So take, take me home/ 'cause I don't remember
"Come posso levarmi di dosso una maschera quando questa non è più una maschera?". La domanda posta da Elliot Alderson durante eps2.0_unm4sk-pt1.tc ci riconduce a un altro, più complesso interrogativo: cosa definisce la nostra identità? È il dilemma che Elliot, protagonista e voce narrante, ha posto fin da subito al proprio interlocutore, quella "seconda persona" corrispondente a ciascuno di noi spettatori. Ed Elliot, giovane ingegnere informatico, fin dall'episodio pilota di Mr. Robot ha adoperato le proprie capacità di hacker appunto a tale fine: arrivare all'identità di chiunque lo circondi. Attraverso la posta elettronica, attraverso gli hard disk dei computer, attraverso Facebook e tutti gli altri strumenti con i quali, quotidianamente e quasi senza accorgercene, tutti noi contribuiamo a costruire la nostra identità (o ciò che reputiamo tale).
Da un barista che traffica materiale pedopornografico all'invadente collega fidanzato con la sua migliore amica, passando per la psicologa Krista Gordon (Gloria Reuben), Elliot utilizza internet come la chiave d'accesso alle identità degli individui: non le identità, deformate o fittizie, esibite mediante la maschera delle apparenze, ma quelle identità talmente reali da essere tenute segrete. Eppure, l'hacker che meglio di chiunque altro sa leggere le identità altrui non è in grado di distinguere la propria: un paradosso rivelato in eps1.9_zer0-day.avi, il finale di stagione in cui l'Elliot di Rami Malek accoglieva la rivelazione sulla natura del misterioso Mr. Robot interpretato da Christian Slater.
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I due volti di Elliot
È passato un mese, nel "tempo narrativo", da quel "giorno zero" che aveva registrato la clamorosa impresa di fsociety ai danni della Evil Corp e l'inizio di un nuovo capitolo della storia dell'economia mondiale. Un mese dal colpo di scena in stile Fight Club con cui Elliot si era reso conto che Mr. Robot è il frutto della sua mente: un Mr. Hyde pronto a palesarsi, sotto le sembianze del defunto padre Edward, per assumere il controllo sulla sua volontà e sulle sue azioni. E il controllo è la principale fonte d'angoscia per Elliot dall'apertura della seconda stagione della serie: come riconquistare il pieno dominio su se stesso e liberarsi definitivamente di Mr. Robot? In eps2.0_unm4sk-pt1.tc troviamo Elliot nella casa materna del Queens: ha ripreso le sedute di terapia dalla dottoressa Gordon, non ha più toccato un computer e trascorre le sue giornate in un loop sempre identico a se stesso, subendo in passivo silenzio la loquacità del suo amico Leon (l'esordiente Joey Bada$$), assistendo senza interesse alle partite di basket nel campetto del quartiere e frequentando un gruppo di sostegno nella parrocchia locale.
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Qualcosa è cambiato, rispetto all'Elliot che abbiamo imparato a conoscere: il prodigioso hacker ha deciso di rinunciare alla sua 'droga', l'accesso privilegiato alle informazioni. Una scelta che contraddice le attese del pubblico, benché per il resto il creatore e regista Sam Esmail abbia mantenuto il suo approccio distintivo al racconto: trasfigurare la realtà in base al punto di vista di Elliot. Ed è ciò che accade anche nei primi due episodi della nuova stagione: la New York di Mr. Robot è una plumbea metropoli sprofondata in una perenne penombra; la macchina da presa continua a relegare i volti dei personaggi a un angolo dell'inquadratura (l'angolo 'sbagliato'), in una costante e consapevole infrazione dei canoni della regia; l'apparente realismo della messa in scena assume impercettibili sfumature oniriche, trasmettendoci una sensazione di straniamento; la spoglia camera di Elliot sembra quasi la cella di un manicomio, e sarà il teatro in cui si svolgeranno i tesissimi confronti fra lui e Mr. Robot.
