L'ora zero, per tanti appassionati, è arrivata alle 9 del 19 luglio. E nell'approfondimento che segue, dedicato al finale de La casa di carta 3 proviamo a fare il punto sulla terza stagione di una serie Netflix molto amata, ma anche molto criticata, una serie che non lascia indifferenti e, tra gli appassionati, crea dipendenza. Nello scrivere la recensione delle prime due puntate, un racconto con una struttura diversa rispetto allo standard della serie creata da Alex Pina, ci ponevamo un dubbio: una terza stagione che ricalchi gli schemi narrativi delle prime due può essere ancora interessante? La risposta è sì.
Con l'episodio 3, La casa di carta: Terza parte entra nel vivo, e il gioco è lo stesso delle prime due stagioni: la banda dentro, il Professore a dirigerla da fuori, con la polizia a cercare, sempre dall'esterno, di neutralizzare entrambi. Gli sceneggiatori sono però riusciti a inserire in questo schema talmente tanti elementi che il gioco è diverso, ha ogni volta nuove mosse, nuove deadline e nuova suspense, fino a un finale davvero sorprendente, doloroso e commovente. Che, attenzione: non è chiuso. Come tra la prima e la seconda stagione, La casa di carta: Terza parte, si ferma a metà. La casa di carta 4 è già stata annunciata.
La trama: la corsa all'oro
Nel raccontarvi la trama e il finale de La casa di carta 3, incorreremo in qualche piccolo spoiler , pur cercando di svelarvi il minimo possibile. Ma la nuova impresa del Professore (Álvaro Morte) e della sua banda in tuta rossa e maschera con il volto di Salvador Dalì, pur essendo già nella sua testa, prende vita quando la polizia riesce a rintracciare e arrestare Rio (Miguel Herrán), a causa di un telefono satellitare incautamente usato con Tokyo in un'isola dei Caraibi. La banda decide di riunirsi per salvare Rio, protestare contro le torture che ha subito e fare quello che sa fare meglio. L'attacco stavolta è alla Banca di Spagna, e alla riserva d'oro che tiene protetta.
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Episodio 3: La casa di carta entra nel vivo
Come si può immaginare iniziando a guardare la terza stagione della serie Netflix - di cui vi abbiamo parlato anche nella recensione de La casa di carta 3 - le prime due puntate sono interlocutorie, anomale, servono a riannodare i fili e a riunire la banda, a dirci dove siamo e cosa vedremo. Con gli episodi 3 e 4 la terza stagione entra nel vivo, parte a razzo, è La casa di carta all'ennesima potenza. I successivi episodi 5 e 6 riescono a scavare nel profondo, a entrare nella psiche dei personaggi, senza rallentare troppo il ritmo. Gli episodi 7 e 8 invece sono un crescendo per arrivare al gran finale. Lo schema è quello delle prime due stagioni: la costruzione di un ingranaggio perfetto (il piano della banda), in cui viene continuamente gettata della sabbia per farlo inceppare; una corsa a ostacoli in cui gli ostacoli non sono noti prima ma ti vengono gettati addosso all'improvviso e sono da evitare all'istante; una partita a scacchi, come la definisce il Professore, dove ogni mossa prevede una mossa dell'avversario, che va capita in anticipo per trovare, a sua volta, la contromossa. In questo senso l'arte del Professore arriva in questa terza stagione a delle vette davvero alte. E le sorprese, ogni volta, arrivano da qui.
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Un villain all'altezza: Alicia Sierra
Ma non è solo dal Professore che arrivano le sorprese. I detrattori de La casa di carta, che, a proposito delle prime due stagioni, si sono spesso lamentati di una polizia troppo fragile per essere vera, di una forza dell'ordine completamente in balia del Professore e i suoi, saranno soddisfatti. La polizia ha dei nuovi capi, che non seguono procedure e protocolli, e giocano sporco. Álex Pina e il suo team hanno alzato il tiro dell'avversario, e il Professore ha trovato pane per i suoi denti. In particolare, una delle forze di questa terza stagione è Alicia Sierra, interpretata da quella Najwa Nimri che, se lo ricordate, aveva dato già il senso della sua follia in Apri gli occhi. Alicia è una donna bella, incinta, ricca di humour, che ama i lecca lecca come Kojak ma è folle e spietata. La polizia, con lei, ha un altro volto. L'attrice la interpretata con un misto di dolcezza e pazzia che dà un tocco nuovo alla serie. E regala al Professore un'antagonista alla sua altezza.
Fragilità, debolezze e dubbi
È un'antagonista che sa sfruttare al meglio le debolezze dei membri della banda. La nuova stagione le mette ancora più in mostra, e ci fa capire, se ancora non ce ne fossimo resi conto, perché li amiamo. La banda è una nave dei folli, un gruppo di disadattati: delle persone forti e allo stesso tempo fragili, ognuno con la sua debolezza, la sua storia irrisolta, il suo vuoto da colmare. Il ribaltamento è chiaro: i cattivi sono i buoni, hanno un'anima, sono sensibili. E i poliziotti sono i villain, spietati, perfidi, o stupidi. Nella banda, durante le prime due stagioni, in molti si innamoravano. Ora è il momento in cui, tra mille difficoltà, gli amori vengono messi alla prova. Così come vengono messe alla prova alcune sicurezze: per la prima volta il Professore ha dei dubbi, crede che il piano avrebbe avuto bisogno di più tempo per essere preparato. E, soprattutto, quel piano non è il suo. Ha anche dubbi sulla sua compagna, Raquel Murillo (Itziar Ituño), che ora si fa chiamare Lisbona, e teme di non poter lavorare al meglio se lei è con lui.
Il finale di stagione
Tutti questi aspetti portano a una terza stagione che, se da un lato è La casa di carta al 100%, e ha tutto quello che ci si aspetta da questa serie, dall'altro è qualcosa di nuovo, ha una serie di piccoli tocchi che cambiano le carte in tavola. Costruita, al solito, molto bene per come accumula tensione e lancia colpi di scena, La casa di carta: Terza Parte si gioca molto con un finale diverso rispetto a quello della seconda. È sorprendente, è commovente, è doloroso. Già dalle prime due stagioni sapevamo che i nostri protagonisti erano abili ma non erano noi, qui ci accorgiamo che anche loro possono morire, e d'altra parte, se possono morire anche gli Avengers, nessuno è al sicuro. Il senso di pericolo aumenta man mano che intorno ai nostri eroi le fila degli avversari si stringono, e questo ci fa vivere con il cuore in gola fino agli ultimi istanti dell'ultima puntata (che cos'ha di così importante quell'orso azzurro di pelouche?). Che, attenzione, non chiude la storia, ma è un perfetto cliffhanger, che ci lascia esattamente nel mezzo del cammin della nostra storia (come avveniva tra le prime due stagioni, che però nascevano come una stagione singola). Fate attenzione: c'è chi riesce a ingannare il Professore con i suoi stessi stratagemmi, e in questo modo riesce a ingannare anche noi. Ma facendo questo, non fa che dichiarare, apertamente, la guerra. La stagione 4 arriverà presto. E questa non è più una rapina. Non è più un attacco al sistema. È una guerra.