Era una mia amica. Litigavamo sempre su quella parola: 'amica'. Ma l'ho mollata e ho adottato il mio quinto cane: è comunque una bestia, ma almeno mi porta le pantofole!
Una piccola folla di esponenti dello show-business si riunisce per un'occasione speciale e, almeno in apparenza, festosa: celebrare la carriera di un personaggio illustre. La consegna di un prestigioso riconoscimento offre così l'opportunità di ripercorrere l'ascesa della destinataria del premio: i suoi successi, ma anche i compromessi e i "colpi bassi" che ne hanno scandito, in parallelo, il percorso professionale ed umano. L'indimenticabile antefatto del classico Eva contro Eva, riassunto in queste poche righe, ha lo stesso meccanismo narrativo adottato in Cena di gala, sesto episodio della quinta ed ultima stagione de La fantastica signora Maisel: un tributo a Susie Meyerson nella cornice dello storico Friars Club di New York, alla presenza di conoscenti e colleghi dell'ormai potentissima manager interpretata dalla splendida Alex Borstein.
L'anno in cui Susie viene onorata al Friars Club è il 1990, vale a dire a tre decenni di distanza dalla nascita del suo sodalizio con la Miriam Maisel di Rachel Brosnahan, talento in erba nel campo della stand-up comedy. Trent'anni in cui il rapporto fra le due donne è andato rafforzandosi e ha cambiato la vita di entrambe, per poi interrompersi all'improvviso nel 1985, come dichiara la stessa Midge nello sketch d'apertura. La quinta stagione della serie firmata da Amy Sherman-Palladino e da suo marito Daniel Palladino (regista e sceneggiatore della puntata in questione) è caratterizzata dai flashforward che, all'inizio di ciascun episodio, ci stanno proiettando nel futuro di Midge, diventata nel frattempo un'icona della comicità americana. Ma Cena di gala, in inglese The Testi-Roastial, stravolge tale formula: per la prima volta, quasi l'intera puntata è ambientata ben oltre il 'presente' della serie, e il fulcro dell'attenzione non è Midge, bensì Susie.
All about Susie
Tutto su Susie si potrebbe dire, parafrasando il titolo originale (All About Eve) di quell'Eva contro Eva che funge da efficacissimo modello drammaturgico di questo specifico racconto. Un racconto in cui i Palladino prendono in prestito alcuni dei loro collaboratori di lunga data (si riconoscono, fra gli altri, Danny Strong e Sean Gunn) per rievocare le innegabili doti di Susie Meyerson: l'intuito e la scaltrezza che, all'alba degli anni Settanta, le permetteranno di inanellare una tripletta di trionfi fra cinema, TV e teatro (fra cui la messa in cantiere de Il braccio violento della legge); la spregiudicatezza con cui smaschera le truffe di George Toledano (Peter Friedman), facendolo licenziare da The Gordon Ford Show; ma anche l'incrollabile senso di lealtà dimostrato sia al capezzale del proprio mentore Harry Drake (David Paymer), sia al fianco di Midge Maisel durante il suo ennesimo matrimonio.
Il repentino ripensamento di Midge a un quarto d'ora dalle nozze sancisce un'altra vetta di comicità de La fantastica signora Maisel, a partire dall'identità del futuro sposo, nientemeno che Philip Roth: un fuoco di fila di battute con i ritmi frenetici delle screwball comedy, un marchio di fabbrica dei Palladino fin dai tempi di Una mamma per amica. Già solo la telefonata di Susie al mitico scrittore è un pezzo da manuale: "Ha bisogno di qualcuno con cui ridere, Philip, e tu non la fai ridere... Sì, ho letto Lamento di Portnoy ed è molto divertente, ma tu non la fai ridere a colazione, il punto è questo. Dovevi leggerle Lamento di Portnoy a colazione forse, io non lo so!". E tuttavia, poco dopo averci regalato una delle sue pagine più divertenti, la serie cambia radicalmente registro con quella svolta che ci era già stata anticipata al principio della stagione: la rottura fra Susie e Midge.
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Susie contro Midge: quanto può ferire un'amica?
È una rottura tanto più dolorosa in quanto i Palladino non hanno bisogno di ricorrere a forzature di sorta, né a svolte inaspettate: tutte le informazioni necessarie erano già in nostro possesso, e lo scontro fra Susie e Midge non ne è che la diretta, inesorabile conseguenza. Ma ad accrescerne la portata emotiva è la forza del legame intessuto fra i due membri di questa "strana coppia": un legame che ha costituito uno dei nuclei centrali de La fantastica signora Maisel. "Noi due siamo amiche", dichiara con veemenza Susie nel tentativo di difendersi dalle accuse di Midge; "La prima volta che mi definisci tua amica è quando ti ritrovi alle strette", è la replica lapidaria della donna, subito prima che le reciproche recriminazioni e i giudizi morali spezzino (per sempre?) un rapporto che pareva solido come una roccia. E non a caso è la presenza/assenza di Midge, cinque anni più tardi, a gravare come un'ombra sulla serata in onore di Susie.
Le due serie cult realizzate dai Palladino sono a loro modo dei meravigliosi romanzi di formazione, ma entrambe offrono anche un'apologia sul valore irrinunciabile dell'amicizia, come sottolineato pure dal titolo italiano di Gilmore Girls. E se Cena di gala è una fra le migliori ore di televisione mai uscite dalla penna di Amy e Daniel, al di là della struttura narrativa e del formidabile disegno dei personaggi, è per la precisione con cui sa ritrarre la complessità dei rapporti d'amicizia: rapporti la cui bellezza cresce di pari passo con un'intrinseca fragilità. Allora, forse, la storia di Susie e Midge colpisce dritta al cuore perché, con un'ironia in cui convivono lucidità e tenerezza, ci ricorda che gli amici più preziosi sono proprio quelli in grado di ferirci più a fondo. E talvolta, ma solo se siamo fortunati, quelli capaci di ricucire le ferite che loro stessi hanno provocato.
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