Kaos, la recensione: Netflix può fare ancora una serie… da Dio

Jeff Goldblum diventa Zeus in una moderna Atene per una serie che supera le aspettative: una riscrittura intelligente e a tratti geniale dei miti greci. Su Netflix.

Jeff Goldblum nella serie Netflix Kaos

Una cosa che dovete sapere sulle profezie, è che non ce ne solo due uguali.

Un gruppo di dèi dell'Antica Grecia vive sotto mentite spoglie in una cittadina chiamata Creta, solo che non si ricordano la loro vera identità: una profezia potrebbe cambiare tutto. Non è vero, non è esattamente questa la trama di Kaos, la serie originale Netflix, attesissima non solo perché prometteva di riscrivere i miti e le leggende in chiave moderna, ma anche per il cast coinvolto, a partire dal Re degli Dèi interpretato nientemeno che dal sardonico Jeff Goldblum.

Kaos Jeff Goldblum
Jeff Goldblum è Zeus

Avrebbe potuto essere questo il centro del racconto e strizzare forse fin troppo l'occhio a una certa C'era una volta che riscriveva invece le fiabe classiche, ma siamo comunque estremamente soddisfatti del risultato. La "vera" storia della serie? In una moderna Creta (in cui tutti però parlano inglese) gli dèi vivono ancora dell'antico splendore che gli umani hanno sempre tributato loro, anche se questa venerazione inizia a scricchiolare. Proprio il padre degli dèi e degli uomini, inizia a temere che un'antica profezia che termina con la sua caduta si verifichi, mentre varie forze misteriose vengono messe in moto, e potrebbero cambiare il destino di tutta l'umanità.

Kaos, vedi alla voce "riscrivere la storia"

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Un moderno Dionisio

Il primo aspetto che colpisce della serie è l'ottima scrittura che getta le fondamenta della narrazione, che diviene così fluida, avvincente e accattivante. Sia per gli appassionati di miti greci, sia per chi abbia dei ricordi vaghi di quanto studiato negli anni scolastici. Indubbio l'appeal che una storia come questa può avere anche ai giorni nostri. Del resto, si tratta di racconti definiti "senza tempo", non a caso. Il serial è creato da Charlie Covell, che già aveva stupito tutti con l'irriverente The End of the F***ing World sulla piattaforma, tratta dall'omonimo graphic novel.

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La storia d'amore al centro del serial

Questa volta la storia è tutta farina del suo sacco e dimostra la sua bravura nel modernizzare e attualizzare dai grandi ai piccoli dettagli la storia dell'Antica Grecia, divisa tra dèi e uomini - quindi una società politeista, che strizza anche l'occhio a quella che ben conosciamo di Game of Thrones. Appare quindi perfettamente credibile come Orfeo sia diventato una rockstar, che Euridice sia finita in una sorta di rapporto di dipendenza emotiva, che la madre di quest'ultima non le parli più e questo le provochi un profondo dolore. O ancora sorridiamo per Dionisio e la sua vita di lussuria, il quale vorrebbe essere considerato come qualcosa di più dal padre Zeus e non essere malvisto dalla madre Era, che deve controllare il temperamento e le scappatelle del marito (e fratello).

Caratterizzazione moderna, cool e sexy

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Jeff Goldblum è un Re degli Dèi pazzesco

Non sono solo quindi i tanti easter eggs disseminati lungo la presentazione della storia e la riuscita caratterizzazione dei personaggi - la Cassandra di Billie Piper è qualcosa di spettacolare, così come il riferimento continuo agli "sporchi troiani" - ma anche i loro costumi e il loro make up, la fotografia della serie. Nulla è lasciato al caso per farci subito comprendere i protagonisti, nel caso non li conoscessimo già in precedenza. Un certo Prometeo - costretto da Zeus a rimanere incatenato a una roccia e subire l'eterno supplizio di un'aquila che si nutre del suo fegato, che si rigenera ogni giorno - sembra essere parte di quella profezia a cui accennavamo, che coinvolge alcuni umani che non sanno nulla gli uni degli altri e non conoscono il proprio ruolo nel grande disegno delle cose. Sua la voce narrante, che rompe la quarta parete, che ci accompagna durante la visione.

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L'eleganza di Janet McTeer come Era

Ci sono quindi ritmo e mistero a sufficienza negli otto episodi che compongono lo show, pronti a tenervi incollati allo schermo e a farvi fare un binge watching selvaggio. Jeff Goldblum, perfetto nel ruolo di questo padre-padrone tanto vanesio quanto insicuro, guida un cast davvero variegato e perfetto, o dovremmo dire "scelto da Dio", tra nomi più o meno noti: tra i tanti citiamo, Aurora Perrineau che riesce a trasporre perfettamente la fragilità e la dolcezza di Euridice, David Thewlis che non poteva che essere il sibillino Ade, Janet McTeer che ha l'eleganza e l'austerità di Era. Gli altri volti selezionati ve li lasciamo scoprire durante la visione, anche a livello di trucco e parrucco.

Scienza e fede nella serie Netflix

Power is delegation.

Kaos Netflix Scena
Mai guardare Medusa negli occhi

Fin da Lost (ma forse anche prima) nella serialità c'è stato il binomio scienza e fede a farla da padrone al centro del racconto. In Kaos torna preponderante il tema della religione, del rapporto dell'umanità con essa, quando è mero appiglio emotivo per andare avanti e quando diventa fanatismo pericoloso. Ma soprattutto l'idea della società politeista contro quella monoteista, delle conseguenze e della relazione tra quest'aspetto e la politica di un Paese. Nonché dell'altro binomio al centro di Lost: destino e libero arbitrio. Il Fato è stato già scritto per noi e la nostra Fine viene segnata dal filo invisibile e delicatissimo delle Parche oppure abbiamo il potere di cambiarlo? Quanto valgono le nostre scelte e quanto invece quelle di qualcuno più in alto di noi?

La serie parla anche di famiglie disfunzionali - gli dèi sono la perfetta rappresentazione di questo concetto - e di potere, del desiderio di averlo a tutti i costi e dell'abuso che spesso se ne fa una volta ottenuto. L'Antica Grecia era già tornata in tv con Percy Jackson su Disney, ma a livello infantile, mentre qui in Kaos si tratta di un prodotto molto più adulto e maturo. Decisamente una delle serie da non perdere del 2024 e la dimostrazione che la piattaforma può ancora fornire ottimi prodotti dopo The Diplomat, forse il più vicino esempio di scrittura sopraffina, caratterizzazione eccelsa dei personaggi e ottima recitazione degli interpreti.

Conclusioni

Charlie Covell stupisce ancora una volta tutti con la propria scrittura e dopo The End of the F***ing World torna su Netflix con un’altra riscrittura, questa volta originale e che prende spunto dall’Antica Grecia per trasferirla ai giorni nostri. Promuoviamo infatti Kaos, la nuova attesissima serie con Jeff Goldblum per il mix riuscito di generi e toni, e per l'aver saputo modernizzare materiale antico, parlando del nostro rapporto di esseri umani con politica, potere e religione.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • La sceneggiatura di Charlie Covell.
  • La caratterizzazione dei personaggi, anche visiva – dèi e umani – e la performance degli interpreti.
  • La riscrittura dei miti greci attualizzata e le relazioni tra gli stessi.
  • Il mix equilibrato di dramma e commedia.

Cosa non va

  • Se non siete appassionati di questo tipo di storie, pur se modernizzate, potreste fare fatica.
  • Ha un umorismo e una “cattiveria” di fondo che non sono per tutti i palati.