La parrucchiera: Stefano Incerti, "La mia Napoli pop e colorata"

Svolta comica per il regista di 'Gorbaciof' che firma un omaggio a Napoli, alla sua anima più interculturale e accogliente. Un'opera declinata nei toni della 'commedia pop d'autore', che non risparmia eccessi e toni volutamente sopra le righe.

La parrucchiera: Pina Turco sul set del film
La parrucchiera: Pina Turco sul set del film

Si sarebbe dovuto chiamare 'Testa e tempesta' come il negozio della protagonista, poi però i produttori lo convinsero che quel titolo suonava un po' troppo da cinema d'essai. E così il nuovo film di Stefano Incerti, l'ottavo e il primo dai toni comici dopo tanti drammi, è diventato La parrucchiera, una surreale e "coloratissima commedia pop d'autore" che celebra Napoli e le sue mille facce, la multietnicità e lo spirito d'accoglienza, le contraddizioni e l'arte dell'arrangiarsi. Perché solo a Napoli poteva succedere che alcuni parrucchieri si inventassero il 'taglio gratis contro la crisi' finendo su tutti i giornali e attirando l'attenzione dei media fino ad approdare sul grande schermo. Il film di Incerti prende infatti le mosse da questa vicenda e la declina attraverso i toni eccentrici e volutamente sopra le righe della sceneggiata napoletana: "Il film è venuto fuori pian piano, ho iniziato a immaginarlo così colorato e pop quando ho trovato la location principale a febbraio e ho capito che non avremmo dovuto trattenerci, anzi avremmo potuto spingere anche sulla recitazione, che è un po' sopra le righe e mescola attori consumati con assolute scoperte, come Stefania Zambrano, la trans che interpreta Carla, che non aveva mai recitato in vita sua", spiega il regista durante l'incontro romano con la stampa. "Raccontare persone autentiche e senza maschera è una scelta sempre vincente".

Specie quando, come in questo caso, si mette in scena una storia di riscatto sociale: quella di Rosa (Pina Turco), avvenente ragazza dei quartieri spagnoli, madre single e parrucchiera costretta ad abbandonare il salone nel quale lavora da anni dopo l'ennesima avance del proprietario Lello (Tony Tammaro). Da quel momento Patrizia (Cristina Donadio), moglie di Lello, le si scaglierà contro mentre Rosa si lancerà nella titanica impresa di aprire un negozio tutto suo, "Testa e tempesta", nei bassi di Napoli. E ci riuscirà solo con il sostegno e la complicità di una variegata comunità locale: Salvatore (Massimiliano Gallo), affascinante tatuatore di cui Rosa è stata a lungo innamorata, Micaela (Lucianna De Falco), bizzarra e stravagante donna un po' age e Carla (Stefania Zambrano), transessuale sensibile e materna.
Il nuovo salone, un concentrato di esagerazioni e sperimentazioni glocal (su tutti il "vesuviush"), comincerà ad affermarsi soprattutto quando la trovata del taglio gratis suscita l'interesse della tv che contatterà l'insolito staff per realizzare un servizio sulle donne di Napoli. Tutto intorno una girandola di sottotrame - la vendetta, la celebrità fugace della tv, il mito dell'apparire, la violenza, l'amore, il disagio - in un'esplosione multietnica di vitalità, musica e danza.

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Le donne di Napoli e gli echi di Pedro Almodovar

La parrucchiera: Cristina Donadio in una scena del film
La parrucchiera: Cristina Donadio in una scena del film

L'umanità caleidoscopica de La parrucchiera restituisce una realtà matriarcale, dominata dalla grazia e dall'avvenenza di donne eccentriche, stravaganti, coloratissime che ricordano neanche troppo velatamente le figure femminili di Pedro Almodóvar: "I rimandi sono tanti perché sono un appassionato di cinema, me ne cibo e qualcosa rimane inevitabilmente dentro", racconta Incerti. "C'è Almodovar e l'universo femminile di Donne sull'orlo di una crisi di nervi, ma c'è anche Caramel o Le donne del 6° piano".
'E femmene 'e Napule sono Cristina Donadio e Pina Turco, nei panni di Patrizia e Rosa, due figure quasi complementari: "Si fanno la guerra, ma sono molto simili, si rispettano e si stimano, Rosa ha molte caratteristiche di Patrizia e viceversa", ci tiene a precisare Cristina Donadio che qui dopo Gomorra - La Serie si permette per la prima volta di giocare con la leggerezza della commedia. "Patrizia si sente tradita e per questo le si rivolta contro, ma sa anche che insieme sarebbero molto più forti".

