Se c'è un aspetto che ha sempre contraddistinto La ruota del tempo, la serie fantasy Prime Video tornata ogni giovedì con la terza stagione in streaming, è che non sono chiari i confini tra eroi e villain, ma preferisce le sfumature di grigio all'oscurità più profonda.

Inoltre non c'è un solo eroe - per quanto ci sia un prescelto, il Drago Rinato - bensì cinque: Rand al'Thor (Josha Stradowski), Nynaeve al'Meara (Zoë Robins), Egwene al'Vere (Madeleine Madden), Perrin Aybara (Marcus Rutherford) e Mat Cauthon (Dónal Finn dopo il cambio di casting all'inizio della stagione 2). Abbiamo incontrato proprio Finn e Rutherford su Zoom per commentare l'inizio della terza stagione e questo particolare gruppo di amici.
La ruota del tempo 3: intervista a Marcus Rutherford e Dónal Finn
I protagonisti appena citati sono i Magici Cinque per così dire: Rand è il Drago Rinato ma ognuno degli altri ha un ruolo fondamentale nel suo destino. Un po' come dei supereroi, ma più vicini agli Avengers oppure alla Justice League? Entrambi gli interpreti scelgono i Vendicatori Marvel: "C'è qualcosa in ognuno di loro che portano come qualità unica, equilibrandosi l'uno con l'altro. Credo che l'altro aspetto che li accomuna agli Avengers sia che le voci e i talenti dei singoli siano chiaramente definiti e penso che una qualità che li caratterizza è che c'è un senso di comunità. Non possono agire da soli perché hanno bisogno l'uno dell'altra".
Un gruppo speciale nella serie Prime Video

Questa peculiarità rende la squadra unica. Ma qual è l'ingrediente magico per creare quel senso di comunità e amicizia tra i cinque? Dice Marcus Rutherford: "Penso che ognuno abbia una qualità differente come in qualsiasi gruppo di amici qualcuno ha una personalità più marcata, chi è più lungimirante, chi più schietto e penso che si equilibrino a vicenda. Se tutti fossero come Perrin nel gruppo, ci sarebbero tanti emo (ride). È come se permettesse agli altri di trovare il proprio spazio. Parla quando sente di essere davvero ascoltato".

Poi continua: "Nynaeve è più lungimirante e schietta. Capire le differenti personalità in ognuno fa integrare meglio un gruppo. Se tutti fossero come Rand, ci sarebbero troppe persone alle luci della ribalta. Se tutti fossero come Matt, non si concluderebbe nulla (ride), però sarebbe divertente, si berrebbe e giocherebbe d'azzardo tutto il tempo. In qualsiasi tipo di gruppo di amici c'è la consapevolezza che ognuno ha doveri e responsabilità e tipi di personalità per tenere attivo il gioco. C'è un consenso condiviso in cui ognuno comprende l'altro".
L'epica fantasy della serie
La trama della terza stagione de La ruota del tempo si basa principalmente sul quarto libro della saga originaria di Robert Jordan, L'ascesa dell'ombra (The Shadow Rising), uno dei preferiti dai fan. Queste nuove puntate separano ancora una volta il quintetto protagonista, come già successo in passato nello show e come da tradizione nel genere, per nuove missioni in giro per le Terre Occidentali. Oltre a Tar Valon, questi nuovi episodi li portano nel Deserto Aiel, nella città portuale di Tanchico e nell'antica città proibita di Rhuidean. Come si affronta quest'aspetto della storia e dei personaggi?

Dice Dónal Finn: Penso che sia bello vederli in questo momento di pace. Vederli in quel setting è un modo per ricordare che sono in questo viaggio per ritrovare il proprio senso di casa. Prima che iniziasse tutto. Credo che sia positivo per loro avere queste occasioni per rilassarsi e connettere l'uno con l'altro, così che capiscano quanto non vogliano separarsi.
Conclude: "È un viaggio necessario per tornare alle loro priorità. Un modo per ricordare loro perché fanno ciò che fanno. Dato che alla fine ciò che è ottimo per loro come gruppo in particolare è che si prendono continuamente cura l'uno dell'altro, sentono la connessione verso casa. Hanno tutti gli stessi valori ma questo significa che devono andare spesso perseguirli in diverse parti del mondo e in diverse missioni per avere ancora una casa in cui tornare".