Invasion, la recensione del nono episodio: rivedere in fretta le stelle

La recensione del nono episodio di Invasion, la serie sci-fi disponibile su Apple Tv+, ormai a un passo dalla conclusione nel raccontare un'invasione aliena attraverso un inedito punto di vista.

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Invasion: Billy Barratt e India Brown in una scena della serie Apple

Iniziando la nostra recensione del nono episodio di Invasion accogliamo l'inizio della fine della serie originale disponibile su Apple Tv+. La serie creata da Simon Kinberg e David Weil apre le porte dell'ultimo atto proseguendo il suo racconto di un'invasione aliena attraverso una prospettiva inedita e coraggiosa. Almeno stando alle intenzioni iniziali. Perché, con il passare delle settimane e degli episodi, Invasion ha iniziato a sacrificare gran parte della sua qualità che l'aveva resa un prodotto originale e interessante per abbracciare una via di mezzo che sembra sempre più disequilibrata. Indecisa se mostrare troppo o troppo poco, se proseguire con un ritmo dilatato o velocizzare il corso degli eventi, se concentrarsi sull'umanità e le emozioni o passare all'azione, la serie si avvia alla sua conclusione senza una vera visione coerente e coesa con sé stessa.

Resa dei conti

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Invasion: Shioli Kutsuna nel quarto episodio

Si riparte (quasi) da dove lo scorso episodio si era concluso: da quel contatto a lungo atteso tra Mitsuki e l'astronauta da lei amata Hinata. Doveva essere il momento della svolta, prologo di un forte cambiamento narrativo, ma l'evento sarà solo una delle tante scorciatoie narrative che la serie prenderà grazie proprio a questo nono episodio. Si ha dimostrazione di una scrittura non brillante - e molto distante da quella dei primi episodi - a partire dal prologo. Proprio le sequenze che lo spettatore osserverà prima della sigla risultano una perfetta sintesi dei problemi della puntata, il primo di pura scrittura, il secondo di messa in scena. Si comincia con una scena intima e calda, ambientata nel passato, che dovrebbe rafforzare ancora di più il legame tra due personaggi, elemento essenziale per ricevere il colpo emotivo nel finale. Ma i dialoghi mettono a dura prova lo spettatore, risultando sin troppo banali e alla disperata ricerca di una poesia sin troppo insistita, rivelando la finzione anziché rappresentare la realtà (tentativo che la serie si è imposta nel trattare l'invasione aliena sotto altri riflettori). Subito dopo, una sequenza che evidenzia i limiti della messa in scena, davvero povera per realizzazione, impedisce al pubblico quel trasporto necessario per meglio accogliere le vicende. Il resto dell'episodio intende dare una rapida conclusione alle vicende (almeno in apparenza, chissà se la prossima settimana assisteremo a qualche colpo di scena) facendo percepire sempre meno il pericolo degli alieni. Dovrebbe vigere un forte caos, almeno in base a come si comportano i personaggi, ma questo non viene quasi mai percepito. Troppo essenziale ciò che contiene l'inquadratura e troppo superficiale il modo in cui gli eventi avvengono.

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Umani contro alieni

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Invasion: Shamier Anderson nel secondo episodio

C'è uno scontro alla base di Invasion, quello tra umani e alieni, tra empatia ed egocentrismo, tra individuo e collettività. È uno scontro che via via è andato perdendosi, o per meglio confondendosi. Sbilanciandosi sempre più su una sola fazione, quella degli umani, la serie non è riuscita nel corso degli episodi a tenere alta la soglia di attenzione e, soprattutto, a far percepire la lotta che si sta svolgendo. Il risultato è un inno all'umanità, che però non trova mai un ostacolo così forte in modo tale da poter sottolinearne la propria essenzialità, e di conseguenza la propria forza. Quando si nasconde sin troppo la minaccia, anche il conflitto non riesce a mettersi in mostra. Eppure, questo nono episodio si concentra e cerca di mettere fine, con sin troppa velocità, a questo conflitto. Il ritmo è molto alto, anche se spesso viene frantumato da un montaggio che non sempre azzecca il momento giusto per viaggiare da una storyline all'altra, interrompendo il flusso narrativo ed emotivo della storia.

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L'invasione è terminata?

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Invasion: Sam Neill in una scena della serie Apple

Arrivati ai titoli di coda dell'episodio si ha la sensazione di aver assistito a un racconto prima troppo lungo e infine non troppo soddisfacente per come si è concluso. La puntata finale potrebbe risultare, di conseguenza, un semplice epilogo alle vicende, anche se alcune domande rimaste in sospeso si spera possano trovare risposta (non sappiamo ancora cosa sia successo al personaggio interpretato da Sam Neill dopo il primo episodio). Un mare di stelle, titolo di questa puntata, descrive bene il senso di sollievo che i personaggi osservano nel montaggio finale, ma permane un senso di amaro in bocca per come questo sguardo alzato verso il cielo sia stato troppo repentino. Invasion ha chiesto allo spettatore di fidarsi, di credere, di immaginare, per poi arrivare a vedere le stelle e chiedersi "Tutto qua?".

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione del nono episodio di Invasion non possiamo che ritenerci delusi dalla trasformazione di una serie che non sembra aver rispettato le aspettative e le promesse. Il ritmo si fa molto alto e la storia si conclude in fretta, senza evitare una scrittura sin troppo superficiale e una messa in scena che mostra parecchi limiti per riuscire a trasportare lo spettatore in quel mondo. Rimane qualche momento riuscito, soprattutto grazie alla musica scelta, ma perdendo quel senso di minaccia e di conflitto, le emozioni tardano ad arrivare, lasciando un amaro senso di insoddisfazione.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • Il ritmo dell’episodio rimane alto.
  • Grazie alle scelte musicali, qualche sequenza riesce a funzionare a dovere.

Cosa non va

  • La scrittura presenta parecchi problemi dovuti alla fretta di concludere la storia.
  • Il montaggio non sempre accompagna al meglio lo spettatore.
  • La serie sembra aver perso definitivamente quella particolarità che la rendeva speciale.