In molti la ricordano come la bionda e (almeno all'inizio) svampita Penny di The Big Bang Theory, aspirante attrice vicina di casa di due scienziati super nerd (anche se i veri nerd avrebbero qualcosa da ridire), ma Kaley Cuoco è una veterana della serialità americana. È sul set fin da quando aveva sette anni e oltre alla sit-com che le ha donato fama mondiale ha partecipato ad altri successi come 8 semplici regole e Streghe.
La commedia fa parte del suo DNA, ma con L'assistente di volo ha fatto il grande salto: la serie, disponibile dal primo luglio su Sky Serie, canale di Sky interamente dedicato alle serie, quest'anno le ha fatto guadagnare una nomination ai Golden Globe, ai SaG Awards e ai Critici' Choice Awards.
Nel ruolo di Cassie, hostess che beve durante i voli e si diverte con sconosciuti di cui spesso non conosce neanche il nome, ha potuto finalmente sfoderare anche le sue qualità drammatiche. Il personaggio si ritrova con la sua ultima conquista, Alax (Michiel Huisman, Daario Naaris ne Il trono di spade), con la gola tagliata in un hotel di Bangock. La donna non ricorda niente, soltanto che la sera prima stavano bevendo insieme. L'attrice ha fortemente voluto non soltanto interpretare il ruolo, ma realizzare l'intera serie: dopo aver acquistato i diritti del romanzo The Flight Attendant, pubblicato nel 2018 da Chris Bohjalian, ha infatti prodotto la serie con la sua Yes, Norman Productions. Abbiamo incontrato Kaley Cuoco via Zoom.
La video intervista a Kaley Cuoco
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L'assistente di volo: da Penny a Cassie
Cassie era il giusto modo per dire finalmente addio a Penny?
Dopo la fine The Big Bang Theory sono venuta a patti con l'idea che niente avrebbe potuto essere paragonato a quell'esperienza durata 12 anni. L'ho accettato. Non voglio paragonare i miei prossimi progetti a quello. The Big Bang Theory è un'entità a sé. Quindi non sento il bisogno di superarla o essere migliore. Sapevo che questo progetto sarebbe stato adatto a me.
Cassie non è un personaggio facile: non è immediatamente simpatica. È stato un ostacolo?
Rendere possibile identificarsi con lei era fondamentale, anche se è difficile fare il tifo per qualcuno che fa delle scelte così sbagliate e un errore dopo l'altro. La forza della serie sta proprio in questo: a un certo punto, stranamente, cominci a fare il tifo per lei. Non è soltanto una che ama divertirsi, deve affrontare un grande trauma e non sa come fare. Penso che il cuore dello spettatore sia con lei ma allo stesso tempo dici: non farlo! Ho visto però che il pubblico nonostante tutto la sostiene.
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Quanto è difficile essere giudicata per le proprie abitudini, come lo è Cassie?
Gli uomini se la cavano con molto meno. È difficile interpretare un personaggio femminile che fa errori: ti odiano immediatamente. Non tutti i personaggi femminili devono essere simpatici. Tutti si chiedono sempre come rendere gradevole un personaggio femminile, invece siamo pieni di personaggi maschili sgradevoli. Abbiamo cercato di rompere quella barriera: anche le donne hanno dei difetti, fanno errori, tradiscono e non c'è niente di male, possiamo ancora amare questi personaggi, che anzi sono più interessanti, hanno grandi storie da raccontare. Non volevo renderla simpatica, ma volevo che il pubblico facesse il tifo per lei: è un equilibrio delicato. Per esempio non volevo che vederla bere fosse divertente: è triste. Poi non si può recitare da ubriache tutto il tempo. Nella mia mente pensavo che lei, per sopravvivere, beve in continuazione, per lei è normale. Quando le viene portato via comincia a impazzire. Tutti noi conosciamo alcolisti funzionali, che riescono a mantenere le loro carriere. Sono energici ma in un attimo possono crollare.
Anche Penny era giudicata da tutti i suoi co-protagonisti: qual è il tuo rapporto con i giudizi? Lo facciamo parecchio, sopratutto quando si tratta di donne.
