Il legame tra Liam Cunningham e l'Italia è solido. Dopo l'incursione napoletana di aprile, l'interprete di Davos Seaworth è tornato in Italia, per l'esattezza a Firenze, per partecipare al Wired Next Fest ed è stato subito conquistato dal capoluogo toscano. Mentre ci racconta, entusiasta, di aver passato la mattina al mercato a comprare i porcini ("Li cucinerò non appena tornerò a casa in Irlanda"), ricorda con emozione la sua prima volta nel Bel Paese chiamato da Dario Argento che lo ha voluto ne Il cartaio. "Adoro l'Italia, se non ami l'Italia sei morto! Sul set romano ho vissuto un'esperienza incredibile. Lo ricordo bene perché era il 17 marzo, San Patrizio, e io l'ho passato con una donna bellissima, Stefania Rocca. Dovevamo girare una scena nella Piazza del Pantheon in cui ero ubriaco. Era mezzanotte, indossavo un meraviglioso completo di Fendi e mentre ero lì in mezzo alla piazza ho pensato: "Adoro fare l'attore".
Leggi anche: Dario Argento: da Profondo Rosso a Opera, dieci scene per dieci film da incubo
Dopo il rapido passaggio in Italia, Liam Cunningham si recherà al New York Comic Con per poi tornare a casa a Dublino "per 20 minuti", cucinare i fatidici funghi e ripartire per Belfast dove il prossimo weekend lo aspetta la lettura collettiva dei primi tre episodi dell'ottava stagione de Il trono di spade. "Il 16 o il 19 ottobre cominceremo a girare" ci annuncia sorridente e quando lo rassicuriamo sul fatto che la nostra intervista sarà "spoiler free" si fa una risata. "Chiedimi quello che vuoi, ti dirò tutto tanto non ho letto il copione e non so ancora niente. Spero che mi arrivi nei prossimi giorni" conclude fregandosi le mani.
Leggi anche: Un caffè con Ser Davos: la nostra intervista a Liam Cunningham
Un episodio di Game of Thrones costa più di un film indie
Pur non essendo di natali nobili come la maggior parte dei protagonisti de Il trono di spade, Ser Davos Seaworth ha conquistato il cuore del pubblico con la sua lealtà e il suo senso pratico. E' nota la storia secondo cui in un primo tempo Liam Cunningham aveva sostenuto il provino per interpretare un altro personaggio, che si rifiuta di svelare, per poi essere "riciclato" nel ruolo di Davos a partire dalla seconda stagione. "Con la mia faccia ho interpretato molti cattivi, i miei giorni da eroe romantico sono finiti da un pezzo" scherza l'attore irlandese "ma la forza di questa serie è il collettivo. Lavoro con un cast fantastico, comparse incluse, capace di infondere un mix di umanità e ambiguità ai personaggi. Sesso e violenza, questo è il mix vincente, ma dietro ogni puntata c'è un lungo lavoro di preparazione".
Variety ha rivelato che i sei episodi dell'ottava e ultima stagione costeranno 15 milioni ciascuno. Una cifra davvero imponente. Cosa deve aspettarsi di nuovo il pubblico? "Troppe serie, dopo le prime due stagioni, hanno visto precipitare la qualità mentre i creatori si arricchivano" spiega Liam Cunningham. "Con Il trono di spade non è successo, i produttori si sono complicati la vita puntando a obiettivi sempre più ambiziosi e HBO ha permesso tutto questo finanziando un finale grandioso. Naturalmente HBO non vorrebbe mai vedere la fine, non veder interrompere l'enorme fiume di denaro che incassa con lo show. Per ora sono riusciti a strappare tre ore in più, 73 ore invece delle 70 previste. E ho sentito che gli episodi dell'ottava stagione saranno ancora più lunghi quindi costeranno ancora di più". Parlando di cifre, l'attore prosegue: "Prendi La Battaglia dei Bastardi, uno degli episodi più intensi. Di solito un episodio richiede tre settimane di riprese e 10 episodi richiedono 6 mesi. Per 20 minuti di La Battaglia dei Bastardi ci sono voluti 25 giorni di riprese, questo episodio è molto più caro di quelli girati in studio perché ha impiegato 700 comparse, 70 cavalli. Nel corso delle stagioni i set sono diventati più maestosi e sono stati impiegati i migliori artigiani, i migliori costumisti, per gli abiti abbiamo 60 persone. Un episodio de Il trono di spade costa molto più di ogni film indipendente".
Leggi anche: Il trono di spade: 5 consigli per recuperare la serie partendo da zero (e sopravvivere!)
Ser Davos è ancora vivo perché non ha paura della morte
Liam Cunningham non crede alla notizia circolata sui media secondo cui, per depistare i curiosi ed evitare spoiler, la produzione girerà finali multipli. "Per me è un depistaggio" spiega. "Il trono di spade non è una soap opera in cui il personaggio è in ospedale e non sai se vivrà o morirà. Girare finali alternativi è molto costoso e comunque a breve i rumor invaderanno la rete. C'è poco da fare". E' proprio Cunningham il primo ad aver introdotto il tema della morte, perciò non possiamo esimerci dal chiedergli quale finale sogna per il suo personaggio. "Dobbiamo proprio parlare della mia morte?" chiede sornione, per poi affermare con fierezza che "il segreto della longevità di Ser Davos è che non ha paura della morte. Anche perché vista la follia che serpeggia nello show, morire è molto facile. Da attore la mia ambizione era arrivare all'ultima stagione, adesso sogno di arrivare all'ultimo episodio".
Leggi anche: Valar Morghulis: Le morti più significative ne Il trono di spade
Sospettiamo che George R.R. Martin, l'autore dei romanzi a cui Il trono di spade è ispirato, nutra una certa simpatia nei confronti di Liam Cunningham anche se il loro rapporto è un po' burrascoso. "Ogni volta che mi vede da lontano mi scruta, io cerco di distogliere lo sguardo perché so cosa mi vuole chiedere" spiega ridendo l'attore. "E' sempre la stessa storia, vuole sapere se ho letto io i libri, ma io rimando perché sono troppo lunghi". Vista l'amicizia con George, chiediamo a Ser Davos di intercedere presso i poveri fan che attendono da due anni di avere tra le mani la copia di The Winds of Winter, sesto romanzo della saga, ma Martin non ne vuole sapere di finire. "Un po' lo capisco" sospira Cunningham. "Ogni anno George andava al Comic-Con, si sedeva dietro un tavolino e firmava i suoi libri a un zoccolo duro di fan. Aveva un piccolo fanbase molto appassionato. Poi è uscita la serie e bam. E' diventato milionario. Ora si gode il successo, i viaggi, non ha tutta questa voglia di scrivere. Io non ho letto i libri, quindi non ho fretta. Anzi, ora che mi ci fai pensare ho trovato una nuova scusa. La prossima volta che George mi chiederà se ho letto i libri gli dirò che lo farò non appena avrà terminato di scriverli!"
Leggi anche: Harry Potter: 7 spin-off che vorremmo vedere sullo schermo