Licantropus, la recensione: lo speciale Marvel è un ululato di creatività

La recensione di Marvel Studios presenta: Licantropus: sbarca su Disney+ il primo esperimento dell'etichetta "Marvel Studios presenta", grande omaggio ai monster movie anni '30 e tra i prodotti più liberi e ricercati del panorama cinecomic della Casa delle Meraviglie.

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Marvel Studios presenta: Licantropus, un momento del film

Negli anni '70, per un anno, Licantropus è stata una delle più curiose novità targate Marvel. Creato da quel Gerry Conway "colpevole" della morte di Gwen Stacy, insieme ad autori del calibro di Roy Thomas, il lupo mannaro delle Meraviglie nasceva dalla lunga tradizione dell'etichetta di proporre personaggi strambi o mostruosi in formato antologico. Si trattava di sperimentare sul terreno il valore di una nuova invenzione fumettistica per capire poi come e dove farla evolvere. Basti pensare ad esempio agli esordi di Doctor Strange sulle pagine di Strange Tales. Per Licantropus fu la stessa cosa, ma apparve in Marvel Tales circa 10 anni dopo il debutto dello Stregone Supremo, accaparrandosi subito una serie regolare dato il successo delle test stories pubblicate. L'ispirazione principale estetica veniva dal The Wolf Man con Lon Chaney Jr. del 1941, ma di lupi mannari letterari e cinematografici ne esistono dal 1913, mentre di storie di folklore a centinaia.

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Marvel Studios presenta: Licantropus, una scena

Marvel desiderava rilanciare questa figura mitologica all'interno dei fumetti, divertendosi (il nome del protagonista è Jack Russell, come la razza canina) e strutturando al contempo delle storie thriller appassionanti e avvincenti, a volte macabre e altre di grande inventiva. Una trasposizione dell'opera non poteva che essere uguale: divertente, appassionante, macabra, d'atmosfera e creativa, e infatti nella nostra recensione di Marvel Studios presenta: Licantropus parleremo proprio dell'ottimo lavoro di libero ma fedele adattamento a un materiale revisionato e ri-eleborato per essere tutte queste cose insieme e in sola una parola semplicemente eccezionale.

Il lupo mannaro secondo Giacchino

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Marvel Studios presenta: Licantropus, un'immagine

Uno speciale streaming, questo di Licantropus, destinato ad essere solo il primo di una lunga fila di prodotti pensati come mordi e fuggi tra mediometraggio ed episodio televisivo. Non per forza a se stanti, se pensiamo ad esempio che la seconda "special presentation" sarà la follia natalizia dedicata ai Guardiani della Galassia, ma in qualche modo sempre unici per durata, caratterizzazione e formulazione creativa. Si tratta d'identità e di "label", motivo per cui vengono così prontamente differenziati dalle serie televisive o dai lungometraggi. Se proprio vogliamo scavare nelle origini dell'idea, è probabile che sia la trasformazione fisiologica nella streaming era dei vecchi Marvel One-Shot, ricalibrati però per essere qualcosa di più sostanzioso e sostanziale ma soprattutto gusci destinati a quei personaggi minori o dimenticati dal mainstream, di per sé difficili da trasporre subito sul grande schermo o in formato seriale completo per questioni d'economia o di target. Potrebbe apparire un'azzardo, impostata così, una sorta di apartheid concettuale mirata allo sfruttamento delle risorse inferiori di proprietà Marvel, ma di fatto Licantropus dimostra come in un simile prodotto possa essere riversata una quantità tale d'esuberanza stilistica e passione da competere ad armi pari - seppure differenti - con le grandi IP dello studios.

