Oliver Stone presenta a Cannes 2021 il suo documentario JFK Revisited: Through the Looking Glass tornando a occuparsi dell'ossessione sua e di molti altri americani, l'omicidio di John Fitzgerald Kennedy. Nel 1991, con JFK: Un caso ancora aperto, il regista realizzò un solido pamphlet drammatizzando la vicenda che segnò la fine del sogno americano. Trent'anni dopo, con maggiori informazioni sul caso a disposizione dopo che i file sull'assassinio di Kennedy sono stati desecretati, Stone ampia la sua visione sul fatto aggiungendo nuova carne al fuoco.
Del documentario presentato a Cannes 2021, ne esiste una versione lunga il doppio che Oliver Stone ha dovuto ridurre per renderla più fruibile. "In un primo tempo avevamo pensato a una serie in tre parti" spiega il regista. "Volevamo raccogliere tutte le nuove informazioni in occasione del 30° anniversario di JFK. Però quattro ore ci sembravano troppe così abbiamo ridotto a due, ma la versione da quattro ore esiste sempre". Stone aggiunge poi, non senza un pizzico di amarezza: "Il film è prodotto da una compagnia inglese, la Altitude. Per farlo siamo dovuti andare a cercare i soldi in Inghilterra perché la censura negli USA è subdola. Anche Snowden è stato finanziato in UK. In America c'è un problema con la nostra storia, è deprimente dover andare a cercare i fondi in Europa per un film su un fatto storico americano".
L'economia malata della guerra
Perché Oliver Stone ha sentito il bisogno di tornare a occuparsi dell'omicidio Kennedy dopo aver già realizzato un film di successo? "Perché è importante" dichiara lui. "Nel 1963 si è verificato un crimine orribile, ma i giovani ne sanno poco. Kennedy è stato l'ultimo presidente americano ad aver davvero lottato per la pace, il che è incredibile. Ha conquistato l'ammirazione di Charles De Gaulle, è stato il primo a invocare la fine della Guerra Fredda, ha firmato un trattato sul nucleare con la Russia. Ha cercato la pace con Cuba, problema che rimane vivo ancora oggi. Era in buone relazioni con Asia, Africa, Sud America. E poi voleva fermare la guerra in Vietnam. Il libro più importante sul caso è stato scritto dopo il nostro film, ma siamo stati criticati per aver suggerito per primi che Kennedy è stato ucciso perché non voleva la guerra in Vietnam. Perché portare avanti l'illusione che Johnson ha portato avanti la politica di Kennedy? É completamente falso. Il motivo dell'omicidio è che Kennedy stava davvero cambiando le cose".
Oliver Stone e la sua teoria sull'omicidio di John Fitzgerald Kennedy, 30 anni dopo il film
Senza Kennedy, naturalmente, la Guerra Fredda si è trascinata per decenni con conseguenze visibili ancora oggi. Riguardo alla figura di Vladimir Putin, Oliver Stone, autore di una serie e di un libro-intervista sul leader russo, ha sempre mantenuto una posizione ambigua. "Dobbiamo allontanarci dagli stereotipi, la realtà non è bianca o nera, ma è grigia" dichiara al riguardo. "La nuova guerra nucleare è il cambiamento climatico, e sia Russia che USA sono molto avanti con la ricerca. Questo però è un problema globale e va risolto unendo le forze, non concordo per niente con l'ostilità contro Cina e Russia. Perché dobbiamo avere bisogno di un nemico? Pensateci, le guerre creano business, ma questa è un'economia malata".
L'omicidio Kennedy, trent'anni di bugie
JFK Revisited: Through the Looking Glass ripercorre le tre inchieste sul caso Kennedy che si sono succedute a partire dalle conclusioni a cui è giunta la Commissione Warrner, accuratamente smentita dai nuovi fatti emersi, a quella della House of Representatives Select Committee on Assassinations del 1979 e ai problemi riscontrati a causa delle menzogne della CIA alla terza indagine a cui sono stati i fondi. "Dubito che oggi l'amministrazione Biden sia interessata a riaprire il caso" chiosa Oliver Stone "Chi approverebbe e supporterebbe una quarta indagine? Stiamo ancora aspettando che l'amministrazione Biden diffonda i documenti secretati che oramai dovrebbero essere accessibili. La richiesta ufficiale è arrivata di cittadini privati perché le autorità non si occupano di queste cose".
Ciò che il regista tiene a ribadire riguarda la veridicità di quanto mostrato nel suo JFK che rifiuta di definire fiction perché "è drammatizzazione dei fatti. Abbiamo dovuto drammatizzarlo per esemplificarlo, ma il film è piuttosto accurato. Era il 1991. Oggi sono passati trent'anni, sono uscite nuove informazioni certe, Oswald non era al sesto piano, è stato provato ed è stato provato che non era coinvolto con la CIA. Le prove originali, i proiettili, le autopsie, le impronte, sono state confutate. Abbiamo superato quelle informazioni, come mostro in questo nuovo film". Stone ci tiene a insistere sull'eccezionalità della figura di Kennedy, che definisce "un uomo di principi. Nel 1953 era nel Vietnam coloniale, ha sostenuto la libertà dell'Africa, Nel 1957 è finito sulla cover di Time Magazine e definito ribelle per aver attaccato la politica coloniale. E' stato un militare decorato nella Seconda Guerra mondiale. Se non fosse stato assassinato avrebbe rivinto le elezioni, avrebbe governato lui gli USA invece della CIA e oggi non ci troveremmo in questa situazione".