La Torre Nera: Cos’è “veramente” la saga creata da Stephen King?

Il film ispirato all'imponente opera kinghiana arriva in sala, ma non tutti sapranno perché la saga de La Torre Nera è considerata il magnum opus dell'autore del Maine.

The Dark Tower: Idris Elba interpreta Roland
The Dark Tower: Idris Elba interpreta Roland

Stephen King si avvia ai suoi settant'anni, dal 1974 ad oggi ha pubblicato oltre ottanta romanzi, eppure un'opera come La Torre Nera è considerata il suo magnum opus pur essendo composta da soli otto romanzi. Nemmeno il 10% della produzione del Re dell'horror. Come mai? Perché tutta quest'attenzione per una saga nata quasi per caso, scritta a strappi e con lunghe, a volte criminose, pause tra un volume e l'altro e che ha rischiato seriamente di non vedere una conclusione quando il suo autore è stato malamente investito da un minivan nel 1999?

Se non avete mai letto La Torre Nera, il nostro consiglio è di rimediare al più presto, immergendovi in un viaggio lungo e soddisfacente, ricco e originale, intriso di un'epica sporca e malata; se non avete mai letto il romanzo, provate pure il film in uscita il 10 agosto... ma non fermatevi a questo tentativo, poco riuscito e pasticciato, di rendere la grandiosità dell'opera kinghiana. Affrontate il testo, immergetevi in quel "mondo che è andato avanti" che King ha raccontato nell'arco di vent'anni, unitevi alla fetta di Fedeli Lettori che conosce e ama Roland, l'Uomo in Nero, Eddie, Susannah, Jake e gli altri personaggi che hanno dato vita ad un percorso fatto di sette libri e tante stradine parallele più o meno corpose.

Leggi anche: La Torre Nera: l'opera più ambiziosa di Stephen King diventa un film che dimenticheremo presto

La carta magica

L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì.

Under the Dome: Stephen King sul set della serie
Under the Dome: Stephen King sul set della serie

Immaginate queste parole, il potente incipit del primo libro, impresse su una carta spessa come cartone, dalla forma anomala e tinta di un eccentrico verde brillante: se siamo stati condotti nel mondo de La Torre Nera è perché al suo ultimo anno di college il giovane Stephen King ha ricevuto una risma di carta di questo tipo quando lavorava alla biblioteca dell'università del Maine. Un'altra di quelle risme, di color uovo di pettirosso, arrivò alla sua futura consorte Tabitha, mentre una terza all'allora compagno di lei.
Tutti e tre destinati a diventare scrittori più o meno affermati negli anni successivi.

The Dark Tower: un'immagine del film
The Dark Tower: un'immagine del film

Una carta magica, si direbbe, che instillò nel giovane, pretenzioso King la voglia di farne qualcosa di unico, di altrettanto magico. Già in passato colpito dall'epopea fantasy de Il signore degli Anelli, Stephen aspettava l'ispirazione per dar vita ad una saga ugualmente potente, ma che fosse sua, convinto che di elfi ed ambientazioni simil-medievali ne avessimo già a sufficienza. Un'ispirazione che venne da Childe Roland alla Torre Nera giunse di Robert Browing, ma anche e soprattutto dal grande schermo, dall'immensità degli spazi e la grandiosità dei personaggi de Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone.

Leggi anche: Stephen King: i 10 migliori film tratti dai suoi romanzi

Uomo Nero non avrai il mio scalpo

La Torre Nera
La Torre Nera

L'originalità de La Torre Nera, infatti, deriva dal suo essere insieme western e fantasy, di portarci in un mondo che è sì di fantasia, ma che ha la sabbiosa sporcizia degli sterminati paesaggi del far west americano. Un mondo che è andato avanti, lo abbiamo detto, e nel quale si trascina un ultimo pistolero (e non cavaliere, come vorrebbe farci credere il titolo italiano del primo romanzo, che cerca di far trasparire anche l'epicità del racconto), ultimo discendente di un vecchio ordine ed ossessionato dalla Torre Nera e dalla sua nemesi, l'uomo in nero. Una figura solitaria, brusca e poco incline alla socialità, Roland Deschain è descritto da King come un Clint Eastwood indurito dalla vita e dalla sua infinita ricerca.

The Dark Tower: un'immagine di Idris Elba e Tom Taylor
The Dark Tower: un'immagine di Idris Elba e Tom Taylor

Un protagonista al quale, passo dopo passo, King ha affiancato altri personaggi per andare a formare un ka-tet, un concetto che l'autore stesso ha introdotto nel corso della saga, aumentandone il fascino: termine proveniente dall'Alto Linguaggio, Ka-Tet significa "uno da molti", indica un gruppo di persone convocato dal Ka, dal destino ed indica i compagni di viaggio di Roland nella sua missione. Sono Jake, Eddie e Susannah, chiamati, o tratti (e chi ha letto i romanzi sa il perché di questi termini con cui in momenti diversi è stato reso il "drawing" del titolo del secondo romanzo, "The Drawing of the Three", La chiamata dei tre), da momenti diversi della New York del nostro mondo e da quel momento compagni di avventura del protagonista.

