I migliori attori del mondo sono quelli che sentono di più e mostrano di meno.
Pochi interpreti hanno attraversato la storia del cinema europeo, contribuendo a scriverne pagine essenziali, con un ruolo paragonabile a quello di Jean-Louis Trintignant: un attore che, appunto, non ha mai avuto bisogno di 'esibire' le emozioni dei propri personaggi, ma ha saputo raccontarcele con una spontaneità disarmante, ottenuta mediante una recitazione sotto le righe e capace, proprio per questo, di risultare sempre del tutto naturale e credibile. Del resto, in oltre sei decenni di attività Trintignant ha incarnato in particolare degli everyman: uomini più o meno ordinari, con i quali spesso è facile identificarsi o in cui rintracciare frammenti della nostra realtà, individuale o sociale.
Con oltre centoventi pellicole all'attivo, senza contare i suoi progetti per la televisione, Jean-Louis Trintignant è entrato a pieno diritto nell'immaginario del cinema europeo, legando il suo nome e il suo volto in primo luogo alla Francia e all'Italia. Nato a Piolenc, un piccolo comune della Provenza, l'11 dicembre 1930 e trasferitosi a Parigi a partire dai vent'anni, Trintignant inizia a farsi conoscere dal pubblico per il suo aspetto da bravo ragazzo e per quel viso sereno e un po' timido da cui trapela un'acuta intelligenza: doti che il regista Roger Vadim mette a frutto nella commedia Piace a troppi (1955), dove lo affianca alla dirompente sex symbol Brigitte Bardot, e ne Le relazioni pericolose (1959), libero adattamento del romanzo epistolare di Choderlos de Laclos.
Nel frattempo, Jean-Louis Trintignant diventa un divo anche in Italia grazie al malinconico Estate violenta di Valerio Zurlini (1959) e soprattutto a Il sorpasso di Dino Risi (1962), in cui il suo quieto studente Roberto forma un'accoppiata memorabile accanto allo scatenato Bruno di Vittorio Gassman. Sono due fra i ruoli più famosi di un attore che, da lì in poi, avrebbe lavorato con alcuni dei registi più importanti d'Europa, fra cui René Clément, Claude Chabrol, Sergio Corbucci, Luigi Comencini, Ettore Scola, François Truffaut e Jacques Audiard. E oggi, i novant'anni dell'attore ci offrono lo spunto per ripercorrere una carriera ricchissima, con una rassegna - in ordine cronologico - di alcuni tra i migliori film di Jean-Louis Trintignant e delle grandi performance che ci ha regalato nelle diverse stagioni della sua vita.
1. Un uomo, una donna (1966)
È la pellicola che, nel 1966, consacra Jean-Louis Trintignant fra i divi più popolari del cinema europeo, trasformandolo in una star anche in America: si tratta di Un uomo, una donna, la celeberrima storia d'amore firmata e diretta da Claude Lelouch e diventata uno dei film-evento degli anni Sessanta. Ricompensato con la Palma d'Oro al Festival di Cannes e con due premi Oscar, Un uomo, una donna vede Trintignant nella parte di Jean-Louis Duroc, pilota di auto da corsa rimasto improvvisamente vedovo in seguito al suicidio della moglie e coinvolto in una nuova relazione con Anne Gauthier (Anouk Aimée), anche lei alle prese con un lutto. Il "fascino discreto" dell'attore francese è qui messo al servizio di uno dei racconti sentimentali più popolari dell'epoca, da cui Lelouch trarrà ben due sequel con gli stessi protagonisti: Un uomo, una donna oggi (1985) e I migliori anni della nostra vita (2019).
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2. Z - L'orgia del potere (1969)
Il 1969 è l'anno di un altro gigantesco successo internazionale per Jean-Louis Trintignant grazie a Z - L'orgia del potere, incalzante thriller politico realizzato dal regista greco Costa-Gavras e ispirato all'omicidio dell'attivista Grigoris Lambrakis, già alla base del romanzo Z di Vassilis Vassilikos. In Z - L'orgia del potere Trintignant presta il volto a un personaggio senza nome: un giudice istruttore che, con rigore inflessibile, si occupa delle indagini sull'attentato contro un deputato dell'opposizione (Yves Montand), vittima di un complotto dell'estrema destra e di un ramo dell'esercito. Con questo attacco diretto al regime dei Colonnelli, Costa-Gavras si guadagna l'attenzione del pubblico di tutto il mondo, America inclusa, dove il film riceve due premi Oscar, mentre Trintignant si aggiudica il premio come miglior attore al Festival di Cannes.
