Taika Waititi non è a Torino 2019 a godersi la calorosa accoglienza riservata al suo Jojo Rabbit perché diviso tra i suoi numerosi progetti. Ad accompagnare il film, che inaugura il festival, intervengono il giovane protagonista Roman Griffin Davis e il produttore Carthew Neal, parte del team responsabile di Jojo Rabbit insieme allo stesso Waititi.
Al di là delle risate che strappa la rappresentazione parodistica della figura di Hitler, amico immaginario del piccolo Jojo interpretato dal regista, il film - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Jojo Rabbit - prende una posizione netta contro l'avanzata delle destre e il ritorno delle ideologie razziste e negazioniste puntando il dito contro la fascinazione della cultura nazista sulle fasce più malleabili, come i giovani. Parlando della sua prima esperienza sul set, il dodicenne inglese Roman Griffin Davis racconta: "Ho fatto finta di non essere su un set perché ero molto ansioso. Ho immaginato di essere in gita scolastica e ho cercato di imparare dagli attori fantastici che mi circondavano, ma a volte dovevo darmi i pizzicotti per verificare che fosse tutto reale".
Tra humor e consapevolezza, il Nazismo può anche far ridere
Taika Waititi sembra avere un gran fiuto nella scelta degli attori giovani. Dopo il piccolo protagonista di Hunt For The Wilderpeople, nel ruolo di Johannes, detto Jojo, Roman Griffin Davis è una rivelazione assoluta sullo schermo e una bella sorpresa nella realtà. L'attore in erba si rivela un dodicenne vivace e svegli oche parla con cognizione di causa degli orrori del Nazismo e dell'importanza del film che lo vede protagonista: "I miei genitori mi hanno parlato della Seconda Guerra Mondiale quindi sapevo alcune cose del Nazismo e dell'Olocausto. Non conoscevo l'esistenza della Gioventù Hitleriana e del lavaggio del cervello fatto sui giovani dal regime. Ma i coetanei miei hanno grandi lacune storiche. A scuola è stata organizzata una proiezione de La vita è bella e nessuno dei miei compagni conosceva l'olocausto. Sono orgoglioso di aver interpretato un film che riflette su temi morali, colma lacune storiche, e lo fa con humor".
Sul set, Roman Griffin Davis ha avuto l'opportunità di affiancare star come Scarlett Johansson e Sam Rockwell, ma come si è approcciato a questi attori così celebri? "Conoscevo alcuni loro film" ammette il ragazzino "sono stato molto molesto nei loro confronti, li stuzzicavo continuamente, ma loro sono stati molto gentili, mi hanno aiutato tanto". La relazione più speciale è senza dubbio quella che il giovane attore ha instaurato con Taika Waititi, con cui condivide numerose sequenze: "Taika è affascinante e carismatico, è interessante vederlo lavorare perché è velocissimo nei suoi processi mentali. Doveva dirigere me, doveva dirigere se stesso e tutto il resto del cast, è multitasking. È come se ci fosse un alieno nel suo corpo, il suo occhio si dirige in dimensioni diverse, fa tutto. Ci mancava solo che ci preparasse la colazione. Sono ammirato dalla sua capacità di correre dei rischi e di toccare temi così importanti con una buona dose di umorismo".
La miglior risposta alle politiche dell'odio
Taika Waititi ha scritto la sceneggiatura di Jojo Rabbit nel 2011 ispirandosi al libro di Christine Leunens, Come semi d'autunno. Per trovare i finanziamenti necessari alla realizzazione, però sono passati sei anni. Questo iato ha reso il film ancor più attuale, come sottolinea il produttore Carthew Neal: "Jojo Rabbit è il risultato di ciò che Taika ha imparato nei cinque film precedenti. Aveva bisogno di queste esperienze per raggiungere la maturità necessaria ad affrontare questo argomento. Quando ha scritto il film, però, non c'era la consapevolezza del ritorno della politica dell'odio e delle ideologie sovraniste e razziste. È importate che Jojo Rabbit sia stato fatto oggi perché diventa ancora più attuale".
Stringente, in questo senso, l'ardito paragone che apre la satira accostando il fanatismo per i Beatles a quello della gioventù tedesca per il Terzo Reich. "La ragione per cui ho voluto fare questo film era insegnare agli adulti prima che ai ragazzini di non dimenticare la lezione della storia" ribadisce Roman Griffin Davis. "Guardiamo come sono stati sfruttati i ragazzini dal nazismo, sono loro che hanno fatto il lavoro più pesante. Le nuove generazioni vengono ignorate dagli adulti che decidono in modo egoistico quello che sarà il futuro dei giovani. Hitler ha sfruttato le paure, i pregiudizi e l'antisemitismo per i propri scopi. I bambini hanno bisogno di crescere serenamente sapendo che la loro voce verrà ascoltata".