La verità su La dolce vita, la recensione: un paradiso nato da un inferno

La recensione de La verità su La dolce vita, docufilm che svela i restroscena di uno dei film più famosi al mondo in occasione del sessantestimo anniversario.

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La verità su La Dolce Vita: una sequenza del film

Il cinema scorre nelle vene di Giuseppe Pedersoli fin dalla nascita, dettaglio impossibile da ignorare nella recensione di La verità su La dolce vita, docufilm che svela i retroscena della genesi tormentata del capolavoro di Federico Fellini. Pedersoli è, infatti, figlio di Carlo Pedersoli, vero nome di Bud Spencer, e di Maria Amato, figlia del produttore de La dolce vita Giuseppe Amato. Costruito come un docufilm classico, con tanti materiali di reperto inediti, interviste e un attore (Luigi Petrucci) a interpretare Amato in tutte le parti drammatizzate, La verità su La dolce vita svela i retroscena su quello che forse è il film italiano più famoso nel mondo.

Giuseppe Pedersolisi è affidato alle testimonianze della madre e al ricco carteggio tra il padre, Fellini e Angelo Rizzoli, l'altro super produttore de La dolce vita, per ricostruire le tappe che hanno portato alla nascita di un capolavoro, costato a Peppino Amato la salute, i soldi e alla fine perfino la vita. L'immagine di Federico Fellini che emerge dal film è quella di un genio ammaliatore, capace di sognare in grande e di affascinarti con la sua vocetta flautata, ma anche di un artista egomaniaco, testardo e inaffidabile. Dopo aver firmato un contratto che prevedeva 400 milioni di lire il tetto massimo del budget, La dolce vita finì per costarne più del doppio costringendo Peppino Amato a indebitarsi e causando la fine della sua collaborazione decennale con Angelo Rizzoli. Ma partiamo dall'inizio.

Materiali inediti per scoprire il mito

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La verità su La Dolce Vita: Locandina Cineriz Rizzoli Fellini Amato

In un'intervista di repertorio, Dino De Laurentiis spiega di aver posseduto inizialmente i diritti de La dolce vita, ma di essersi lasciato convincere da Giuseppe Amato a cederglieli perché i suoi collaboratori non amavano la sceneggiatura. Dopo aver prodotto Umberto D., Quattro passi tra le nuvole e Don Camillo, Amato si imbarca in un'avventura eccezionale che, come svela lui stesso nel corso del docufilm, si trasformerà in un vero e proprio inferno.

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La verità su La Dolce Vita: Lettera Fellini-Amato

Mentre l'istrionico e lungimirante produttore, nonno del regista, lascia trapelare riflessioni e strategie grazie all'espediente del suo doppio fictional, che spesso e volentieri parla rivolgendosi direttamente allo spettatore, la figura di Fellini emerge a poco a poco attraverso qualche frammento di intervista e soprattutto attraverso il carteggio con i suoi produttori drammatizzato dai doppiatori Luca Dal Fabbro e Ambrogio Colombo. Apprendiamo che per Amato convincere Fellini a ridurre da quattro a tre ore il suo film, a rispettare le scadenze e ad avere il film pronto in tempo per garantirne le vendite sul mercato internazionale sarà un'impresa che metterà a repentaglio la sua posizione e la sua salute.

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La verità su La Dolce Vita: Gregory Peck e Giuseppe Amato

La ricchezza di materiali confluiti ne La Verità Su La Dolce Vita è evidente. Assieme alla lettere di Peppino Amato e alle foto d'epoca abbiamo le interviste dell'Istituto Luce, la guida del critico Mario Sesti, che dal prato di Cinecittà ci aiuta a decifrare meglio il passato e la ricostruzione di alcuni momenti chiave del processo, con in più l'aggiunta delle più celebri sequenze de La dolce vita, con la sinuosa e sfuggente Anita Ekberg capaci di incantarci dopo una manciata di fotogrammi. Per altro il docufilm ci svela che una delle condizioni imposte da Dino De Laurentiis per realizzare il film era avere Paul Newman come protagonista. Peppino Amato opterà per un volto più anonimo e meno divistico come quello di Marcello Mastroianni, che negli anni a venire ringrazierà per la fortuna toccatagli.

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La verità su La Dolce Vita: una scena

La verità su La dolce vita si rivela una storia d'amore nei confronti del cinema e dei suoi protagonisti. Un racconto appassionato e lineare della nascita di un capolavoro immortale che compiace lo spettatore riportando sullo schermo il volto e la voce di Federico Fellini in occasione del centenario della sua nascita e del sessantesimo de La dolce vita, ma anche i volti dei "suoi" attori, Marcello Mastroianni, Sandra Milo, Valeria Ciangottini, Giovanna Ralli. Il film è al servizio del mito e l'entusiasmo per la materia che trapela ci aiuta a perdonare qualche piccola ingenuità e l'effetto di posticcio che porta con sé la scelta di aggiungere la ricostruzione fictional ai materiali di repertorio.

Conclusioni

Una recensione più che positiva per La verità su La dolce vita, documentario che trasuda amore per il cinema e per il capolavoro di Federico Fellini, uno dei film italiano più celebri al mondo nonostante la genesi tormentata, i ritardi gli sforamenti di budget e i capricci del regista. A raccontare la storia segreta de La dolce vita un figlio d'arte, Giuseppe Pedersoli, nipote del produttore del film Peppino Amato e figlio di Bud Spencer.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • La passione per il cinema che trasuda dal documentario.
  • La possibilità di rivedere i volti di Marcello Mastroianni, Federico Fellini, Giovanna Ralli e di tutti coloro che hanno fatto grande quella stagione cinematografica.
  • Il film è ricco di materiali inediti che ci permettono di scoprire retroscena e gustosi episodi.

Cosa non va

  • L'effetto posticcio legato alla scelta di drammatizzare i fatti affidando il ruolo di Peppino Amato a un attore.