Una fattoria sperduta nelle campagne degli Stati Uniti, un meteorite piombato dal cielo con un neonato nel ventre, una coppa pronta ad adottare un bambino venuto da chissà dove. Se leggendo queste premesse avete una strana sensazione di déjà vu, è tutto nella norma perché L'angelo del Male - Brightburn ha voglia di scoprire il lato oscuro, malsano e inquietante del mito di Superman. Perché non è certo scontato che uno straordinario alieno stia dalla parte dei buoni. Non è ovvio che un grande potere si schieri dalla parte del Bene.
In uscita il 23 maggio, il film di David Yarovesky promette di esplorare un intrigante what if narrativo, che si pone una domanda semplice e destabilizzante: "Cosa accadrebbe se un essere dotato di superpoteri si votasse al Male?". Prodotto da un James Gunn lontano anni luce dai toni scanzonati dei suoi amati Guardiani della Galassia, L'angelo del Male - Brightburn sembra intenzionato a creare un intrigante esperimento che coniuga horror, tensione e supereroi, o meglio personaggi alle prese con superpoteri. In perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, l'idea di Gunn sfrutta tanti archetipi legati ai supereroi per poi ribaltarli in modo più inquietante possibile.
Nato come progetto a basso budget, L'angelo del Male - Brightburn è cresciuto assieme alle sue ambizioni, diventando un possibile cult di questa stagione. In un periodo in cui il cinema straborda di supereroi, in un'epoca in cui tutto ciò che è super sembra oro per i Re Mida dei boxoffice, ecco perché attendere con ansia questa coraggiosa rilettura dell'Uomo d'Acciaio.
1. Il lato oscuro del potere
Non si tratta tanto di pessimismo, ma di estremo realismo. Pensiamoci bene: come reagiremmo dinanzi a una persona capace di lievitare, dotata di una forza sovrumana, in grado di sollevare aeroplani e di sfondare qualsiasi muro? Per tanto tempo fumetti e film hanno ceduto al lecito fascino della meraviglia, immaginando che i super fossero per forza di cose anche eroi. Un pregiudizio che non ha mai tenuto conto del lato oscuro del potere, affascinante e pericoloso come grandi racconti (vedi Il signore degli anelli) hanno sempre suggerito. Il ribaltamento messo in scena da L'angelo del male - BrightBurn ci sbatte in faccia la versione tutti questi leciti dubbi, cercando di addentrarsi con ambizione in quella zona grigia tra potenzialità e delirio di onnipotenza. Attraverso un efficace what if dell'avvento di Superman sul pianeta terra, il film di Yarovesky promette di ridefinire un grande archetipo narrativo, gettando luci disturbanti e inquiete sul fardello del superpotere.
2. Il Male al centro
Non esisterebbe Batman senza Joker, non avremmo tenuto il fiato sospeso per Avengers: Endgame senza Thanos, non ameremmo gli eroi senza il fascino perverso dei loro oscuri antagonisti. Se è vero che, come diceva Seneca, "senza un avversario la virtù marcisce", allora la figura della nemesi si conferma parte fondamentale di ogni narrazione interessata a raccontare il Male. Al di là della problematicità degli eroi, che diventano sempre più interessanti quando messi in ginocchio o dinanzi a un bivio etico, i personaggi negativi risultano così assai complessi e tridimensionali di figure positive e senza macchia. In questo senso è interessante che al centro de L'angelo del Male - Brightburn ci sia la volontà di ribaltare la figura di Superman, ovvero l'emblema più candido, puro e irreprensibile dell'eroismo contemporaneo. La storia del giovane Brandon, quindi, è l'ennesima dimostrazione di quanto la figura malefica stia diventando sempre più centrale e svincolata dalla necessità di un paladino positivo. Film recenti come Venom o l'imminente Joker sono l'esempio più lampante del carisma catalizzante delle anime perdute.
3. Se l'orrore è super
Zombi, infetti, posseduti. L'irrazionalità che trasforma, logora, rende irriconoscibili. Il genere horror, da sempre avvezzo alla metafora e all'allegoria, ha rappresentato in molte maniere una delle più grandi paure di tutti noi: veder cambiare le persone che amiamo. Una prospettiva destabilizzante che è anche al centro del film prodotto da James Gunn. L'angelo del Male - Brightburn, infatti, ci conduce dentro il doloroso dilemma di una madre che, dinanzi alla sempre maggiore inquietudine di suo figlio, inizialmente crede sia una normale fase di ribellione legata alla pubertà, salvo poi iniziare a guardare le cose per quelle che sono davvero. Il film di Yarovesky vuole quindi mettere in scena un orrore vero, quotidiano, realistico nonostante si parli di superpoteri. Eccoci davanti a un inedito tentativo di guardare al genere supereroistico attraverso il filtro dell'horror, ibridando due generi solitamente agli antipodi, mai così vicini e connessi.
4. Il tocco di James Gunn
Un fulmine a ciel sereno. Un meteorite inaspettato che impatta fragorosamente nel mondo dei cinecomic. Quando nel 2014 Guardiani della Galassia arrivò al cinema, nessuno poteva aspettarsi il suo clamoroso successo. Sì, perché Peter Quill, Gamora, Drax, Groot e Rocket Raccoon, prima di allora, erano personaggi di nicchia di un fumetto pressoché sconosciuto agli occhi del grande pubblico. Il motivo del loro successo ha un nome e cognome ben preciso: James Gunn. Senza il suo tocco unico, senza quel brio nella sceneggiatura e quella freschezza nei dialoghi, non staremo qui a incensare Star-Lord e compagni. Gunn ebbe la geniale intuizione di far entrare la commedia, frizzante e nostalgica allo stesso tempo, all'interno dei cinecomic, e il risultato fu sensazionale. Il genio visionario e irrequieto di James Gunn, che nella lavorazione de L'angelo del male - Brightburn è stato affiancato dal fratello Bran e dal cugino Mark (qui sceneggiatori) è garanzia di un approccio narrativo insolito, eclettico e anticonvenzionale. Per un autore che in passato ha già maneggiato sia l'horror (Slither) che una visione più "domestica" del supereroe (Super), questa deriva superorrofica resta una sfida stimolante. Per lui e per noi spettatori.