Si torna a percorrere i lussuosi corridoi delle dimore nobili inglesi nello spin-off prequel di Bridgerton dedicato principalmente alla figura della sovrana già conosciuta nelle prime stagioni della serie Netflix, la Regina Carlotta, e alle altre donne che hanno aperto la strada ai giovani diamanti della Ton, Lady Agatha Danbury e Lady Violet Bridgerton.
Nella nostra recensione de La Regina Carlotta: Una Storia di Bridgerton vedremo come Shonda Rhimes e soci hanno lavorato sulla costruzione di un'altra parte del mondo ideato in origine dalla scrittrice Julia Quinn nei romanzi su cui si basa la serie principale, e su come tutto questo andrà ad informare la storia che vedremo raccontata nei nuovi episodi di Bridgerton.
Intanto, vi ricordiamo che La Regina Carlotta: Una Storia di Bridgerton è disponibile su Netflix a partire dal 4 maggio, ed è composto da sei episodi.
Tra passato e presente
Ce lo avevano anticipato già durante l'evento virtuale tenutosi in occasione della presentazione del trailer di La Regina Carlotta il giorno di San Valentino, ed era qualcosa di prevedibile dato l'annunciato ritorno di Golda Rosheuvel (Regina Carlotta), Adjoa Andoh (Lady Agatha), Ruth Gemmell (Lady Agatha) e Hugh Sachs (Brimsley) nel cast, ma il prequel di Bridgerton viaggia su due diverse linee temporali, facendo la spola tra il passato delle donne appena menzionate e il presente (gli eventi sono ambientati dopo la seconda stagione di Bridgerton). Una scelta quantomai indovinata, perché in tal modo si riesce a connettere ancor più la narrazione e a preparare le basi non solo per quanto vedremo nella terza stagione di Bridgerton, ma anche in vista di una possibile seconda stagione dello spin-off. La Regina Carlotta, dopotutto, è stata presentata come una limited series, ma lascia ampiamente spazio per un proseguo dovesse ottenere il successo sperato.
Ma allora cos'è, esattamente, che vediamo in questo prequel? Un passato difficile, per quanto sfarzoso; una storia d'amore complicata, per quanto da fiaba; un mondo che ancora si appresta a diventare l'utopia che vediamo in Bridgerton, in cui le questioni di etnia non sono più tali. Ne La Regina Carlotta troviamo dei sovrani e dei nobili in divenire, una Ton che non è ancora la Ton che conosciamo, ma anzi ha bisogno di qualcuno che riesca a renderla tale. E, ovviamente, al centro di tutto vi è la corte del Re. Un Re, quello interpretato da Corey Mylchreest (che a tratti ricorda anche un po' il Jacob Elordi di Euphoria e The Kissing Booth), alle prese non solo con le imminenti nozze, ma anche con una situazione personale meno che ideale, e che sarà causa di frizioni e incomprensioni con la sua novella sposa e il parlamento. Un ambiente complesslo nel quale inserirsi, dunque, per la giovane Carlotta (India Amarteifio), a cui sembra di essere stata gettata in pasto ai leoni senza la giusta cognizione e preparazione. Ma l'amore, si sa, ha l'abitudine di prevalere, e quali che siano gli ostacoli e le difficoltà che la coppia reale incontrerà, sappiamo già dalla storia principale che il loro avrà lunga vita, e sarà anche piuttosto prolifico: dopotutto, la sovrana del presente non potrebbe ritrovarsi con il problema di far maritare e procreare tutti quei figli, altrimenti...
Non solo Carlotta
Uno degli aspetti più interessanti del prequel di Bridgerton è come questo possa definirsi effettivamente tale in quanto il focus non è solo sul personaggio titolare, ma anzi ci mostra, attraverso la figura di Lady Agatha in particolare, come si sia trasformata la società nel corso del tempo. E proprio Arsema Thomas, a cui è stato dato il compito di interpretare la zia del futuro Duca di Hastings a cui era bastato un cucchiaino per conquistare tutti, brilla più di tutti in questi sei episodi. A lei vengono concessi l'onore e l'onere di ricordare cosa succede quando, pur nella fortuna di possedere ricchezze e provenire da buone famiglie, non è semplice farsi valere in un mondo che fa sempre e comunque distinzioni di ogni genere, e anche quello di ricordarlo (a dire il vero, a volte, anche un po' troppo pedantemente) alla nuova Regina, con cui stringerà amicizia. Attraverso il suo arco narrativo, probabilmente quello sviluppato con maggiore cura all'interno della serie, possiamo ammirare la nascita e la vera crescita della Ton, e anche dare uno sguardo alla vita di Lady Violet prima di divenire una Bridgerton (il personaggio messo meno in risalto nel passato, ma che forse ne trae maggiore vantaggio nel presente). È nella linea temporale attuale che infatti Lady Agatha ci ricorda come Lady Whistledown scrive di tutto, ma "non scrive mai dei nostri cuori. Siamo storie mai raccontate".
E allora ecco che ci pensa La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton a raccontarle, con tanta disinvoltura (sono parecchie, ad esempio, le scene di sesso presenti nel prequel) e non troppi fronzoli (si contano solo due balli e un matrimonio), anche se non sempre in maniera impeccabile. Lo show, che può garantire ancora una volta un invidiabile reparto tecnico, a partire dalle pittoresche scenografie, passando per musiche (che riprendono lo stile già reso noto dalla serie principale, ovvero utilizzare delle hit moderne e rielaborarle in chiave classica) e costumi (si può notare anche la cura nella rappresentazione di due stili differenti, per delineare il passaggio del tempo anche nella moda), non è sempre costante sul piano registico e della scrittura. Il più grande appunto che si potrebbe fare è quello di un pacing poco bilanciato, un ritmo altalenante, di cui la storia risente specialmente nella parte centrale della narrazione (sebbene l'idea di un un temporaneo cambio di prospettiva nel racconto sia essenzialmente buona). Alcuni passaggi narrativi, poi, possono sembrare un po' bruschi, mentre altri leggermente ridondanti, ma la serie riesce comunque a imbastire una storia che, se le viene concesso il tempo di svilupparsi, può risultare accattivante tanto quanto quelle presentate nella serie principale. Tutto sta nel vedere chi andrà a premere sul tasto play, e chi resterà con La Regina Carlotta fino alla fine. Se è davvero la fine...
Conclusioni
Nella nostra recensione de La Regina Carlotta: Una Storia di Bridgerton scopriamo un buon prequel - seppur non privo di difetti - di una serie estremamente popolare, con scelte di casting indovinate e archi narrativi abbastanza ispirati, e che apre addirittura la strada a un'ulteriore produzione. Ma questo basterà a catturare l'attenzione e il cuore degli spettatori?
Perché ci piace
- Interessanti scorci di vita nel passato della Ton e dei suoi membri.
- Buona base per la narrazione presente e futura.
- Scelte di casting ispirate, specialmente nel caso della giovane Lady Agatha.
- Sempre ottima qualità dei comparti tecnici.
Cosa non va
- Ritmo della narrazione poco bilanciato.
- Non tutto necessita di ripetizione, qualcosa può necessitare di maggiori approfondimenti.
- Quanto attirerà davvero l'attenzione del pubblico?