Manca ormai pochissimo all'uscita dell'attesa La caduta della casa degli Usher, serie Netflix firmata da Mike Flanagan. Il progetto sarà anche l'ultimo sviluppato dall'autore di The Hunting of Hill House e Midnight Mass per il colosso dello streaming di Reed Hastings, ora sotto contratto con Amazon Prime Video e - forse - pronto a dedicare anima e corpo alla complessa trasposizione de La Torre Nera di Stephen King. Prima di salutare gli abbonati Netflix, Flanagan confeziona un'opera di caratura concettuale davvero poderosa, rispettando tutti i cardini della sua grammatica stilistico-autoriale, confermando la sua predisposizione per il genere ma anche l'innata capacità di riflettere su tematiche filosofiche, sociali, economiche, morali o religiose attraverso lo stesso, mantenendo comunque intatte le atmosfere da brivido che contraddistinguono da un decennio la sua filmografia.
La caduta della casa degli Usher è molto più di ciò che appare, composta da molti elementi contingenti che insieme vanno a completare e perfezionare un progetto che esula dalla sola trasposizione degli scritti di Edgar Allan Poe per soffermarsi sulla distruzione e destrutturazione del capitalismo americano, in modo non dissimile da quanto fatto con il cristianesimo in Midnight Mass. Per farlo, parafrasa, cita e recupera tanto dalla cultura popolare e dai vari media che la compongono, il che ci porta al nostro articolo: cinque consigli spassionati per godere appieno della grande portata socio-culturale de La caduta della casa degli Usher.
La storia dei Sackler
Il racconto della Caduta della casa degli Usher fu scritto da Poe nel 1839. Nel corso di oltre un secolo e mezzo, la storia del terrore è stata trasposta sul grande schermo una dozzina di volte, l'ultima nel 2008. Si tratta di opere che spaziano dalla fedeltà più maniacale alla libertà più tendenziosa, ma tra grande e piccolo schermo nessuno mai aveva tentato di adattare il racconto unendo questi due filoni concettuali: il rispetto degli elementi costitutivi della storia e la volontà di parlare al mondo odierno con qualità d'intentati, spaziando tra tematiche differenti senza rinunciare al gusto inquieto dello spavento. È allora interessante la scelta di partire dal dolore per costruire l'intera casata degli Usher, decidendo di ispirarsi direttamente alla Sackler Family, descritta da quotidiani e tabloid come "la famiglia più malvagia d'America". L'accostamento è brillante e parte da un piccolissimo dettaglio descritto dall'anonimo narratore del racconto originale, e cioè che lo stato mentale di Roderick Usher - patriarca della casata - era identico a quello di un abituale consumatore di oppioidi.
Da qui l'idea d'immaginare gli Usher esattamente come i Sackler, proprietari di un gigantesco impero farmaceutico alla base della terrificante epidemia di oppioidi della storia americana. Il consiglio è allora quello di recuperare sia Painkiller su Netflix che The Dropout su Disney+, entrambe serie dedicate ai Sackler e alla Purdue Pharma ma con volontà differenti: la prima più vicina per stile e retorica a un progetto di Adam McKay, la seconda più drammatica. Resta valido in entrambe lo spaccato sociale relativo al cuore nero del capitalismo e alle conseguenze del commercio legalizzato di oppioidi, pure se Painkiller mostra da vicino l'oscuro potere dinastico degli intoccabili.
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La via dei Roy
Con 8 Emmy Award vinti, 5 Golden Globe conquistati e 2 Satellite Award nella sua collezione di trofei, Succession di Jesse Armostrong è senza esagerazioni la serie drammatica più apprezzata e premiata delle ultime stagioni televisive. Ha a che fare con scrittura, interpretazioni e regia, ma anche con un certo gusto caustico e dissacratorio nel raccontare "i problemi dei ricchi", che nello specifico hanno a che fare soprattutto con un impero mediatico in stile Disney che incontra Fox News e la successione ai vertici dello stesso. Anche qui c'è una dinastia disfunzionale e anche qui gli equilibri di potere e le strategie dei singoli sono centrali e fondamentali tanto per la struttura delle relazioni quanto per la comprensione delle relative motivazioni dei protagonisti, alcuni più esasperati di altri. Da Succession, La caduta della casa degli Usher recupera proprio questo aspetto: l'estremizzazione dei tratti più assurdi dei diversi componenti della dinastia Usher e il loro delicatissimo bilanciamento famigliare. Sfruttando il genere, inoltre, risulta più facile e insieme più comprensibile optare per l'esagerazione di questo vizio o quell'altro, soprattutto se andiamo ad esaminare la struttura dell'intera opera. Il consiglio è allora quello di recuperare anche Succession per avvicinarsi alla serie di Flanagan ancora più preparati e consapevoli.