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3. La mia notte con Maud (1969)
Insieme al classico di Costa-Gavras, fra le numerose pellicole interpretate dal prolifico attore alla fine del decennio c'è anche il capolavoro di Eric Rohmer, La mia notte con Maud, appartenente al ciclo dei Racconti morali. Jean-Louis Trintignant presta il volto a Jean-Louis, altra rassicurante figura borghese, che alla vigilia di Natale, nella cittadina di Clermont-Ferrand, vede le proprie convinzioni messe alla prova durante una serata trascorsa in compagnia di Maud (Françoise Fabian), una donna con la quale intraprende una lunga conversazione notturna non priva di una sottesa componente erotica. La consueta naturalezza nella recitazione di Trintignant si sposa perfettamente allo stile del cinema di Rohmer e contribuisce a rendere La mia notte con Maud uno dei migliori film del catalogo rohmeriano.
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4. Il conformista (1970)
Un viso rigido e impenetrabile, ma capace di far trapelare sinistri accenni di inquietudine e un "lato oscuro" nascosto dietro l'apparenza del conformismo borghese: nel 1970, Jean-Louis Trintignant si dimostra l'interprete ideale per un ruolo complesso come quello di Marcello Clerici, l'ambiguo antieroe nato dalla penna di Alberto Moravia e portato sullo schermo da un giovane Bernardo Bertolucci ne Il conformista, il film che sancirà l'affermazione mondiale per il regista parmense. Il personaggio di quest'uomo comune, che accetta di vendere l'anima al diavolo compiendo una missione come spia del regime fascista, segna una delle più grandi performance di Trintignant, che con Il conformista tocca una delle massime vette della propria carriera.
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5. Colpire al cuore (1982)
Nel 1982 è un altro regista italiano, Gianni Amelio, al suo esordio al cinema dopo una lunga serie di produzioni televisive, a consegnare a Jean-Louis Trintignant uno dei suoi ruoli più memorabili e commoventi: quello di Dario, un professore universitario di Milano che viene sospettato dal figlio Emilio (Fausto Rossi) di avere dei legami con il terrorismo rosso. Sceneggiato da Vincenzo Cerami, Colpire al cuore costituisce uno dei più acuti ritratti dell'Italia degli "anni di piombo" e dei suoi contrasti ideologici, raccontata però da Gianni Amelio attraverso un approccio intimista, incentrato appunto su un difficile rapporto tra padre e figlio.
6. Tre colori - Film rosso (1994)
Nel 1994 l'ultimo film del grande regista polacco Krzysztof Kieslowski, Tre colori - Film rosso, completamento della sua acclamata Trilogia dei colori, vede come protagonista proprio un maturo Jean-Louis Trintignant al fianco di Irène Jacob; e Trintignant sfodera una delle sue prove più intense nella parte di Joseph Kern, un giudice in pensione che trascorre il tempo a intercettare le conversazioni telefoniche dei propri vicini. In Tre colori - Film rosso l'attore dipinge un personaggio amaro e disilluso, il cui cinismo sarà però incrinato dal confronto con Valentine Dussaut (Irène Jacob), una modella animata da un sincero altruismo; e il risultato è un altro, splendido capitolo della sua vastissima filmografia.
7. Amour (2012)
Dopo un'assenza dalle scene durata quasi un decennio, nel 2012 un Jean-Louis Trintignant ultraottantenne si concede uno spettacolare ritorno al cinema accanto a un altro storico nome del cinema francese, Emmanuelle Riva, nel più apprezzato capolavoro del regista austriaco Michael Haneke: Amour, la rigorosa e struggente rappresentazione di una malattia devastante che si abbatte sull'esistenza di un'anziana coppia parigina, Georges ed Anne. E nei panni di Georges, impegnato a prendersi cura della donna che ama e a fronteggiare il dolore di un'imminente separazione, Trintignant dà vita a un'interpretazione straordinaria: spontanea, asciutta e proprio per questo incredibilmente autentica.
Vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes e dell'Oscar come miglior film straniero, Amour può essere considerato la punta di diamante del percorso artistico di Jean-Louis Trintignant, che grazie a questo ruolo è stato insignito del premio César e dello European Film Award; ma soprattutto, ha ricordato a intere generazioni di spettatori - qualora ce ne fosse stato bisogno - di possedere un talento talvolta dato per scontato, ma tale da renderlo uno dei migliori attori dello scorso mezzo secolo. Un talento che Trintignant metterà ancora una volta al servizio di Haneke, nel 2017, in Happy End, ennesimo tassello di una carriera irripetibile.
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