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Marvel Studios presenta: Licantropus, una scena del film

Il film diretto da Michael Giacchino (già regista di alcuni corti di Star Trek) è un pretesto per omaggiare e ricordare in primis il grande cinema di genere anni '30, fatto di un sapiente quanto accattivante utilizzo di musiche ed effettistica, sia essa trucco o relativa alle soluzioni pratiche e artigianali. Non è un caso che dietro la macchina da presa si celi uno dei più grandi e stimati compositori contemporanei, anche collaboratore di lunga data dei Marvel Studios e desideroso di cimentarsi in un'impresa che aveva chiara in mente da anni. Il bianco e nero (è una sola tonalità di colore), le citazioni visive, i graffi e le bruciature di sigaretta in pellicola, le musiche così energiche ma sporche e ovattate; tutto a richiamare quelle sensibilità di genere che tanto hanno reso riconoscibili e amati i monster movie Universal o Hammer. Ed è infatti l'anima di Licantropus vive e risuona e risplende di queste sincronie che lo rendono così esteticamente sopraffino e ricercato, d'inoppugnabile fascinazione cinematografica. Al cuore, invece, resta un prodotto Marvel.

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La Caccia

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Marvel Studios presenta: Licantropus, una foto

In concreto, questo significa una buona dose di commedia mescolata a un'altra buona dose d'azione con una piccola aggiunta di fan service. Non mancano squartamenti e immagini relativamente forti rispetto alla media dei cinecomic della compagnia, ma è anche per questo che la special presentation esiste. Anzi, Licantropus potrebbe persino essere definito il primo vero prodotto rated-r a larga diffusione dei Marvel Studios, ma così non è per una quantità ridotta di violenza, comunque mitigata dalla commedia e comunque meno sanguinosa di quanto poteva anche essere. È un miscellanea consapevole dei suoi orizzonti ma in grado di valorizzare ogni centimetro quadrato stilistico all'interno dei propri confini creativi, così come l'universo d'appartenenza. Per l'esattezza, si tratta di quello dell'occulto, che nello speciale viene sottolineato esistere da sempre ma tenuto nascosto da un gruppo segreto di cacciatori di mostri. Quando scompare il capo-cacciatore della famiglia più potente, quella dei Bloodstone, viene organizzata una caccia a un essere mai visto prima per decretare il successore tra i miglior monster hunter in circolazione. Tra questi anche Jack Russell, interpretato da un divertito quanto in parte Gael Garcia Bernal, il cui ruolo è un po' quello dell'Enigmista nel primo capitolo della saga di Saw: l'infiltrato nei giochi.

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Marvel Studios presenta: Licantropus, un frame del film

Ha un obiettivo preciso e si arriverà a scoprire il come e il perché della sua presenza tra chi lo vuole morto, ma ciò che va aggiunto in analisi è l'ottima regia degli attori, il rispetto di ogni tempo del racconto nonostante la durata ridotta dell'operazione. Giacchino riesce a piazzare in Licantropus almeno tre sequenze magistrali, termine usato con ogni possibile cognizione di causa. Queste guardano un po' a Nosferatu e un po' a The Batman e a Rogue One, non a caso film entrambi musicati dal compositore che per forza di cose e per volontà d'intenti è riuscito a pescare dal meglio del mainstream contemporaneo per realizzare uno dei più suggestivi e invitati prodotti Marvel mai realizzati finora.

Conclusioni

Per concludere questa recensione di Marvel Studios presenta: Licantropus, lo speciale diretto da Michael Giacchino mostra le zanne come il suo protagonista, rivelandosi un prodotto di grande fascinazione e creatività, citazionista e reverenziale come pochi altri al cinema anni '30. Un prodotto che dei suoi limiti costitutivi e d'etichetta ha fatto un punto di forza creativa e contenutistica, rispettando in breve tempi e struttura di un racconto long form e proponendo addirittura una regia superiore alla media dei recenti cinecomic. Appagante, elaborato, macabro il giusto e dannatamente riuscito.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • La regia di Michael Giacchino. Una vera sorpresa.
  • Il costante omaggio ai monster movie Universal.
  • L'intero comparto tecnico-artistico, dal trucco alla fotografia. Soprattutto le musiche, sempre di Giacchino.
  • Tre sequenze che da sole valgono l'intera produzione.

Cosa non va

  • Rivedremo mai qualcosa di simile in casa Marvel Studios?