Che il franchise di Karate Kid avesse ancora molto da dire e da dare l'avevamo già capito dall'incredibile successo che la serie legacyquel Cobra Kai ha ottenuto prima su YouTube e poi, soprattutto, una volta traslocata su Netflix. Ma il sospetto, in realtà, era già venuto nel 2010 grazie al film interpretato da Jackie Chan e Jaden Smith. 40 milioni di dollari di budget e quasi 360 d'incasso per quella che era una rilettura del primissimo film del 1984 che spostava l'avventura dagli Stati Uniti alla Cina. Sembrava l'inizio di un "qualcosa" che, malgrado l'ottimo riscontro economico, non si è mai davvero concretizzato.

Poi la Sony, proprio con Cobra Kai ha capito che il franchise di Karate Kid, come il Daniel LaRusso di Ralph Macchio, poteva davvero essere l'underdog capace di battere con un colpo della gru altri reboot di epopee anni ottanta sulle quali Hollywood concentrava ossessivamente i propri sforzi (spesso e volentieri con risultati discutibili). Ed ecco che quella che era cominciata come una semplice gag in un episodio di How i met your mother con la doppia comparsata di William Zabka e Ralph Macchio, si è poi rivelata una carta vincente che ha messo d'accordo i fan storici di Karate Kid sia quelli più giovani, che lo hanno scoperto proprio grazie a Cobra Kai.
A tre lustri di distanza dal debutto del lungometraggio con Jackie Chan, in Sony hanno pensato bene, con Karate Kid Legends, di unire delle storyline che, inizialmente, non avevano nulla a che fare l'una con l'altra. Il potere dei soldi, direte voi. Ed è vero. Ma questa è anche l'Hollywood che ci piace, quella che vuole sì fare gli affari, ma che cerca di farlo con la testa. Tanto che ormai, a ben quarantuno anni di distanza dall'arrivo nelle sale della seminale pellicola di John G. Avildsen, Daniel-san è definitivamente diventato il nuovo Mr Miyagi.
La determinazione di Ralph Macchio
Sono stati, e sono tutt'ora, anni difficili per l'industria dell'intrattenimento, cinema in primis, per via dei danni fatti prima dalla pandemia e poi, nello specifico degli Stati Uniti d'America, dagli scioperi degli attori e dagli sceneggiatori. Naturalmente, quando Karate Kid Legends è stato annunciato nel 2022, mancava ancora parecchio alla fine di Cobra Kai che è giunta al termine giusto qualche mese fa (perché Netflix ha deciso di spezzare la sesta e ultima stagione in tre release fra l'estate del 2024 e il febbraio del 2025, ndr.).

