Recensione L’amica geniale: Il legame tra due bambine nella Napoli del dopoguerra

La recensione de L'amica geniale: a Venezia sono stati presentati i primi convincenti episodi della serie prodotta da HBO con Rai Fiction e Tim Vision, in onda nel corso dell'autunno.

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Ci sono tanti motivi di interesse ne L'amica geniale, la nuova serie prodotta da HBO con Rai Fiction e TimVision i cui primi due episodi sono passati fuori concorso all'edizione 2018 della Mostra del Cinema di Venezia. Il primo di questi è proprio la co-produzione alla base del progetto, che porta una storia profondamente italiana all'attenzione del pubblico internazionale che HBO assicura. Un altro è sicuramente l'ampio respiro che ha, potenzialmente e in base alla reazione del pubblico, la storia alla base del progetto.

La serie è infatti tratta dall'omonimo romanzo del 2011 di Elena Ferrante, primo di un ciclo che già si compone di quattro volumi insieme a Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta e Storia della bambina perduta. Un dettaglio non trascurabile, che consente la produzione di ulteriori stagioni con pari livello di approfondimento e coerenza narrativa, attingendo stagione dopo stagione ai romanzi successivi della Ferrante. Un potenziale futuro che dipenderà alla risposta del pubblico quando la serie arriverà in TV, in autunno e nella stessa fascia oraria sia su Rai1 che TimVision, oltre che in sala, grazie a Nexo, per un'uscita evento l'1, 2 e 3 ottobre.

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Storia di due bambine: l'inizio della storia de L'amica geniale

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La trama de L'amica geniale prende il via nel presente, con la richiesta d'aiuto a Elena Greco da parte del figlio di Raffaella Cerullo, una delle persone più importanti della vita della donna. La Cerullo ha fatto perdere le sue tracce ed Elena si mette al computer per scrivere quella che è la storia della loro amicizia nata in un quartiere popolare di Napoli, nel 1950. Lila e Lenù si conoscono in prima elementare e sono due bambine brillanti, le più brave della classe, ma diverse tra loro: se la seconda è bionda e timida, la prima è mora e dotata di un'intelligenza al di sopra della media, che la rende capace di imparare a leggere e scrivere senza l'aiuto di nessuno. Lila è però anche cattiva, Lenù lo percepisce ma ne è attratta, instaurando con lei una forte amicizia che le sostiene in un rione di Napoli in cui la povertà è il comune denominatore.

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La Napoli degli anni '50

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Un legame destinato ad affrontare e superare le difficoltà della vita: già dopo le elementari, infatti, il percorso scolastico di Lila è influenzato dalle condizioni economiche della sua famiglia, mentre Lenù riesce a proseguire gli studi. È un punto cardine dei primi episodi visti a Venezia 2018, perché il povero, difficile contesto sociale della Napoli degli anni '50, nel quale siamo guidati dalla voce narrante fuori campo di Elena/Alba Rohrwacher, è tratteggiato con drammatica precisione dagli autori, così come da un Saverio Costanzo attento e misurato: il gruppo di palazzine che imprigiona le esistenze delle due bambine è un microcosmo duro e complesso, in cui la povertà la fa da padrona, segnando in modo drammatico le condizioni di vita delle famiglie che lo abitano. Un contesto in cui studiare è un lusso, soprattutto per le bambine che devono fare i conti con una società profondamente patriarcale in cui la parola del capofamiglia è legge, che affronta le difficoltà del dopoguerra e si avvia alla progressiva crescita del periodo successivo.

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Lila e Lenù, le protagoniste della storia

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Se questo è uno sfondo solido, che si avvale anche di una buona ricostruzione e un evidente sforzo produttivo, tra parlato in dialetto, scenografie curate e costumi credibili, il vero cuore de L'amica geniale sono le due bambine interpretate da Elisa Del Genio e Ludovica Nasti, capaci di un'intensità e una freschezza che rende giustizia ai personaggi creati da Elena Ferrante. Meno possiamo dire delle loro controparti adolescenti, viste solo in un promo degli episodi successivi della prima stagione, ma possiamo ritenerci soddisfatti della parte iniziale della storia e dei primi passi di questa complessa amicizia: le due bambine dimostrano un'ottima alchimia e la capacità di trasmettere sia l'innocenza della giovane età che la durezza conquistata a forza di colpi subiti da parte di un mondo difficile e aspro.

I primi due episodi de L'amica geniale, intitolati Le bambole e I soldi, sono un efficace incipit per la storia ispirata al ciclo di romanzi della Ferrante, capaci di immergere lo spettatore nella vicenda, guidarlo e lasciare che entri in sintonia con i personaggi e le loro difficoltà, lasciandolo con la curiosità di guardare subito i successivi.

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4.0/5