Il tempo ha dato ragione a John Carpenter. Molti suoi lungometraggi, da Halloween a 1997: Fuga da New York, da Essi vivono a Grosso guaio a Chinatown, si sono trasformati in classici amati dal pubblico e lodati dalla critica. La cosa, oggi uno dei suoi lavori più apprezzati, ritenuto da molti un vero e proprio capolavoro, è anche uno dei film più criticati al momento dell'uscita in sala. D'altronde, la genesi de La cosa non è stata delle più lineari. Remake de La cosa da un altro mondo del 1951, lo script di Bill Lancaster (figlio del leggendario Burt Lancaster) si basa sul racconto di John W. Campbell Jr. del 1938, Who Goes There?, che a sua volta contiene echi lovecraftiani ispirati da Alle montagne della follia.
John Carpenter non fu la prima scelta di Universal, che aveva acquisito i diritti del remake nel 1976. Da buon regista indipendente qual era, gli furono preferiti Tobe Hooper, le cui idee per il progetto non piacquero però allo studio, e John Landis, con cui l'accordo non andò mai in porto. Dopo una girandola di registi e sceneggiatori e vari stop nella produzione, alla fine Carpenter si decise ad accettare tra mille dubbi quello che diventerà il suo primo film di studio ad alto budget. Girato in circa 90 giorni tra Los Angeles (in studio con set refrigerati), l'Alaska e la British Columbia, La cosa debutta in Italia il 26 novembre 1982.
La storia
A distanza di anni, John Carpenter affermerà che di tutti i suoi lavori, La cosa resta il preferito. E non è il solo a pensarla così. La storia, senza dubbio affascinante, è interamente ambientata in una base al Circolo Polare Artico occupata da un gruppo di ricercatori americani. Dopo aver assistito al tentativo di due elicotteristi norvegesi, appartenenti alla vicina base scandinava, di abbattere un husky, concluso con la morte dei due uomini, gli americani accolgono l'husky tra i propri cani e si recano in esplorazione della base norvegese scoprendo che tutti gli scienziati sono deceduti in circostanze misteriose. Gli esploratori, guidati dal pilota di elicottero MacReady (Kurt Russell), rinvengono una misteriosa creatura sanguinolenta che portano con sé alla base per studiarla. Il parossismo cresce quando una serie di incidenti si verificano nella base mentre l'esperto biologo Blair (A. Wilford Brimley) scopre che la creatura in questione è viva ed è in grado di riprodursi imitando le cellule degli esseri che colonizza, uccidendoli e sostituendosi a loro. Mentre le cellule della Cosa iniziano a infettare, ad uno ad uno, i membri della spedizione scientifica, coloro che sono ancora sani cercano di distruggere la creatura, ma capire di chi fidarsi diventa sempre più difficile.
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Kurt Russell e John Carpenter: squadra che vince non si cambia
Dopo averlo diretto già due volte, nel film tv Elvis, il re del rock e in 1997: Fuga da New York, John Carpenter non voleva precludersi la possibilità di valutare altri attori facendo la scelta più scontata. Così Kurt Russell lo aiutò a sviluppare il personaggio di MacReady pur senza essere coinvolto nel casting. I due idearono una ricca backstory legata alla sua esperienza come pilota di elicotteri in Vietnam che gli aveva causato una grave sindrome da stress post-traumatico di cui nel film non si fa cenno.
Dopo aver incassato i rifiuti di Nick Nolte, Christopher Walken, Kris Kristofferson e Jeff Bridges, alla fine Carpenter decide di ingaggiare l'amico, che fu l'ultimo a unirsi al cast nel giugno 1981, quando la seconda unità stava già girando in Alaska. Il regista andò sul sicuro, certo che l'attore, a differenza di altre star, non si sarebbe lamentato per la scomodità dei set e per il gelo. Previdentemente, Kurt Russell si era fatto crescere per un intero anno la folta barba che è uno dei tratti distintivi del suo personaggio. Una curiosità: la voce dell'intelligenza artificiale contro cui MacReady gioca a scacchi (perdendo) appartiene ad Adrienne Barbeau, all'epoca moglie del regista.
