Chi se lo sarebbe aspettato? Park Chan-wook, l'acclamato regista della trilogia della vendetta (Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance, Old Boy, Lady Vendetta), che sull'estetica dell'iperviolenza ha costruito la sua affermazione di autore di culto, con la benedizione di Quentin Tarantino che nel 2004 gli ha consegnato il Gran Premio Speciale della Giuria a Cannes, ci svela con nostra grande sorpresa che invece siamo noi europei ad essere vittime del morboso fascino della violenza, perché in Corea il pubblico ama le commedie divertenti e romantiche. Poco male perché Snowpiercer, che ha prodotto con la sua Moho Films per la regia dell'amico Bong Joon-ho, è girato in lingua in inglese con un cast all star internazionale capitanato da Captain America Chris Evans, e si appresta a conquistare il pubblico di tutto il mondo, lanciato come un treno inarrestabile verso il successo. Una potente metafora che parla di lotta di classe, selezione naturale e ordine prestabilito, in un futuro distopico tra i più visionari mai portati sul grande schermo. Di questo e altro abbiamo parlato con il produttore e regista sudcoreano durante il nostro incontro avvenuto a Berlino per la presentazione del film.
Cosa le ha fatto decidere di salire a bordo del progetto Snowpiercer come produttore? Park Chan-wook: Avevo creato da poco la mia casa di produzione , la Moho Films, e volevo realizzare qualcosa con Bong Joon-ho, che non è solo un collega ma anche un caro amico, e lui mi disse che aveva in progetto due film, uno era Mother e l'altro Snowpiercer: io sono un fan del genere sci-fiction per cui ero decisamente molto più interessato a quest'ultimo. Bong mi fece dare un'occhiata alla graphic novel, pensai che non avesse una narrazione facilmente traducibile in termini cinematografici, ma sicuramente c'era tantissimo materiale dal quale si poteva trarre ispirazione per un film di grande impatto, per cui ho detto "fantastico, benissimo, facciamo questo!". Io stesso anche come regista, preferisco comunque lavorare su del materiale che mi ispiri e abbia del potenziale emotivo, anche se la gente mi dice "come diavolo pensi di poterne fare un film?".
Ci parli un po' della sua visione della storia.Il film è una storia che si svolge in un ambiente ristretto, claustrofobico, in cui le persone vivono intrappolate. Il desiderio di migliorare la loro condizione li porta a ribellarsi e a lottare per sovvertire l'ordine sociale prestabilito e questo avviene attraverso un'inevitabile escalation di violenza.
Una metafora molto dark. Ci sono molte differenze rispetto al registro della graphic novel?
La storia del fumetto è se possibile ancora più cupa, qui abbiamo voluto lasciare una speranza con un occhio al mondo esterno, un fattore che nella graphic novel non è affatto presente.
Si tratta del film più costoso mai prodotto in Corea, di quale budget stiamo parlando? 40 milioni di dollari americani.
La violenza è sempre molto presente nei film sudcoreani ed è sempre molto esplicita, ci sono scene molto forti anche in Snowpiercer. Glielo chiedo sia come produttore che come regista, lei pensa che il livello di tolleranza nei confronti della violenza del pubblico coreano sia molto più alto di quello del pubblico europeo o americano?E' piuttosto curioso come tra tutti i film prodotti in Corea del Sud quelli che vengono esportati all'estero e hanno più successo all'estero sono proprio quelli dove in effetti la violenza è più presente e più esplicita. Non credo che l'audience coreana abbia la percezione di un livello di tolleranza più alto nei confronti della violenza, anche perché se guardiamo al box office i film che hanno successo da noi in patria sono le commedie che fanno ridere e commuovere la gente: quindi in effetti sono io che dovrei chiedere a voi come mai in occidente amate così tanto i film violenti.
Quali sono i suoi film sci-fiction preferiti?
Guardando alla storia della letteratura sci-fi di cui sono un grande appassionato, ho la sensazione che ci sia talmente tanto materiale che nonostante una lunga tradizione di film, il cinema non gli abbia ancora reso pienamente giustizia. In ogni caso se devo citare un titolo tra tutti direi che il mio preferito è Blade Runner.
Mi ricordo di aver parlato con Bong de Il Pianeta delle Scimmie ma solo come esempio per il tipo di finale interlocutorio che volevo dare al film, diverso da quello che aveva inizialmente in testa lui che era molto più triste e pessimista. Volevo che il messaggio che passasse fosse che la maniera vera di cambiare il sistema è uscire al di fuori di esso. Ora che ci penso ci sono altri due o tre riferimenti che sono venuti fuori parlando col regista: riguardo all'antieroe interpretato da Song Kang-ho dissi che il personaggio poteva essere paragonato a Han Solo di Guerre Stellari, non il protagonista, ma neanche un semplice ruolo di supporto, qualcosa esattamente nel mezzo. Un altro era Alien, rispetto all'ambientazione del film che si sarebbe svolta in un ambiente chiuso e ristretto. Abbiamo parlato anche di Mad Max oltre la sfera del tuono, rispetto all'escalation dell'azione e alla descrizione del contesto sociale.
Ha visto il remake di Oldboy?
Non saprei cosa dire perché non ho visto il film.
Oh beh, volendo essere cattivi potremmo dire che non sono in molti che lo hanno visto in effetti...
Oh, ma io invece sono molto curioso di vederlo, è che all'epoca dell'uscita ero impegnatissimo in Corea e non ho davvero avuto il tempo, ma aspetto l'uscita del DVD.