Leggi anche: Stephen King: 10 adattamenti che vorremmo vedere al cinema o in TV

Il KingVerse

La Torre Nera: una foto dell'Overlook Hotel
La Torre Nera: una foto dell'Overlook Hotel

Di romanzo in romanzo, la saga della Torre Nera ha preso forma nella mente di King, germogliando come la rosa che la simboleggia nel nostro mondo ed arrivando probabilmente a spazzar via i confini di quella prima traccia che aveva in mente quando ha intrapreso il viaggio, infestando e inglobando tutta l'opera kinghiana. Se sette sono i romanzi che compongono la saga (diventati successivamente otto con La leggenda del vento del 2012), e comprendono una emozionante ed intensa storia d'amore sul passato del protagonista oltre ad un quinto capitolo che omaggia un classico come I magnifici sette, tracce di essa si sono sparse in tanti altri romanzi della corposa bibliografia dell'autore del Maine, da Le notti di Salem, L'ombra dello scorpione e L'incendiaria a Insomnia, Cuori in Atlantide, Desperation, dal sequel de Il talismano, scritto a quattro mani con Peter Straub, a Buick 8 e persino It, andando a costituire un corpo unico, un mondo univoco in cui tutte le storie di Stephen King si muovono.

Leggi anche: It di Stephen King con un nuovo spaventoso Pennywise: finalmente un film all'altezza del romanzo?

Cos'è la Torre Nera?

images/2017/08/04/darktowerjpg-6853fc_1280w.jpg

Se la Torre Nera è il perno attorno al quale ruotano tutti i mondi, viene spontaneo identificarla con l'immaginazione stessa di Stephen King, il vero fulcro attorno al quale tutte le sue storie gravitano inevitabilmente. Immersa nel suo sterminato campo di rose (e non tra le nuvole, come vuole l'adattamento cinematografico), la Torre è un simbolo, una meta irraggiungibile che l'Uomo in Nero e il Re Rosso tramano per far crollare con un dispiego di mezzi che il film maldestramente abbozza nei suoi primi minuti. Della sua natura, dei vettori e dei frangitori, il lettore kinghiano scopre poco a poco, man mano che la mitologia della saga prende corpo e forma alle spalle dei suoi personaggi, del suo tono e della sua atmosfera, lasciandosi andare ad essi. Con un primo romanzo di non facile lettura, con un'ambientazione fuori dal comune, con la mole impegnativa dell'opera completa, King ha posto un grosso filtro tra la massa di chi lo seguiva e la Torre, lasciando che fosse e restasse un'opera per una nicchia di eletti tra i suoi fedeli lettori. Più del colore della pelle di Roland e ben più delle libertà narrative, infatti, è nel tentativo di rendere il film un blockbuster, di voler raggiungere il grande pubblico, che si evidenzia il più grande tradimento alla saga di King.

Leggi anche: La Torre Nera: la serie tv sarà "totalmente canone" e aderirà ai romanzi di Stephen King

Un adattamento impossibile?

La Torre Nera: Idris Elba e Tom Taylor in un momento del film
La Torre Nera: Idris Elba e Tom Taylor in un momento del film

Non solo per la sua estensione che si avvia alle quattromila pagine, quindi, è un adattamento che rasenta l'impossibile, soprattutto nella modalità scelta di un'unico film per coprire l'intera mitologia della saga. Se il risultato è un film dimenticabile ed innocuo, laddove l'opera di King segna e resta dentro, è per questa scelta sbagliata a monte, figlia di una lunghissima serie di tentativi e false partenze, che avevano coinvolto diversi autori e produttori più o meno noti. La scelta più giusta sarebbe stata quella ipotizzata per un periodo, che prevedeva un primo film, una serie ed ulteriori pellicole, ma avrebbe richiesto un investimento che, probabilmente, il bacino d'utenza de La Torre Nera non sarebbe stato in grado di coprire.

La decisione presa, di farne un sequel indipendente, sarà sembrata un'idea interessante che solo in corso d'opera avrà mostrato i suoi incredibili limiti. A bocce ferme va detto, ma non possiamo fare a meno di sperare in un suo successo, perché aprirebbe le porte ad ulteriori adattamenti ed alla serie, che a detta di Arcel sarebbe già sceneggiata, sul quarto libro e la storia del giovane Roland. Una storia che noi lettori della Torre Nera moriremmo dalla voglia di vedere su schermo. Noi lettori... e, purtroppo, pochi altri.