Recensione Il testimone invisibile: un mistero chiuso dall'interno

La recensione de Il testimone invisibile, il film di Stefano Mordini interpretato da Riccardo Scamarcio e Miriam Leone, oltre che da una carismatica Maria Paiato.

Il Testimone Invisibile
Il testimone invisibile: Riccardo Scamarcio e Mria Paiato in una scena

Una variazione del classico enigma letterario della stanza chiusa dall'interno, questo Il testimone invisibile di Stefano Mordini, con una struttura filmica non cronologica e incorniciata da un "interrogatorio" alla I soliti sospetti: in questo caso al cuore del mistero c'è un uomo, un imprenditore affermato, Adriano Doria (Riccardo Scamarcio), che rinviene, dopo un colpo alla testa, nella stanza di un remoto hotel alpino; a pochi passi da lui, il cadavere della sua amante, la fotografa Laura.

L'azione principale del film, tuttavia, si svolge qualche giorno dopo, quando l'uomo, agli arresti domiciliari dopo essere stato preso in custodia e accusato di omicidio, si prepara a discutere la sua strategia di difesa con Virginia Ferrara, formidabile avvocata che non ha mai perso una causa in carriera, e ingaggia un lungo e incessante duello verbale con la donna dopo che essa gli rivela che l'accusa ha a disposizione un nuovo, misterioso testimone. Ora, per presentare una difesa inespugnabile, la legale deve sapere esattamente che cosa è accaduto in quella stanza e nei mesi precedenti, nella vita di Doria e della sua amante. Nei dettagli.

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L'uomo che non aveva tempo

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Il testimone invisibile: un primo piano di Riccardo Scamarcio

Con questo la finiamo di illustrarvi le premesse del film, ed esauriamo le nostre opzioni per parlarne in maniera lusinghiera, perché Il testimone invisibile, presentato con una certo sfarzo da Warner, non è l'opera per cui cineasti e interpreti coinvolti vorranno essere ricordati. Il film di Stefano Mordini è un remake del film spagnolo Contratiempo, realizzato poco più di due anni fa da Oriol Paulo, giovane autore catalano che si era già fatto apprezzare con il suo esordio Con gli occhi dell'assassino. E se c'è sempre un'ombra di sospetto, spesso anche ingiustificato, verso il rifacimento cinematografico, quello che offre Il testimone invisibile è proprio il genere di remake che più si fatica mandar giù: una copia priva di guizzi, che non sa proporre granché di suo, a parte parlare in un'altra lingua. Tanto più che Contratiempo è visibile in streaming su Netflix, per cui è possibile fare una visione parallela scena per scena per verificare aderenza e variazioni rispetto all'originale.

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Il testimone invisibile: una scena del film

La sceneggiatura scritta a quattro mani da Mordini con Massimiliano Catoni segue da vicino quella di Paulo, e anche dal punto di vista visivo la riproduzione è eseguita nei dettagli che tanto piacciono a Virginia Ferrara: dagli scenari alla messa in scena, fino allo stile sartoriale e alle pettinature di Miriam Leone e Maria Paiato. Resta naturalmente la complessa architettura del film su molteplici punti di vista per lo più ingannevoli: tra flashback e ricostruzioni, Il testimone invisibile è un labirinto di menzogne e ipotesi che ci porta lentamente e inesorabilmente verso una soluzione che - complici magari un paio di indizi sottolineati con troppa enfasi - alla fine dei giochi è piuttosto prevedibile.

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Antieroi bifronti

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Il testimone invisibile: un'immagine del film

Nel film di Oriol Paulo (che in ogni caso non è Alfred Hitchcock) uno degli elementi più apprezzabili erano le interpretazioni: quella granitica ed elegante di Mario Casas, quella sensuale e fragile di Bárbara Lennie, quella potente ed enigmatica di Ana Wagener e quella dolente di Jose Coronado. Nel team tricolore si fa applaudire Maria Paiato, capace di dare vita a un personaggio incalzante e carismatico suggerendo allo stesso tempo, con efficacia e un pizzico di inquietudine, un livello nascosto.

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Il testimone invisibile: Riccardo Scamarcio e Miriam Leone in una scena

Miriam Leone e Fabrizio Bentivoglio se la cavano senza centrare lo spessore delle loro controparti ispaniche; ma nota dolente del cast è purtroppo Riccardo Scamarcio, già al fianco di Mordini con risultati migliori in Pericle il nero e tanto apprezzato di recente in Euforia, al punto che viene da pensare con ammirazione raddoppiata ai meriti di Valeria Golino nel guidarlo. In un ruolo tutto giocato sul controllo, emotivo e narrativo, la performance dell'attore pugliese oscilla tra il soporifero e l'eccessivo, e questo priva il personaggio principale del film del magnetismo, del fascino e dell'ambiguità che servirebbero a seguire con trasporto il filo d'Arianna verso il centro risolutore de Il testimone invisibile.

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2.5/5