Il Professor Cenerentolo: Leonardo Pieraccioni torna in sala con la sua consueta favola-panettone di Natale

Leonardo Pieraccioni, a due anni da Un Fantastico Via Vai, torna al cinema con la sua nuova favola-panettone di Natale, Il Professor Cenerentolo.

Era il 1995 quando un quasi sconosciuto neo cineasta toscano ha esordito sul grande schermo con I laureati, commedia forte di una freschezza leggera che ha dato una boccata d'ossigeno alla cinematografia di genere del Belpaese.

Il professor Cenerentolo: Flavio Insinna e Leonardo Pieraccioni in un'immagine promozionale del film
Il professor Cenerentolo: Flavio Insinna e Leonardo Pieraccioni in un'immagine promozionale del film

Da allora sono passati 20 anni e l'ei fu esordiente Leonardo Pieraccioni è arrivato ormai alla sua 12^ pellicola da attore regista perdendo, lungometraggio dopo lungometraggio, quella giocosità sorniona degli esordi che già dal suo secondo lavoro, Il ciclone, lo ha reso il nuovo Reuccio dell'italica risata. Con Il professor Cenerentolo l'atto-regista toscano cerca, attraverso una nuova favola-panettone di Natale, di reinventare se stesso portando in scena un personaggio un po' diverso dal solito impacciato rubacuori che l'ha reso famoso.

Il solito ignoto

Il professor Cenerentolo: Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini e Nicola Acunzo in un'immagine promozionale del film
Il professor Cenerentolo: Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini e Nicola Acunzo in un'immagine promozionale del film

Umberto Massaciuccoli (Leonardo Pieraccioni) è un ingegnere che per salvare la sua attività tenta di fare una rapina in banca. Preso con le mani nel sacco, il solito ignoto dalle scarse capacità criminali viene condannato a 4 anni di reclusione nel carcere di Ventotene dove, oltre a dare ripetizioni alla figlia del direttore del carcere (Flavio Insinna) e a mettere in discussione le sue doti di padre, ha il permesso di frequentare la biblioteca dell'isola e girare film educativi insieme ai compagni di sventura. Durante la proiezione del suo ultimo film Umberto incontra Morgana (Laura Chiatti), una bella e semplice insegnante di ballo, con il 25% di invalidità mentale, che lo scambia per un operatore culturale. Tra i due scocca la scintilla e Umberto, invece di optare per la sincerità, alimenta l'equivoco e inizia ad inventarsi mille modi per poter vedere la sua "fata" senza che lei si accorga che sia un carcerato costretto a rientrare in cella a mezzanotte, come un moderno Cenerello.

Il lato oscuro del cambiamento

Il professor Cenerentolo: Leonardo Pieraccioni in un'immagine del film
Il professor Cenerentolo: Leonardo Pieraccioni in un'immagine del film

Dopo il fin troppo tiepido successo di Un fantastico via vai, Leonardo Pieraccioni ha voluto richiamare nella sua scuderia di sceneggiatori, oltre che Domenico Costanzo, Giovanni Veronesi al fine regalare al pubblico un film degno del suo successo. Complice il ventennale di una carriera ricca di soddisfazioni e lo scoccare del mezzo secolo d'età, Pieraccioni con Il Professor Cenerentolo ha anche deciso di reinventarsi oltre che come attore, con un personaggio diverso dal solito, anche come regista e sceneggiatore attraverso un una pellicola un po' più complessa tanto nella regia quanto nella trama. Il risultato però non è eccellente e la volontà di cambiare i connotati alla propria cinematografia non si è dimostrata essere un'idea vincente per il toscanaccio che con Il Professor Cenerontolo ha portato nelle sale un lavoro surreale, indelicato, pregno di cliché da cine-panettone e di personaggi, come la stessa Morgana e l'Armandino interpretato da Davide Marotta, che con facilità e giusta causa potrebbero essere letti dagli spettatori come offensivi.

Coriandoli di verità

In un calderone di scelte sbagliate, di personaggi stereotipati che allontana una volta e (si spera) non per tutte Leonardo Pieraccioni dai suoi candidi e lodevoli esordi portandolo nella foresta oscura della comicità da cine-panettone, si scorge ancora, in una delle tante tematiche toccate da Il Professor Cenerentolo, la dolcezza dei suoi esordi. Da padre divorziato Pieraccioni sfiora con tenerezza nel suo ultimo film il dolore dell'idea di non essere un genitore all'altezza delle aspettative della figlia ed è lì, in quel coriandolo di verità, che l'autore di Il Ciclone torna ad essere se stesso chiedendo perdono per la sua imperfezione. Perdono che, come la figlia di Umberto, gli spettatori darebbero volentieri all'atto regista qualora decidesse il più presto possibile di tornare ad essere l'elegante sognatore della settima arte d'un tempo.

Movieplayer.it

2.0/5