Sì lo facciamo molto. È molto facile giudicare qualsiasi cosa. Lo fanno tutti. È la parte più difficile di essere un'attrice, ma anche la sua essenza: viene giudicata per la tua interpretazione, il tuo aspetto, c'è sempre qualcuno migliore di te, più bello, più magro. Sei sempre giudicata. Per tanto tempo ci ero abituata. Grazie all'esperienza come produttrice i miei giudizi si sono ammorbiditi: prima pensavo perché hanno ingaggiato quella persona? Perché hanno fatto così? Adesso ho cambiato completamente prospettiva perché so quanto è difficile realizzare una serie. So che si presentano milioni di problemi, ci sono tantissimi imprevisti in un progetto. Nessuno vuole fare qualcosa di mediocre o che sia semplicemente ok. Avrei voluto saperlo prima: da produttrice, una volta che capisci quanto è difficile sei più cauto nel giudicare. Se qualcuno fa qualcosa di bello in tv penso: hai vinto, fantastico, lo amo. Per me è fantastico che ci sia riuscito. Deve esserne orgoglioso.
Kaley Cuoco e il grande salto
Com'è essere la figura di riferimento sul set?
Ero in una serie con John Ritter tanti anni fa: è stato un grande esempio di leader sul set. Trattava tutti allo stesso modo: attori o membri della troupe non faceva differenza. Avevo 16 anni quando ho fatto quella serie e ho sempre pensato che se un giorno fossi stata la numero uno su un set mi sarei comportata esattamente nello stesso modo. Anche il set di The Big Bang Theory era così, ma questa serie è un animale completamente diverso: è come se fosse la mia bambina. Volevo che tutti stessero bene sul set. Mi sono dedicata a questo progetto completamente. Sono stata coinvolta in ogni decisione: dal rossetto che indossavo, a ogni persona ingaggiata, alla musica. È un progetto nato per passione che la gente sta apprezzando molto.
L'assistente di volo ha un genere indefinito: è un po' thriller, un po' commedia. Come avete trovato il giusto tono?
Mi sembra quasi che abbiamo inventato un nuovo tono: abbiamo discusso a lungo sul tono da dare a questo progetto. È un dramma, avventura, ma anche molto divertente e bizzarro. La commedia è sempre il mio genere preferito: far ridere è il mio pane e burro. Quindi volevo essere sicura che ci fosse. Rende la serie interessante: c'è tutto questo dramma e poi improvvisamente ti ritrovi a ridere. È particolare. Non credo che molte serie riescano a mantenere questo equilibrio. È stata sicuramente una sfida.
L'assistente di volo: c'è anche un po' di Italia
Nella serie ci sono delle scene ambientate a Roma. Com'è stato lavorare in Italia e con l'attore Alberto Frezza?
Amo Roma, ci sono stata molte volte, ma questa è stata la prima volta che ho girato lì. Con Alberto abbiamo fatto un tour privato di Roma: è stato surreale. Solo noi due portati in giro tra tanta bellezza. È stato magico, un'esperienza unica che non dimenticherò mai. Anche le persone della crew sono state così affettuose, è stato bello lavorare con loro. È incredibile: un anno fa ero lì, proprio poco prima che il mondo si fermasse. Sono contenta di aver potuto fare quella esperienza, perché non so quando potrò tornare.
L'assistente di volo prevede molti spostamenti: come farete con la pandemia?
È un'ottima domanda per cui non ho una risposta! Speriamo di poter girare per la fine dell'anno, anche se non sappiamo come sarà il mondo nemmeno domani. Questa è una serie internazionale, speriamo di poter viaggiare: si chiama L'assistente di volo e non può funzionare se non andiamo in posti interessanti. Abbiamo già idea di dover vogliamo andare e speriamo che, grazie ai vaccini, per la fine dell'anno la situazione migliori. Vogliamo mantenere la serie internazionale.
Sei anche produttrice: bisogna essere ottimisti per sopravvivere in questa industria?
In questa industria sicuramente devi essere ottimista. Non hai scelta. Questo è stato un grande atto di fede: sono entrata in ufficio con il libro e ho detto "voglio fare questa serie". E continuavo a pensare che se fosse venuta male avrei dovuto lasciare il paese perché sarebbe stata tutta colpa mia. Ci sono state delle notti in cui, nel mio appartamento a New York, piangevo e mi dicevo che non avrebbe funzionato. Poi il giorno dopo vedevo il girato e dicevo: è brillante! E quello dopo chiamavo mia mamma e le dicevo che volevo tornare a casa perché era tutto pessimo. Andavo da un estremo all'altro. Dovevo credere che avrebbe funzionato: l'idea era brillante, ma mentre giravamo mi chiedevo se sarebbe venuta bene. Non volevo sembrasse di cattivo gusto: abbiamo già visto fantasmi e spiriti. Abbiamo cercato un modo nuovo per mantenere quest'uomo vivo nella sua mente. Non sapevo se sarebbe piaciuta. Devi sperare e circondarti dei migliori professionisti. In questo processo ho imparato che non sono la persona più intelligente nella stanza, non so tutto, quindi devo chiedere aiuto a persone brave nel loro lavoro.
