Gli aggiornamenti del catalogo Netflix sono numerosi e costanti, come onde che bagnano incessanti il bagnasciuga, ma di tanto in tanto capita che un colpo vada a segno con più decisione degli altri, che un'onda riesca a spingersi più in là sulla sconfinata distesa sabbiosa della spiaggia, per lasciare il segno tra gli utenti del popolare canale streaming. Capita con Locke & Key, la nuova serie tratta dall'interessante graphic novel di Joe Hill, figlio di Stephen King, disponibile dal 7 febbraio e con le carte in regola per diventare una nuova serie cult di Netflix per diversi motivi che andremo a individuare nelle righe che seguono.
Netflix: 35 serie TV da vedere
L'approccio da teen drama
Partiamo dall'unica perplessità che abbiamo evidenziato nella nostra recensione di Locke & Key, ovvero la variazione di tono rispetto all'originale cartaceo firmato da Joe Hill: ebbene proprio questa scelta operata da Carlton Cuse e gli altri autori può essere una carta vincente per raggiungere e conquistare un numero di appassionati più ampio e diversificato rispetto al fumetto. L'opera di Joe Hill è complessa e stratificata, ma cupa e cattiva, laddove la serie Netflix pone una maggior attenzione per la componente fantastica e suggestiva, affidandosi ai diversi protagonisti e membri della famiglia Locke per raggiungere spettatori di età diverse, a cominciare dalla madre Nina, con la sua inquietudine declinata in chiave più adulta, fino al piccolo di casa.
Due figli giovani e in età da scuola superiore come Tyler e Kinsey, in modo particolare, offrono quelle consolidate dinamiche teen applicabili ad adolescenti che devono integrarsi in una nuova realtà, scolastica e non solo: nuove amicizie, e ovviamente inimicizie, false partenze romantiche, difficoltà nel comprendere il contesto in cui si muovono e quelle ovvie conseguenze del dramma vissuto in precedenza, l'omicidio del padre che li ha costretti al trasferimento. Un dramma che ha lasciato anche diverse scorie in ognuno di loro, che siano le paure da strappar via dalla mente, letteralmente, come nel caso di Kinsey, o quella voglia di fuga che obbliga il più piccolo della famiglia, Bode, a spingersi oltre nell'approfondire i misteri nascosti tra le pareti della casa che li ospita.
Il fascino del mistero
Bode è colui che ci conduce con la sua pericolosa curiosità tra i misteri che albergano nella nuova casa dei Locke, è la nostra chiave per aprire le porte dei misteri di Locke & Key e veicola in prima battuta la componente fantastica della serie Netflix, con quel fascino per l'ignoto che cammina in equilibrio tra la suggestione e lo spaventoso. Sono abili gli autori dell'adattamento a camminare sul filo di questo difficile equilibrio, ottenuto spostando l'attenzione sugli aspetti più magici e intriganti del mistero al cuore della serie, lasciando che l'inquietudine si insinui sottile nel cuore dello spettatore, prendendosi la libertà di colpire con violenza soltanto quando necessario.
Quel sano pizzico di cattiveria
L'adattamento Netflix della graphic novel di Joe Hill non è infatti esente da momenti cupi, spiazzanti e violenti, sceglie però di distribuirli con sapienza per colpire con più efficacia e sorpresa. Complice anche un ritmo diverso del racconto - una redistribuzione delle vicende nell'arco della storyline dei primi dieci episodi - necessario per traslare la storia dalla struttura della sua versione cartacea a quella di una serie da sviluppare nell'arco di più stagioni. A sostenere la componente più cupa dello show è soprattutto il personaggio di Dodge, o Echo, la donna nel pozzo interpretata da Laysla De Oliveira, che rappresenta la principale antagonista dei Locke con la sua affannosa ricerca delle chiavi e quel macabro e ambiguo fascino soprannaturale che intriga lo spettatore e spinge a voler sapere di più di questa figura misteriosa.
Le chiavi e un intreccio che porta lontano
Per ultimo, ma solo in puro senso cronologico di una disamina delle potenzialità della serie Netflix, ci sono le chiavi, che si fanno trovare da Bode con un sussurro inquietante e che offrono i più disparati poteri ai personaggi così come agli autori: il fumetto di Joe Hill è un ottimo indizio di tutto ciò che si può fare con la Chiave di Ognidove o delle stranianti possibilità delle chiavi Fantasma e Specchio, ma è la Chiave Apritesta che dimostra sin dai primi episodi tutte le opportunità che offre in termini di trovate di messa in scena e impatto visivo, lasciandoci entrare nella mente dei personaggi e vederne la rappresentazione concreta, che sia il centro commerciale con negozi dedicati alle diverse tipologie di ricordi di Kinsey o la variopinta, nonché spiazzante, camera dei giochi del piccolo Bode.
Le chiavi sono strumenti nelle mani degli autori per mettere in piedi un'impalcatura narrativa complessa, che possa sorreggere Locke & Key per diverse stagioni, muovendosi parallelamente a quanto fatto su carta da Joe Hill e diventando uno degli appuntamenti annuali più attesi del pubblico di Netflix, accanto ad altri titoli cult del colosso streaming, tra The Witcher, The Umbrella Academy e Stranger Things.