Invasion, la recensione del settimo episodio: camminare verso una metà senza gravità

La recensione del settimo episodio di Invasion, la serie sci-fi disponibile su Apple Tv+ che prosegue il racconto di un'invasione aliena continuando a mostrare il meno possibile.

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Invasion: Shamier Anderson in una scena della serie Apple

Arrivati alla recensione del settimo episodio di Invasion non possiamo fare a meno di fermarci un momento, come il ritmo della storia che Simon Kinberg e David Weil stanno continuando a raccontarci, settimana dopo settimana, su Apple Tv+, e riflettere sulla direzione che la serie sta percorrendo. Siamo ormai entrati nell'ultimo atto della stagione e Invasion, nonostante la particolarità dell'episodio precedente che poteva lasciar presagire un'accelerazione verso nuovi sviluppi narrativi, sceglie di rimanere fedele a sé stessa e rallentare anche una volta il ritmo del racconto. Il risultato è un episodio che si pone in una strana via di mezzo, nell'essere un momento di stasi e nel procedere verso nuovi sviluppi, lasciando lo spettatore da un lato in attesa del prossimo venerdì e dall'altro donandogli un non troppo piacevole senso di insoddisfazione. Appare quindi naturale chiedersi in quale momento la particolarità di un'opera, l'elemento che la rende così unica e diversa dal resto della produzione, si possa trasformare nel suo difetto maggiore, capovolgendone la forza.

Situazioni di passaggio

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Invasion: una scena del terzo episodio

La minaccia aliena si sta espandendo. Dal continente (l'America, con tanto di messaggio a reti unificate da parte del Presidente) alle metropoli, sino ad arrivare ai piccoli paesini della campagna inglese, si amplia il racconto di morte e distruzione che gli invasori stanno attuando. Come previsto, lo spettatore non vedrà esplicitamente nulla di tutto questo, lasciando che siano i paesaggi e le ambientazioni, nonché gli sguardi impauriti, le persone sotto shock e un senso di disperazione generale, non urlato ma che procede sotto traccia, a raccontarlo. È la bellezza di Invasion che ha preso una delle più classiche narrazioni fantascientifiche privandola dello spettacolo per concentrarsi sul lato emotivo, intimo e personale dei protagonisti. Un gruppo, composto da diverse personalità, diviso in varie parti del mondo (e finora senza ancora un forte collegamento tra le loro storie) alle prese con la sopravvivenza. Dopo essersi concentrata sull'home invasion vissuta da Annesha nella puntata precedente, la serie torna a farsi racconto corale. Riprende esattamente da dove erano partiti i titoli di coda la scorsa settimana, muovendo i vari personaggi, ma senza riservare grosse sorprese. Si percepisce un cammino, un percorso che tutti quanti stanno affrontando, ma manca una vera forza narrativa che possa appagare realmente lo spettatore. È la cifra caratteristica di Invasion, ma arrivati al settimo episodio questo gioco sembra non creare più la giusta tensione dei primi episodi.

Invasion, la recensione del sesto episodio: sopravvivere non è più una scelta

La fredda invasione

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Invasion: Billy Barratt in una scena del quarto episodio

I primi segnali di allarme erano giunti alla fine dello scorso episodio, quando alcuni colpi di scena hanno richiesto una sospensione dell'incredulità maggiore del previsto da parte dello spettatore. Parliamo del momento in cui alcuni personaggi si sono dimostrati sopravvissuti agli eventi, quasi in maniera gratuita e fuori dai registri a cui la narrazione ci aveva abituato. Anche in questo episodio, per quanto non si arrivi a momenti simili, si ha la percezione di una scrittura meno centrata rispetto al solito, più adagiata su sé stessa, quasi avesse trovato una formula da replicare senza particolare trasporto. In un momento della storia in cui la situazione va via via peggiorando, lascia l'amaro in bocca notare come i protagonisti, dalla famiglia di Aneesha sino al militare Trevante (dove clamorosamente assistiamo a una conversazione che si interrompe proprio sul più bello), non sembrano partecipi di quello che sta accadendo intorno a loro. Quasi fossero troppo distanti rispetto a tutto il contesto, freddi e più ragionevoli (ma di quella razionalità glaciale che non presuppone una vera e propria emotività), incapaci di portare sulle proprie spalle quel senso di tragicità in corso. In altre parole, ci viene raccontato spesso di un'invasione aliena, ma non percepiamo mai questa confusione attraverso gli occhi dei protagonisti. La dimostrazione palese è nella storia di Caspar e dei suoi compagni di scuola che, finalmente, tornano in città. È uno scenario quasi post-apocalittico eppure questi giovani ragazzini affrontano il tutto con una calma e una distanza sin troppo innaturale, mettendone a repentaglio la potenza drammaturgica.

Speranza e fede

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Invasion: Shioli Kutsuna in una scena della serie Apple

Un personaggio, però, sembra proseguire per la sua strada in maniera imperterrita e quasi commovente. Si tratta di Mitsuki, che alla ricerca disperata, attraverso ogni mezzo, anche quello meno legale, di ascoltare un messaggio perso nell'etere dello spazio, sperando di avere una prova della sopravvivenza della sua amata, dà vita ai momenti migliori dell'episodio. Non appare casuale che l'episodio abbia come titolo Speranza. Mitsuki, nonostante abbia a che fare con la scienza, i calcoli, i computer, la tecnologia e le leggi dell'universo, è intrisa di fede. Mentre il mondo viene distrutto dagli alieni, il suo è un personaggio che vive un'altra realtà, più spirituale, in cui l'obiettivo non è tanto capire se è possibile l'impossibile, quanto semplicemente trovarlo. Mancano solo tre episodi alla fine della stagione e in qualche modo, il personaggio di Mitsuki corrisponde a noi spettatori, desiderosi di scovare quel trasporto che la serie, settimana dopo settimana, sta lentamente perdendo. Nel frattempo, non rimane altro che continuare ad avere un po' di fede.

Conclusioni

Concludiamo la nostra recensione del settimo episodio di Invasion sottolineando come la serie stia procedendo un suo racconto coerente, anche se via via sempre meno potente. Lontana dalla qualità di scrittura dei primi episodi, Invasion, proprio ora che dovrebbe aspirare ad un climax, non riesce a donare ai personaggi la forza della narrazione, lasciando che il tutto venga raccontato ma mai percepito. I personaggi proseguono il loro cammino, ma la sensazione è quella di non procedere mai. Qualche luce nella storyline dedicata a Mitsuki, dove l’invasione aliena diventa scusante per un discorso sulla fede e la speranza che merita un degno epilogo.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • Il personaggio di Mitsuki si dimostra la storyline più interessante del lotto.
  • La serie prosegue con coerenza la sua narrazione asciutta…

Cosa non va

  • …ma col rischio di diventare una formula poco coinvolgente.
  • La scrittura appare meno centrata rispetto ai primi episodi.
  • Il pericolo dell’invasione viene solo raccontato, ma paradossalmente non viene mai percepito, soprattutto dai personaggi principali.