Perché lui, nonostante tutti gli sforzi del ragazzo, è ancora lì: uno spaventoso alter ego che lo esorta a riprendere la lotta, a rientrare nelle file della fsociety, schernendolo, urlandogli contro, fino a puntare verso di lui una pistola per poi premere il grilletto. La difesa di Elliot consiste nel rinchiudersi nel mutismo e nel trascrivere ogni parola di Mr. Robot sul suo diario: un diario in cui rimangono però degli inquietanti "buchi neri". Si tratta di un altro elemento di innovazione rispetto alle convenzioni della serialità televisiva: se i cliffhanger di fine stagione sono destinati ad essere sciolti al principio della seguente, Sam Esmail preferisce invece lasciare senza risposta le domande di Elliot (e quelle del pubblico) sui tre giorni di 'vuoto' del protagonista, nonché sulle altre ellissi in attesa di essere riempite. Prima o poi avremo anche gli altri tasselli del puzzle, ma non è ancora giunto il momento.
Fsociety vs Evil Corp: la guerra continua
Se la resistenza di Elliot contro una follia incipiente rimane il focus della doppia première trasmessa il 13 luglio, le quasi due ore di visione trovano spazio per recuperare pure le altre storyline della serie, a partire dal conflitto fra i pirati informatici della fsociety e i dirigenti della Evil Corp. Da un lato Darlene (Carly Chaikin), la combattiva sorella di Elliot, deve rinsaldare la propria autorità sugli adepti; dall'altro, lo spregiudicato Phillip Price (Michael Cristofer), il CEO della Evil Corp, non ha alcuna intenzione di mostrare sintomi di debolezza, benché la sua società non si sia mai trovata in una situazione tanto precaria. È emblematico come la serie instauri un implicito parallelismo tra le due fazioni e tra i rispettivi leader: in Darlene e in Price è possibile rintracciare la medesima attitudine al machiavellismo e la stessa determinazione nel tenere ben salde le redini e non perdere di vista l'obiettivo... anche a costo di falsare la realtà o di mentire senza pudore.
E in questa guerra, per ora è la fsociety a segnare un altro punto: in una scena di grande impatto Scott Knowles (Brian Stokes Mitchell), messo sotto scacco da un ricatto degli hacker, è costretto a indossare la maschera della fsociety e a dar fuoco a sei milioni di dollari in contanti nel bel mezzo di Battery Park. Lo shock del personaggio è sottolineato dallo stridente commento musicale, la romantica melodia di Take Me Home di Phil Collins, i cui versi reiterati ossessivamente - "Take, take me home/ 'cause I don't remember/ Take, take me home, oh Lord/ 'cause I've been a prisoner all my life" - potrebbero perfino alludere allo stato di amnesia e di prigionia del protagonista (e degli altri comprimari).
I personaggi: vecchie conoscenze, new entry e un drammatico addio
Ma la première di Mr. Robot, oltre a riportarci negli abissi più profondi della schizofrenia di Elliot, provvede pure a ridisporre sullo scacchiere narrativo sia i personaggi già noti della serie, sia i nuovi volti di questa seconda stagione, preparando così le pedine (non tutte, non ancora) per gli episodi a venire. Angela Moss (Portia Doubleday), ad esempio: l'avevamo lasciata negli scomodi panni di addetta alle pubbliche relazioni della Evil Corp, dopo un incredibile "cambio di fronte", e qui la ritroviamo. Gelida, ostinata e imperturbabile, la Angela che contratta senza battere ciglio i termini di un'importante intervista televisiva, che replica con sprezzo alle obiezioni delle colleghe invidiose e che si affida a un manuale di autostima dopo aver speso la notte con uno sconosciuto incontrato al bar è agli antipodi rispetto a quella ragazza gentile, giudiziosa e altruista così strettamente legata ad Elliot. Ma intuiamo anche che la 'vera' Angela, quella che sorride al mondo ed esorcizza il nervosismo ascoltando i Sonic Youth, non si è estinta del tutto.