Tutti insieme appassionatamente
Dicevamo che La caduta della casa degli Usher è molto più di ciò che appare e che ogni personaggio è sapientemente costruito su specifici dettagli costitutivi. Al di là del recupero dell'epidemia di oppiacei degli anni '80 e della chiara ispirazione a Succession per impalcare questo impero capitalista anomalo e corrotto, la serie di Flanagan è e resta prima di tutto una trasposizione dell'opera di Edgar Allan Poe, delle sue atmosfere, dei suoi protagonisti, delle sue particolarità stilistiche e narrative. Quando diciamo "opera" non intendiamo il solo racconto degli Usher ma tutta una serie di scritti che spaziano dai tanti altri racconti del terrore più noti e famosi alle poesie più importanti. Per capire di quali si tratta basterà leggere i titoli degli episodi una volta che la serie approderà in piattaforma. Non li citeremo in questo articolo per evitare qualsiasi forma di spoiler, ma l'invito è quello di soffermarsi sulle le storie che più di altre hanno contribuito alla diffusione del nome di Poe come Maestro del Terrore: sono più o meno tutti nella serie, intelligentemente adattati al progetto per intersecarsi con il tessuto narrativo dello stesso senza rinunciare alla loro identità. Per le poesie il consiglio è invece quello di leggere (possibilmente in inglese) i bellissimi componimenti Annabel Lee, The Crown e Spirits of the Dead per entrare poi con decisione nelle morbose, romantiche e affascinanti riflessioni sull'amore e sulla morte dell'autore americano.
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Il Mistero dei Misteri
Prima della sua produzione letteraria, la vita stessa di Edgar Allan Poe rappresenta un eccezionale mistero; anzi, è la sua morte ad essere il vero e proprio intrigo. Tutto quello che ha contribuito ad alimentare la leggenda di Poe a partire dalla sua immagine così triste ed emaciata, tra dipendenze di vario tipo e "visioni" di un mondo al di là delle nostre percezioni, è in realtà frutto di un'eredità letteraria che Poe non avrebbe probabilmente mai voluto, sentendosi infatti molto più poeta che maestro del terrore, con uno sferzante senso dell'umorismo e una vita sociale iper-attiva. Capita spesso che la figura di un autore venga correlata alla sua produzione più rinomata, soprattutto se quella produzione è la più letta, citata e apprezzata dell'intera letteratura americana. Ma un artista non è sempre uguale alla sua opera. Disse una volta Stephen King: "Gli scrittori dell'orrore sono molto più divertenti e concreti di altri. Una dei motivi è che lavoriamo attraverso i nostri incubi. La scrittura del terrore è catartica. Processiamo così le nostre paure. Le mettiamo su carta e le passiamo a voi. Dopodiché diventano un vostro problema".
Questo per sottolineare come in verità la scrittura di questi racconti abbia nella vita di molti autori una funzione quasi terapeutica, che va oltre l'amore per il genere o l'identità sociale di questi scrittori. E se è vero che la morte ha sempre accompagnato Poe nel corso della sua vita, suscitando in lui una profonda fascinazione, è altrettanto vero che proprio la sua, di morte, ha contribuito in modo deleterio a una percezione malata e distorta della sua esistenza. Sono tutti fattori che Flanagan ha deciso di non ignorare e maneggiare anzi con estrema coscienza all'interno della serie, riuscendo a "vendicare" in qualche modo il nome di Poe senza però ignorare il valore più autentico della sua produzione dell'orrore. Per questo sarebbe giusto recuperare almeno uno dei tanti e appassionanti scritti sulla vita di Edgar Allan Poe, evitando le biografie che esaltano volutamente solo l'aspetto del terrore. Qui ci sentiamo di consigliarvi A Mistery of Mysteries: The Death and Life of Edgar Allan Poe di Mark Dawidziak o anche Evermore: Edgar Allan Poe and The Mystery of the Universe di Harry Lee Poe, cugino dello scrittore.
Il Bene e il Male
Esistono tanti film dedicati al rapporto dicotomico e complesso che intercorre tra il bene e il male, che si interrogano in misure diverse sulla sottile linea che divide le azioni buone da quelle cattive, partendo in particolare dalle decisioni che le pongono in essere e che non sempre possono rientrare in una sola delle due sfere d'appartenenza. Ebbene, secondo Frederick Usher è The Departed di Martin Scorsese a raccontare nel migliore dei modi questa dualità, anche se in chiave crime. Lo cita direttamente nella serie e ne parla per un motivo ben preciso, ma è assolutamente valido come accostamento ed è inoltre comodo per comprendere il motivo dell'esempio del personaggio. Quindi il quinto e ultimo consiglio per arrivare preparati alla visione de La caduta della casa degli Usher è questo: recuperatevi o rivedetevi The Departed, perché "di film simili ne esistono tanti ma non belli come questo".