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La parrucchiera: Massimiliano Gallo in una scena del film
La parrucchiera: Massimiliano Gallo in una scena del film

"In Rosa si uniscono due volti: quello più tosto e maturo di Patrizia e quello più irrequieto, aggressivo e ribelle di Rosa. Per me sono sempre state un personaggio unico" le fa eco Pina Turco, che con Cristina ha condiviso il set di Gomorra. "La mia Rosa ha il coraggio della donna che non si arrende mai e la capacità di sorridere nonostante tutto. Ho sempre pianto tantissimo e questo personaggio mi ha dato per la prima volta la possibilità di sorridere, non avevo mai sorriso prima".
Gli uomini non ne escono benissimo, quasi soggiogati e marginalizzati rispetto ad un universo femminile solidale e materno, da Tony Tammaro nell'insolito ruolo del cattivo, "un personaggio assolutamente fuori dalle mie corde, tanto che subito dopo aver letto la sceneggiatura pensai ci fosse stato un errore", a Massimiliano Gallo che interpreta "un tatuatore con un passato artistico e un'anima sensibile".

Napul'è mille culure

La parrucchiera: Tony Tammaro e Cristina Donadio in una scena del film
La parrucchiera: Tony Tammaro e Cristina Donadio in una scena del film

La parrucchiera è un film impregnato della visceralità partenopea, recitato in napoletano e da attori napoletani e rigorosamente kitsch nella messa in scena: "Abbiamo cercato un decor molto forte, in questo non ci siamo risparmiati, ma se vi capita di fare un giro a Napoli vi renderete conto che poi la realtà non è così diversa; la verosimiglianza c'è, ma è solo spinta drammaturgicamente verso l'esaltazione dei rapporti", sostiene il regista. È un'opera dal ritmo serrato, isterico: "Abbiamo girato in velocità una sceneggiatura con più di 120 scene e abbiamo fatto lunghe prove a tavolino come si fa a teatro", oltre a essere un film da ballare e da ascoltare sulle note folk dei Foja, le canzoni di Tony Tammaro e la colonna sonora firmata da Antonio Fresa: "La musica è solo uno dei personaggi di questa storia, ed era imprescindibile perché ci ha consentito di spingere sulla leggerezza del film, lo fa levitare portandolo in una zona da para musical e meno aderente al reale, più magica".

La parrucchiera: Arturo Muselli in una scena del film
La parrucchiera: Arturo Muselli in una scena del film

Ed è anche una commedia dai risvolti amari: "Questa amarezza di fondo che poi sfuma nell'ironia è nel nostro Dna, è una caratteristica delle persone della nostra terra, commenta la Donadio. "Napoli ha molte anime, ognuna ha la sua forza e autenticità ed è difficile restituirle tutte in un solo film. È ricca di contraddizioni e noi ce le portiamo tutte dentro, è una città oggi molto amata cinematograficamente e può raccontare un bacino pieno di tante vite e vissuti. C'è la Napoli cupa di 'Gomorra' e quella de 'I bastardi di Pizzofalcone' e poi c'è La parrucchiera che racconta una Napoli vera". L'altra Napoli, non quella su cui le cronache recenti hanno costruito un'immagine dalla quale la città sta faticosamente cercando di affrancarsi, ma quella dell'accoglienza, della multietnicità e della speranza ritrovata, come osserva Tony Tammaro: "Napoli in questo momento è così, stranissima e coloratissima, e La Parrucchiera ne restituisce uno spaccato autentico".