L'assistente di volo: nella mente di Cassie
Sei quasi come Bruce Willis nel Sesto senso in questa serie! In diverse serie recenti, ora c'è WandaVision, qualche anno fa Legion, l'azione è nella mente del protagonista: perché secondo te la televisione in questo momento è così affascinata dalla mente dei suoi personaggi? Anche in La regina degli scacchi: tutto è nella testa. Perché la mente ci affascina così tanto?
È una domanda interessante. Steve Yockey, che ha creato la serie, per Cassie ha pensato all'idea del "palazzo della mente". La serie è tratta da un libro, di cui ho acquistato i diritti diversi anni fa, in cui Alex muore molto presto e non torna più. Quindi ha cercato un modo per tenere Alex in vita, in un certo senso, con Cassie che combatte con se stessa. Quindi ha pensato al "palazzo della mente". È stato un atto di fede: non sapevo come sarebbe venuto, poteva sembrare una cosa stupida, abbiamo dovuto capire come renderla realistica. Abbiamo inventato una cosa nostra, che ha richiesto impegno recitativo. Vogliamo mantenere questa idea a che per la seconda stagione: invece di affrontare Alex affronterà se stessa.
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Ti sei ispirata a qualcuno per il ruolo di Cassie?
Non mi sono ispirata a qualcuno in particolare, seguo il mio istinto. Non sono di quelle persone che ripetono le battute all'infinito, mi lascio trasportare dal momento. Era importante per questo ruolo perché Cassie è molto reattiva: le succede di tutto, il mondo ruota veloce, quindi vivere nel momento presente è la tecnica giusta. Alcuni attori non lavorano così: Michiel, che interpreta Alex, è il mio opposto. Vuole provare, parlare della scena. Io invece dico: giriamola! Abbiamo dovuto incontrarci a metà strada. La serie ha una forte personalità, frutto del lavoro di tante persone: i colori, la musica, lo stile. È una cosa che è venuta naturale: forse se ci avessimo pensato ancora di più non sarebbe venuta così. A volte devi sperare che ciò che hai in mente funzioni. Molto è merito del nostro team di post-produzione.
In cosa siete diverse tu e Cassie?
Sono l'opposto di Cassie: non sono mai in ritardo. Sono quel tipo di donna fastidiosa che è in anticipo per la cena. Sono sempre quella che arriva prima. Non ho mai avuto problemi con la puntualità. Mio padre diceva che se sei 10 minuti in anticipo sei in ritardo. Fa parte di me, non posso farci niente. Questa è una differenza tra noi. E l'alcol mi piace, ma non tanto quanto a Cassie! È estrema.
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Cassie ha un rapporto importante con altre due donne della serie: Annie e Megan.
Annie, Zosia Mamet, è la sua migliore amica, è la sua bussola morale. Durante la serie hanno alti e bassi, fanno una grande litigata. Megan invece, interpretata da Rosie Perez, è quella che analizza Cassie. Vuole essere lei e Cassie la dà per scontata. Invece, a un certo punto della serie, si rendono conto di essere molto più vicine di quanto credessero. Sono donne a cui lei vuole davvero bene ma si rende conto che le ha trascurate. Io stesso sono curiosa di sapere cosa faremo nella seconda stagione con questi due personaggi. Sono delle donne forti.
C'è qualche aneddoto legato al volo che puoi raccontare?
Tanto tempo fa, quando stavo girando The Big Bang Theory, ero su un volo notturno, al computer e l'assistente di volo è arrivato, credo per lui fosse molto divertente, e mi ha fatto il "knock knock knock Penny". Ho fatto un salto, mi sono spaventata! Dopo si è scusato e si è dispiaciuto. Non è stato divertente essere sorpresa da una bussata sul vano porta bagagli. La gente ama farlo: non importa dove sono, lo fanno.