte e didascalie su schermo, sa sfruttare le proprie qualità fisiche e atletiche. Una deviazione dai presupporti della serie che ne indebolisce il principale motivo d'interesse, relegandola alla schiera di procedurali di cui la CBS è isola felice. Se i dieci milioni di spettatori della premiere americana non si allontaneranno subito dallo show, ci sarà modo per correggere il tiro nel corso delle prossime settimane. Ma se ciò non accadrà, vorrà dire che ci dovremo far bastare il MacGyver di Richard Dean Anderson.

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Movieplayer.it

2.0/5