A due anni di distanza dalla seconda stagione, è arrivata finalmente su Rai Uno, dal 6 febbraio, L'amica geniale 3, terzo capitolo delle avventure di Elena e Lila, protagoniste della serie televisiva ispirata alla saga letteraria di Elena Ferrante. Il sottotitolo di questa terza stagione è Storia di chi fugge e di chi resta: nei panni delle due ragazze ritroviamo ancora le attrici Margherita Mazzucco e Gaia Girace.
Composta da otto episodi, L'amica geniale 3 vede un passaggio di testimone alla regia: Daniele Luchetti sostituisce Saverio Costanzo, mentre Alba Rohrwacher è ancora la voce narrante. Ritroviamo Elena che ha appena pubblicato il suo primo romanzo ed è in procinto di sposarsi con un professore universitario. Se la passa peggio invece Lila: lavora ancora al salumificio, deve occuparsi del figlio piccolo e ha gravi problemi di salute.
Abbiamo incontrato via Zoom le attrici Margherita Mazzucco e Gaia Girace: tra l'importanza di avere qualcuno che ti ricorda chi sei e il farsi valere, abbiamo chiesto alle interpreti come si fa a difendersi dalle persone che si comportano come uno dei personaggi televisivi più odiosi di sempre. Ovviamente Nino Sarratore.
Intervista a Margherita Mazzucco e Gaia Girace
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L'amica geniale 3: come difendersi dai Nino Sarratore
Questa terza stagione comincia con Nino Sarratore che dice a Elena: "Lila non sa cosa sia la dedizione: è fatta male nella testa". Penso che sia uno dei personaggi più detestabili che la televisione abbia mai visto: come si fa a difendersi dai Sarratore del mondo?
Gaia Girace: Personalmente quando mi rendo conto che una persona è tossica faccio: ciao, ciao, via dalla mia vita.
Margherita Mazzucco: Io sono come Elena: ci cado, ci sbatto la testa e poi ci sto male. Vorrei avere il super potere di riconoscere le persone subito per quello che sono.
La mamma del futuro sposo di Elena le dice: "A noi donne è dato il compito di essere felici dei loro successi". Due ragazze come voi, diventate attrici di successo, come la prendete questa frase? Che tristemente spesso è ancora attuale?
Margherita Mazzucco: Ho rivisto gli episodi la settimana scorsa e questa cosa non me la ricordavo. Sono rimasta sconvolta quando l'ho rivista! Questo concetto per fortuna non mi appartiene proprio. Non esiste. Secondo me è veramente un concetto abbastanza antico.
Gaia Girace: Sì è retrogrado. Sono felice dei successi degli altri, però prima magari dei mei. Questo maschilismo è sbagliato.
Il proprietario del salumificio, dopo che l'ha aggredita e ha tentato di farle violenza, le dice. "Eh ma io ti ho chiesto scusa". Come se aggredire fisicamente una persona fosse una cosa goliardica. Tristemente i fatti di cronaca, come quelli di Capodanno, ci dicono che è un pensiero ancora diffuso: come si può combattere questa mentalità?
Gaia Girace: Non so come si possa combattere questa mentalità: alla fine di base c'è un'ignoranza. E combattere l'ignoranza è veramente difficile. Si può ignorare, si può combattere con l'istruzione, con la cultura.
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Alla fine del secondo episodio c'è una frase bellissima, la dice Lila a Elena: "Guardami sempre, anche quando te ne vai da Napoli". Quanto è importante avere nella vita un rapporto del genere: qualcuno che, anche se magari non vedi sempre e con cui a volte ti confronti anche duramente, è sempre lì a ricordarti chi sei?
Margherita Mazzucco: È molto importante. Per me questo ruolo ce l'ha la mia famiglia. Per tutti questi anni mi ha sempre ricordato chi fossi, mi ha sempre trattato in maniera normale. Questo è stato molto importante, soprattutto nell'età dell'adolescenza, in cui abbiamo meno difese e si può cadere più facilmente. Quindi è fondamentale avere chi ti ricorda che sei sostenuto sempre, che hai sempre qualcuno a cui rivolgerti, a cui chiedere aiuto.
Gaia Girace: Per me questo ruolo lo hanno i miei migliori amici, perché riescono sempre a farmi estraniare da qualsiasi situazione. Magari sono triste, sono stanca e riescono a portarmi da un'altra parte e a trattarmi come una persona normale, facendomi vivere momenti felici. Sono veramente un punto di riferimento. Anche perché capita che non ci vediamo per mesi, che ci sentiamo poco, però so che quando ci rincontriamo il rapporto è sempre lo stesso.