Cappello rosso, camicia azzurra e una pipa tra le mani. Tre elementi inconfondibili che hanno contribuito a rendere Jean Cousteau - esploratore, oceanografo e regista francese - un personaggio iconografico al di là del suo enorme contributo alla scoperta della natura marina. Non a caso il personaggio interpretato da Bill Murray ne Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson era ispirato proprio alla figura del navigatore. Un giocoso omaggio cinematografico che si unisce alle numerose citazioni al suo lavoro sparse in film, libri e serie tv.
Un pioniere grazie al quale abbiamo potuto visitare le profondità inesplorate dei mari anche attraverso il suo lavoro documentaristico. Il mondo del silenzio, Histoire d'un poisson rouge e Il mondo senza sole, tre titoli che, tra il 1956 e il 1965, l'hanno portato a vincere altrettanti premi Oscar. Un'amore sconfinato per il mondo sottomarino tramandato anche a suo figlio Jean-Michel Cousteau che del padre ha seguito le orme, realizzando, a quattro mani con Jean-Jacques Mantello, Le meraviglie del mare.
Leggi anche: Una scomoda verità 2: Al Gore e la lotta ai cambiamenti climatici
Una passione tramandata
Sono proprio dei filmati in bianco e nero del padre ad aprire il documentario in un simbolico passaggio di testimone tra due generazioni di Cousteau. Una parentesi privata che attraversa tutto il lavoro dato che anche i figli dell'esploratore/regista, Celine e Fabien, hanno fatto delle immersioni subacquee e dello studio degli oceani la loro ragione di vita, accompagnando Jean-Jacques in giro per il mondo. Se paragonato a celebri documentari come Una scomoda verità e Punto di non ritorno, Le meraviglie del mare usa un approccio opposto. Limitandosi a mostrare le catastrofiche conseguenze del comportamento dell'uomo sulla Terra solo in una breve sequenza finale, l'intero lavoro è orientato a sottolineare bellezza, varietà e segreti del mondo sommerso.
"Una dichiarazione d'amore alla magnificenza dell'oceano" come lo definisce Arnold Schwarzenegger, voce narrante e co-produttore del progetto.
Da questo punto di vista, dunque, Le meraviglie del mare si avvicina come modello narrativo al recente Earth - Un giorno straordinario, sebbene il risultato finale non sia al suo stesso livello narrativo e registico.
Pensato per far avvicinare e sensibilizzare il pubblico - di qualsiasi età - alla causa della salvaguardia degli oceani, il documentario ha, infatti, un taglio più adatto per la televisione e un montaggio dilatato che non funziona appieno sul grande schermo.
Leggi anche: Earth - Un giorno straordinario: Diego Abatantuono ci racconta l'ultimo gioiello naturalistico della BBC
"Ocean tour"
Ma tra i difetti non mancano punti a favore. Strutturato come una sorta di ocean tour, Le meraviglie del mare, porta lo spettatore a immergersi nella variegata meraviglia dei fondali marini. Dalla barriera corallina delle isole Fiji, ecosistema efficientissimo e fondamentale per la sopravvivenza degli oceani, alla Foresta di Kelp, in California, passando per la distesa di mangrovie in Messico e gli squali martello delle Bahamas. Un viaggio dalla base alla punta della catena alimentare, dal zooplancton ai predatori dei mari con tanto di suggestive riprese notturne ricche di costellazioni scintillanti.
Leggi anche: Before the Flood: siamo già al punto di non ritorno
La fotografia di Gavin McKinney, le moderne riprese in 3D, ultra-HD 4K, l'uso della slow motion e del macro e motion control permettono, inoltre, di catturare dettagli vividi del mondo sommerso. E l'obiettivo di Cousteau era proprio questo: mostrare la vita sotto la superficie dell'acqua e i pericoli che la minacciano per impiantare nello spettatore il seme della responsabilità e della sostenibilità. Perché "l'oceano sa perdonare" e sta alle nostre scelte individuali e a quelle dei leader politici difenderlo.
Movieplayer.it
2.0/5