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Le musiche di Ennio Morricone e la nomination ai Razzie Awards
John Carpenter ha composto le musiche di quasi tutti i suoi film distinguendosi per l'uso pionieristico dei sintetizzatori, ma per La cosa, il regista si affidò al maestro Ennio Morricone in persona. Da buon fan degli spaghetti western di Sergio Leone, Carpenter volò a Roma per lavorare con Morricone e gli confidò che aveva suonato le sue composizioni al suo matrimonio con Adrienne Barbeau. Visto che il film non era ancora finito, Ennio Morricone si trovò a comporre basandosi sui racconti di Carpenter e sulle sue precedenti composizioni Quando finalmente si recò a Los Angeles per vedere alcune parti del film, registrò una serie di composizioni orchestrali mozzafiato invitando Carpenter a usare quelle che preferiva.
Ciò che Morricone non poteva prevedere, però, fu la terribile accoglienza riservata a La cosa, sbeffeggiato dai critici dell'epoca (Roger Ebert lo definì addirittura "un grande film buono per il sacchetto del vomito") che gli fruttò un'ingiustificata nomination ai Razzie Awards per la peggior colonna sonora. Il sonoro flop (meno di 20 milioni di incasso a fronte di un budget di 15 milioni, marketing escluso) causò invece a Carpenter la perdita della regia de L'incendiaria. L'anno successivo il regista si sarebbe rifatto dirigendo un altro classico di Stephen King, Christine - La macchina infernale. Ennio Morricone ha dovuto pazientare un po' di più, per lui la riscossa è arrivata nel 2016, quando il compositore 87enne si è portato a casa l'Oscar per le musiche di The Hateful Eight, colonna sonora che include tre tracce inutilizzate inizialmente composte per La cosa .
Un set "da morire"
Girare La cosa si è rivelato più pericoloso del previsto per cast e troupe. Per distruggere la creatura mostruosa alla fine del film, i superstiti distruggono stazione di ricerca. Per ottenere le riprese necessarie, la produzione ha davvero fatto saltare in aria il set. Poiché non potevano armare gli esplosivi a distanza, gli assistenti alla macchina da presa sono dovuti rimanere all'interno del set per piazzare e armare le bombe. Quindi sono corsi in salvo prima di dare l'ok per far esplodere il set. Poiché le telecamere contenevano solo una quantità limitata di pellicola, hanno dovuto fare tutto in fretta per non rovinare la ripresa. Per fortuna tutto si è svolto senza intoppi e nessuno è rimasto ferito.
Il set bruciato è servito anche per le riprese nella stazione norvegese semidistrutta in cui MacReady e i colleghi si recano all'inizio del film, il che ha permesso di risparmiare un bel po' di tempo e soldi evitando di costruire un altro set. Ma c'è stato un altro momento in cui i membri del cast se la sono vista brutta. Gli attori sono stati portati sul set a Stewart, nella Columbia Britannica, con un viaggio in autobus di sei ore. Durante il tragitto su una strada ghiacciata, nel mezzo di un'intensa nevicata, l'autobus ha perso il controllo rischiando di finire in un dirupo. Fortunatamente, il cast ha evitato una morte certa ed è arrivato sano e salvo a destinazione.
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Cosa accade nel finale?
Il finale de La cosa, cupo e ambiguo, è forse uno degli aspetti che hanno attirato sul film gli strali della critica. In realtà, John Carpenter aveva girato numerosi finali tra cui, su suggerimento del montatore, un lieto fine in cui MacReady viene tratto in salvo e un'analisi del sangue prova che non è infetto. In un secondo finale, meno incerto, MacReady restava da solo. Alla fine, però, Carpenter decise di ripristinale il suo finale, che vede MacReady e Childs (Keith David), bloccati nella stazione artica semidistrutta e al gelo che decidono di aspettare la morte dividendosi una bottiglia di Scotch. A parziale sollievo dello spettatore, è stato inserito un urlo al momento dell'esplosione con cui si lascia intendere che il mostro è morto. In un videogioco del 2002 scopriamo che MacReady è stato tratto in salvo dai soccorsi mentre Childs che muore congelato. John Carpenter ha confermato che il videogame fa parte del canone.