Nel frattempo, tra una scena e l'altra, ecco comparire alcune fra le new entry di Mr. Robot. Ray (Craig Robinson) è l'uomo affabile e gioviale che, insieme al suo cane, prova a far breccia nel muro di riservatezza di Elliot, e che forse ha già visto pure l'altra 'faccia' del nostro Mr. Robot; delle schiere della Evil Corp fa parte l'avvocato Susan Jacobs (Sandrine Holt), che potrebbe giocare un ruolo decisivo nella sfida con la fsociety, mentre basta una manciata di minuti a Dominique DiPierro (Grace Gummer), agente dell'FBI incaricata delle indagini sull'attacco informatico alla Evil Corp, per scandire i primi tratti di questo energico personaggio, in attesa di scoprire quale sarà il suo peso sugli eventi. C'è qualcuno che, invece, vede interrotto qui il suo percorso, con un'uscita di scena tanto repentina quanto scioccante: Gideon Goddard (Michael Gill).
L'ex direttore della Allsafe Security ha visto la propria società disintegrarsi in seguito all'hackeraggio contro la Evil Corp, e il suo ultimo confronto con Elliot ha rappresentato un momento di notevole pathos. Ed è significativo che Gideon, uno fra i personaggi più moralmente limpidi di Mr. Robot, dopo la distruzione della propria vita professionale e privata divenga il capro espiatorio della furia collettiva: freddato da un maniaco, "in nome della nazione", per finire riverso sul pavimento di un bar. Gideon, il mentore di Elliot e Angela, il capo benevolo che si rivolgeva ai suoi impiegati con atteggiamento paterno, è la vittima sacrificale di una rivoluzione i cui ideali di giustizia sociale già stanno cedendo il posto ai peggiori istinti della 'massa'. Lontano da qualunque manicheismo, Mr. Robot continua a ricordarci che la guerra tra la fsociety e la Evil Corp non è una singolar tenzone fra il Bene e il Male, e che ogni rivoluzione richiede il suo tributo di nuova povertà (le file di contribuenti agli sportelli di una banca in tilt) e di sangue.
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"Bonsoir, Elliot!"
E in una première fascinosa e intrigante, che non tradisce le nostre aspettative per uno dei nuovi capolavori della TV americana (un consenso certificato dalla vittoria di due Golden Globe e dalle sei nomination ai prossimi Emmy Award), va registrata un'assenza che pesa come un macigno sull'universo di Mr. Robot: quella di Tyrell Wellick (Martin Wallström). Scomparso nel nulla durante i tre giorni di oblio di Elliot, Tyrell è rievocato più volte nel corso di questi due episodi: da un flashback di Elliot, dalle sequenze in cui sua moglie Joanna (Stephanie Corneliussen) si abbandona a pratiche di sadomasochismo estremo con un altro uomo e addirittura dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che in un fittizio notiziario televisivo ne parla come del criminale più ricercato d'America. E dai dubbi di Elliot, che domanda rabbiosamente a Mr. Robot cosa ne sia dell'ex dirigente della Evil Corp.
Il mistero sulla sorte di Tyrell non si è ancora dipanato, ma un primo indizio su questo imprevedibile villain giune al termine della seconda puntata, eps2.0_unm4sk-pt2.tc, con lo squillo del telefono di Elliot e le parole pronunciate all'altro capo del filo: "Bonsoir, Elliot!". Lo stesso saluto con cui, nell'episodio pilota di un anno fa, Tyrell aveva sugellato il suo "rapporto speciale" con Elliot al termine del loro primo incontro, negli uffici della Allsafe. Perché per riottenere davvero il controllo su se stesso, Elliot deve innanzitutto fare i conti con il proprio passato; e quel passato è tuttora avvolto da una nube oscura in cui, presto o tardi, sarà necessario avventurarsi, quali che siano le conseguenze...
Movieplayer.it
4.5/5