La pellicola che riunisce sul grande schermo le due icone Ralph Macchio e Jackie Chan doveva approdare nelle sale il 13 dicembre del 2024 prima della distribuzione in streaming del finale di Cobra Kai. Per quanto assurdo possa sembrare visto che stiamo parlando di un lungometraggio prodotto da Sony Pictures e una serie Tv di Sony Television, sono cose che capitano quando a stabilire le relative diffusioni delle due produzioni sono compagnie diverse.
Ed è stato proprio Macchio ad aver insistito con la major facendo capire a tutti, marketing in primis, che portare il film al cinema prima che finisse Cobra Kai sarebbe stato folle: "Quando la data era ancora fissata al 13 dicembre del 2024, gridavo ogni giorno che doveva uscire dopo la fine della serie. E una volta che il marketing si è reso conto che quella data non avrebbe giovato a nessuno dei due progetti, hanno fatto la cosa giusta posticipandolo. Mi piace pensare che i fan di Cobra Kai siano assetati di un nuovo capitoloe che Karate Kid: Legends esca al momento giusto. Senza dimenticare i nuovi spettatori, che magari non hanno nemmeno visto Cobra Kai o il film originale, ma che si divertiranno comunque un sacco al cinema".
Da allievo a sensei
L'intuizione più intelligente di Cobra kai è stata quella di riflettere, per ben sei stagioni, sulla storia di due ex-ragazzi e rivali cresciuti senza un padre che hanno trovato nei loro rispettivi sensei, Miyagi e Kreese, due padri putativi da usare come figure di riferimento. L'impatto di ciò è stato differente: lo sfigatello LaRusso si è trasformato in un business man con una bellissima moglie, una splendida casa, due figli e svariati autosaloni sparsi per Los Angeles. Il vincente Lawrence sì è ritrovato a essere un uomo di mezza età senza arte né parte. Eppure, nel profondo del loro animo, erano entrambi ancora dei ragazzini alle prese con delle figure di padri "surrogati" molto ingombranti, a prescindere dal fatto che uno, Miyagi, fosse morto da un pezzo (lasciandosi parecchi segreti alle spalle) e uno, Kreese, vivo, vegeto e molto... pimpante, per così dire. Le sei stagioni di Cobra Kai raccontano proprio questo: la storia di due uomini non ancora del tutto cresciuti che, alla fine, diventano davvero dei padri. E dei sensei.
Di ciò è chiaramente consapevole anche il "karate kid" originale. Parlando con l'Hollywood Reporter, Ralph Macchio spiega infatti che è stata un'evoluzione che è stata avviata già con le prime puntate di Cobra Kai. Se avete visto la serie, potreste già aver intuito di quale momento si tratti. Quello della stagione due in cui Robbie (Tanner Buchanan) passa la cera, pittura la staccionata e leviga il pavimento. L'impatto emotivo per l'attore è stato notevolissimo: "Abbiamo provato la scena, poi sono tornato nella mia roulotte per cambiarmi, visto che non eravamo ancora in costume. Lì sono stato travolto da un'ondata di emozioni. Non dico che stessi piangendo, ma mi sono commosso".
È stato l'attimo in cui i ricordi sono cominciati a riaffiorare: "Avevo un nodo alla gola mentre mi preparavo per girare, perché mi sono ricordato di tutta la magia vissuta nel giardino di Miyagi nel 1983. Pat Morita mi aveva mostrato come pitturare la staccionata, tutte quelle cose che ormai fanno parte della cultura pop. Ora mi trovavo dall'altra parte del tatami, con tanti anni alle mie spalle. John Avildsen non c'era già più. Così come Pat Morita e il produttore Jerry Weintraub. E in quel momento ho sentito davvero la responsabilità emotiva di portare avanti questa eredità".

Un passato importantissimo che, però, non deve pesare troppo sul prsente di Karate Kid Legends: "Sono orgogliosissimo di questo passato: in fondo non ci sarebbe nulla di tutto questo senza ciò che è stato creato nei primi anni '80. Ma non voglio perdermi nei ricordi e nella nostalgia: bisogna trasmettere ciò che c'era di valido in quei film e renderlo rilevante oggi. Cobra Kai l'ha fatto benissimo, e mi piace pensare che questo film offra un'emozione nuova o diversa, pur mantenendo gli stessi temi di fondo".
Un inizio scricchiolante
Rimandare l'uscita di Karate Kid: Legends è stato saggio in ottica Cobra Kai, ma forse si poteva ragionare meglio in termini di piazzamento. Già perché nel suo primo fine settimana nei cinema americani, la pellicola si è ritrovata schiacciata dal live action di Lilo & Stitch e dall'ultimo (?) Mission: Impossible - The Final Reckoning. Ha raccolto solo 21 milioni in USA e 46 globalmente. Bisogna vedere se l'opera, costata una quarantina di milioni, avrà le gambe lunghe o se finirà per decretare che il posto più indicato per la saga è il piccolo schermo. Già perché la storia di questa pellicola si svolge, cronologicamente, tre anni dopo la chiusura di Cobra Kai con cui non ha alcun collegamento narrativo a eccezione del trait d'union Ralph Macchio.

Anche se non si conoscono ancora i dettagli circa quello che potrebbe bollire dentro al calderone, sappiamo che gli showrunner di Cobra Kai Jon Hurwitz, Josh Heald e Hayden Schlossberg hanno proposto a Netflix degli spin-off. A tal proposito, Macchio dice di saperne più di tutti noi, ma di non poter rivelare nulla di nulla, anche perché non sa con certezza quale verrà approvato e quale no. Però è sicuro del fatto che Karate Kid Legends potrebbe dare una bella spinta al processo. E non dubitiamo della cosa. Anche se dal circuito theatrical non dovesse ottenere le stesse soddisfazioni che, nel 2010, Sony ha ottenuto dalla pellicola con Jackie Chan, è matematicamente sicuro che nel momento in cui approderà su Netflix conquisterà la vetta della Top 10. Favorendo qualsiasi processo decisionale sul prosieguo dell'epopea.