La Disney ci ha sempre insegnato, a suo modo, l'importanza della diversità (pensiamo alla Bestia o al Gobbo di Notre Dame) e del riscatto sociale (pensiamo a Cenerentola), di outsider e persone povere che riuscivano ad arrivare al comando del Regno di turno, grazie alla propria forza di volontà e spesso con un pizzico di fortuna e di magia. È sicuramente in quest'ultima categoria che rientra Semola, il protagonista de La Spada nella Roccia, 18° Classico del Canone Disney parte della cosiddetta Epoca d'Argento, ovvero l'ultima a cui poté partecipare Walt Disney in persona prima della morte, avvenuta nel 1966.
Datato 1963 e diretto da Wolfgang Reitherman, The Sword in the Stone fu il penultimo film a cui partecipò il fondatore, l'ultimo a cui contribuì fino alla fine delle riprese e l'ultimo ad uscire in sala prima della sua dipartita. Andando a ripescare in quel periodo non solo fiabe popolari ma anche classici della letteratura, la Casa di Walt in questo caso prendeva spunto dal romanzo omonimo di T. H. White, sostanzialmente una rielaborazione dell'origin story di Re Artù, già risultato di un suggestivo mix tra leggenda e mito. Chiunque può essere Re, perfino uno scudiero smilzo e goffo ma determinato, se ha la forza nel cuore.
Basta un poco di zucchero...
È molto potente la storia di Semola, il suo rapporto con Caio, il cavaliere tutto muscoli e niente cervello a cui fa da scudiero, e suo padre Sir Ettore che lo ha preso sotto la sua ala una volta rimasto orfano, facendogli sostanzialmente fare tutte le faccende e i compiti più ingrati, proprio come Cenerentola, per guadagnarsi la cena in tavola e la promessa di diventare cavaliere, forse, un giorno. Ma Semola non si arrende e saranno due gli incontri fortuiti a determinare il suo destino: il primo, quello con Mago Merlino, uno stregone decisamente avanti coi tempi e forse il più grande di sempre, almeno a detta sua, e la Spada nella Roccia del titolo: chi la estrarrà avrà il destino scritto davanti a sé. Incredibilmente sarà proprio Semola a riuscire a tirarla fuori, perché non è richiesta la forza fisica bensì quella della mente e di un cuore puro. Il film è un vero e proprio romanzo di formazione per il ragazzo, che prima di salire sul trono così giovane e pensare ad una possibile Tavola Rotonda (e non Quadrata) si vede trasformato in uno scoiattolo, un pesce ed un uccello da parte di Merlino per provare a fargli capire e provare sulla propria pelle il mondo degli animali e la legge del più forte della natura che lo circonda. Emblematici, in tal senso, i personaggi apparentemente villain del lupo denutrito e anoressico, del luccio marino e del falco, che inseguono per tutta la pellicola il giovane senza acchiapparlo mai diventando quindi caricatura di se stessi, proprio come Caio (prima di Scrat e della sua Ghianda, c'erano loro).
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Origin Story
Un elemento che l'Epoca d'Argento riportò nei Classici Disney furono i brani originali e le relative performance: La Spada nella Roccia non fa eccezione e a curarli questa volta furono gli Sherman Brothers, che avrebbero poi scritto altrettante canzoni entrate nella storia come quelle dei film in tecnica mista Mary Poppins (1964) e Pomi d'ottone e manici di scopa (1971) e dell'adattamento cartoon di un altro classico della letteratura, Il libro della giungla (1967). La pellicola è un tripudio di battute al fulmicotone, merito della fortissima caratterizzazione dei personaggi, divenute veri e propri tormentoni: a quanti di voi è capitato di calmare un amico che si sta atteggiando un po' troppo dicendogli "Cala Cala Merlino"? Oppure pensare alla zuccheriera magica di Merlino quando non si vuole il caffè o il tè troppo dolce? O ancora dare dell'Anacleto a qualcuno un po' troppo permaloso?
Il film ha dato vita negli anni a una sequela di meme e gif grazie al suo essere invecchiato benissimo: dalla tenuta da Honolulu di Merlino nel finale, alla corona troppo grande per la testa di Semola, alle battute continue di Anacleto, il gufo parlante dello stregone, a metà strada tra l'arrogante, il saggio e soprattutto il suscettibile. Tra tormentoni e canzoni iconiche, il grande merito de La Spada nella Roccia sta nell'aver riscritto una storia in parte conosciuta da tutti, ma mai storicamente provata, raccontando non solo l'adolescenza di Re Artù e le sue umili origini ma soprattutto un mondo colorato e vivace quando storicamente era tutt'altro, ovvero quello del Medioevo.
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Potere
La Spada nella Roccia è in fondo una riflessione sul potere e su chi lo esercita, e sulla percezione di entrambi - tra una battuta e l'altra, attraverso il ritmo incalzante delle sequenze. Ma il suo potere a livello filmico rimane quello di farci potentemente credere nelle possibilità che possono arrivare per ognuno di noi, anche i più insospettabili. Un'esortazione a darsi da fare sui propri obiettivi, rimanere concentrati e mantenere un animo puro, un aspetto che non dovrebbe mai passare di moda, nemmeno dopo 60 anni. Oltre a consegnarci alcuni tra i protagonisti più iconici della storia della Disney: non solo Mago Merlino ma anche il suo corrispettivo nella Magia Nera, la Mago Magò: il loro combattimento rimane uno dei più surreali e stimolanti a livello animato nella storia del cinema. Non ci sono solo le trasformazioni colorate e animalesche in ballo, con grandi risultati a livello animato, ma anche le frecciatine verbali che i due si lanciano tra un incantesimo e l'altro. La Spada nella Roccia era insomma avanguardia pura, e tutt'oggi ne subiamo il fascino incontrastato.