La serie del momento arriva dalla Spagna. Le avventure di Tokyo, Rio, Mosca, Denver, Berlin, Nairobi e del misterioso Professore hanno conquistato il grande pubblico scatenando la febbre per La casa di carta. Lo show in due stagioni, prodotto da Antena 3 e poi acquisito da Netflix, è divenuto un caso e i riferimenti politici in esso contenuti hanno attirato perfino l'attenzione di alcuni governi, come quello turco, che ha bollato lo show come antigovernativo. In realtà La casa di carta è prima di tutto un heist che ha incollato gli spettatori alla tv per 22 episodi. Una rapina alla zecca di stato si trasforma nell'occasione della vita per un gruppo di criminali capitanati dall'enigmatico Professore.
Il See What's Next Event di Netflix ha portato a Roma due tra le star più amate della serie, Álvaro Morte, il Professore in persona, e Úrsula Corberó, che interpreta la scatenata Tokyo. Incontriamo i due attori il giorno successivo all'annuncio dell'arrivo della terza stagione, che stavolta sarà prodotta interamente sotto l'egida di Netflix. "Sapevamo della terza stagione da circa un mese" ci svela Alvaro Morte "ma abbiamo un contratto che ci vietava di parlarne. Ero sul treno Madrid-Barcellona quando Álex Pina, il creatore della serie, mi ha chiamato, ma la conversazione era disturbata. Quando ho finalmente capito cosa mi stava dicendo mi sono dovuto trattenere, ma avrei voluto urlare la mia gioia a tutto il treno. Siamo eccitati, ma per ora non sappiamo niente del plot. Alex Pina sta lavorando alla sceneggiatura. È lui il vero professore, ha una mente geniale, ho la massima fiducia in lui".
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Il segreto del successo dello show
Grazie a Netflix, La casa di carta è diventata un fenomeno mondiale stravolgendo la vita dei suoi interpreti. Perfino Ursula Corbero, già famosa in patria per Fisica o chimica, ammette di non essere pronta a tutta questa popolarità. "Pensare che tutto il mondo stia guardando una serie in cui interpreto una dei protagonisti è una sensazione nuova. Finora la mia fama era locale. A Madrid, dove vivo e lavoro, mi riconoscono, ma altrove non era mai capitato. Il mio fidanzato è di Buenos Aires, vado spesso lì. È una città che adoro, mi tuffo tra la gente e stacco dal lavoro, torno ad essere un volto anonimo, ma ora sono preoccupata, temo che non sarà più così. Gli amici mi stanno mandando le foto di manifesti immensi per le strade che promuovono la seconda stagione e nella discoteca che frequento la gente balla Bella Ciao. Gli amici del mio ragazzo ci hanno detto: "Preparatevi". Ho i capelli corti adesso, non credo che mi riconosceranno in molti, sono curiosa di vedere che succederà".
Ma cosa c'è alla base di un successo tanto grande? Secondo Alvaro Morte il segreto sta in un mix di ingredienti. "Prima di tutto il tema di Davide contro Golia, un gruppo di outsider prova a combattere il sistema e sfida coloro che detengono denaro e potere. È facile relazionarsi con questi personaggi che sono criminali gentili, hanno un lato umano. Aggiungerei l'equilibro tra commedia, dramma e azione. E poi il mistero che avvolge la serie, non sappiamo bene quali siano le ragioni per cui tutto questo accada". La chiave del mistero sta nel piano del Professore ordito accuratamente, a cui i criminali si piegano senza farsi troppe domande. Parlando del suo personaggio, Morte specifica: "Abbiamo discusso a lungo, volevamo che fosse speciale. Non è il classico nerd. Vediamo la serie attraverso i suoi occhi, è una specie di ambasciatore. È un criminale che organizza una rapina, ma il pubblico si deve innamorare di lui. Volevamo che avesse un carisma che proviene dal non fare niente. È timido, incapace di gestire le relazioni. Eppure gli altri lo seguono senza chiedere niente, proprio in virtù di questo carisma. Trovare questo equilibrio è stato difficile, volevamo che fosse strano, ma adorabile".
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Bella Ciao: un inno di libertà
Se i turchi si agitano per lo spirito di ribellione che pervade La casa di carta, non è certo un caso che l'inno dichiarato della serie sia Bella ciao, canto popolare che ha una precisa connotazione politica. Mentre Ursula Corbero, prima di girare la serie, non conosceva la canzone, Alvaro Morte ammette: "L'avevo già sentita, ma non la cantavo ogni mattina sotto la doccia. Credo che la scelta di questo brano derivi dal fatto che il nonno del Professore, da ragazzo, aveva combattuto i nazisti a fianco dei partigiani. Mi piace questa connessione tra il professore bambino e suo nonno, il Professore combatte gli oppressori a suo modo come faceva il nonno".
Adesso abbiamo anche la conferma che il Professore, Tokyo e gli altri faranno ritorno per una nuova missione di cui, per ora, non si conoscono i dettagli. Ma cosa sperano gli interpreti per i loro personaggi? Alvaro Morte ammette: "Dopo la rapina, immagino che il Professore conduca una vita modesta. Non ha rubato i soldi per godersi la vita, la sua è più una rivincita nei confronti del sistema, è una rapina filosofica. Perciò non lo immagino in una grande casa vicino al mare, lo vedo più in un piccolo cottage, impegnato a giocare con dei bambini filippini e a insegnargli la storia". Ursula Corbero aggiunge: "Io immagino Tokyo molto annoiata sull'isola con Rio. Dopo tutta l'adrenalina della missione, lei ha bisogno di una vita più movimentata, deve trovare qualche nuova distrazione". Un nuovo colpo?
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