Recensione School of Rock (2003)

La pellicola scritta da Mike White funziona come una bomba ad orologeria, è piena di piccole gag irresistibili, di un gruppo di divertenti ragazzini, di musiche straordinarie, e vive sullo stato di grazia di un indemoniato Jack Black.

La commedia dell'anno?

Può un film che segue le orme di un adulto che non vuole crescere, che rispetta pedissequamente tutte le regole del genere e che parla quasi esclusivamente di musica rock, essere definita la commedia dell'anno? Probabilmente sì, visto che la pellicola scritta da Mike White funziona come una bomba ad orologeria, è piena di piccole gag irresistibili, di un gruppo di divertenti ragazzini, di musiche straordinarie, e vive sullo stato di grazia di un indemoniato Jack Black: autentico mattatore di un film che sembra essere stato scritto a sua immagine e somiglianza. Black è infatti perfetto nella parte del rocker fallito che si inventa insegnante per racimolare qualche denaro, per poi trovarsi coinvolto in un progetto delirante quanto divertente.

Logicamente la musica è quasi l'esclusiva chiave di lettura di School of Rock; tutto ruota intorno agli assoli linguistici-mimici-strumentali del forsennato Black, ed è una delizia per gli appassionati più puri del rock (come il sottoscritto) ascoltare brani storici di Cream, Ac/Dc, Led Zeppelin, Deep Purple, mischiati a omaggi rock scritti proprio per il film.
In questo senso, il film, sebbene ricco di trovate e situazioni in grado di divertire chiunque, susciterà emozioni più forti a chi riuscirà ad immedesimarsi a pieno con il personaggio di Jack Black (meno lontano dalla realtà, nonostante la sua caricatura, di quanto possa sembrare) e manderà in estasi uditiva chi ha vissuto l'amore per certe sonorità, come una vera e propria rivoluzione adolescenziale.

La regia di Richard Linklater (solitamente regista più ricercato e, diciamocelo, alquanto pedante) è perfetta nell'adeguarsi alla comicità di Black, ne segue tutte le sue spassose gag, la sua eccezionale padronanza fisica, la sua strabordante irrequietezza alla John Belushi, puntando tutto sulla forma, conscio della convenzionalità dei contentuti. La ricerca unica ed assoluta è il divertimento, ed è una ricerca che va a buon fine sicuramente, anche perchè a fare da spalla comica al buon Jack troviamo un'intera e straordinaria scolaresca, spassosa oltre ogni aspettativa.

Un film caldamente consigliato in definitiva, da godere dal primo all'ultimo minuto; o meglio dalla prima all'ultima nota, e sfido chiunque ad alzarsi prima del termine dell'ultima voce dei titoli di coda, visto che il pezzo finale è una rivisitazione divertentissima di "It's a long way to the top", vero cult degli Ac/Dc: pezzo di apertura del primo disco della mitica band australiana, che probabilmente è il gruppo più saccheggiato nel film, non tanto per le musiche quanto per la filosofia rock che regge tutta la pellicola.