Il Conte di Montecristo, Michele Riondino: "La vendetta è diventata un elemento istituzionale e contemporaneo"

Nel terzo e quarto episodio della serie arrivano Michele Riondino, Lino Guanciale, Gabriella Pession, Nicolas Maupas. Li abbiamo incontrati insieme al regista per farci raccontare il dietro le quinte della serie. Ogni lunedì in prima serata su Rai1.

Michele Riondino e Lino Guanciale per il Conte di Montecristo.

Fin dalle prime sequenze è chiaro come Il Conte di Montecristo di Rai1 sia una grande co-produzione italo-francese. Proprio per questo, sono stati coinvolti anche attori nostrani, che fanno il loro ingresso nel terzo e quarto episodio. Abbiamo avuto l'occasione di intervistarli, insieme al regista danese, all'Ambasciata di Francia a Roma: una location che cattura subito per la propria magnificenza e che infatti è stata utilizzata anche come location della miniserie. Un luogo che enfatizza una trasposizione decisamente ambiziosa.

Il Conte di Montecristo: una serie attuale ed istintiva

Il Conte Di Montecristo
Michele Riondino in scena

Una storia di vendetta ancora attuale, che ha ancora molta presa sul pubblico. Inoltre, la vendetta sembra essere il primo istinto umano. Ne è convinto il regista, Bille August: "Penso abbia a che fare con la giustizia. Se le persone pensando di aver subìto un torto, hanno bisogno di ottenere giustizia. Il modo più semplice e primitivo per farlo è la vendetta. Lo si vede bene nella società di oggi, dove è qualcosa di politico in un certo senso. È una questione di punizione. Per questo è importante raccontare ancora questa storia, dato che la vendetta non risolve nulla. Anche per questo il protagonista nella nostra storia finisce per essere infelice. Non ottiene nulla in fondo".

Aggiunge Michele Riondino che è interpreta Jacopo, contrabbandiere e marinaio che salva la vita al protagonista Edmond Dantes (Sam Claflin) dopo la fuga dal castello d'If, diventando praticamente il suo braccio destro. "Oggi siamo testimoni dell'istituzionalizzazione della vendetta e quindi siamo abituati a considerarla un elemento di contemporaneità. Per questo è universale ed è contemporaneo parlarne anche attraverso un romanzo storico".

Continua: "Forse è il primo istinto perché è una di quelle caratteristiche che ci differenziano dal mondo animale. Almeno non ci sono studi che lo provino (ride). La vendetta ci chiama in causa e ci solletica le parti più bassi che quando le vai a toccare ti danno il 'la' per una serie di cattiverie da compiere".

Un giro tra i tecnici nella miniserie Rai

Il Conte Di Montecristo Sam Claflin A Cavallo
Il Conte di Montecristo: Sam Claflin a cavallo

C'è molta artigianalità, ci sono molte maestranze coinvolte in questa grande co-produzione. Come utilizzarle al meglio per dar vita alla storia e ai personaggi? Dice August: "Penso ci siano qualcosa come 92 personaggi nella serie quindi è stato un casting intenso ma ovviamente ci siamo concentrati sui protagonisti. Io mi sono concentrato più sul costruire un ambiente lavorativo dove gli eventi potessero accadere, dove le relazioni potessero nascere. dove gli interpreti potessero fare il proprio lavoro al meglio. Provare a creare dei momenti magici, se vogliamo. Per me si trattava di creare le condizioni affinché ciò potesse avvenire e gli interpreti fossero a proprio agio".

Gli fa eco Gabriella Pession che è Hermine Danglars, la moglie di uno dei due uomini che hanno tradito Edmond e costruito la loro fortuna intorno ad una bugia. "La tecnica penso sia qualcosa che assorbi per osmosi in 25 anni di mestiere, ti entra dentro. Diventa un tuo bagaglio. Il mio approccio è sempre molto più istintivo invece. Sono come un cane da tartufo col mio personaggio (ride), capto gli elementi che secondo me sono peculiari e fondanti per il suo snodo drammaturgico. Qui ho aggiunto il rapporto del romanzo e l'affidarmi ad un maestro come Bille: non sempre si ha Alexandre Dumas alle spalle di una sceneggiatura e un regista premio Oscar dietro la macchina da presa! Quei momenti magici sul set ci sono stati davvero, dettati da un'alchimia che si crea tra le parti".

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Una scena tra il Conte e Albert

D'accordo anche Nicolas Maupas che interpreta Albert de Morcerf, il figlio di Mercédès (l'amore della vita del protagonista, convinta che fosse morto) e Fernand (l'altro dei due traditori), promesso sposo a Eugenie. "Sono ancora troppo acerbo ma ho assistito a tante scuole attorali in questo progetto e in tutte ho trovato in comune l'importanza dell'ascolto sul set. Quindi mi sono affidato alle tecniche ed esperienze di altri, per reagire a tutte quelle che sono le dinamiche intorno ad Albert. Affidarsi a Bille è stato un grande regalo per me, anche nei consigli più semplici ma precisi che aveva".

Aggiunge Pession: "Anche a teatro io adoro utilizzare i costumi di scena. Sono l'incubo di tutti i costumisti (ride), perché ho bisogno di provare vestendo letteralmente i panni del personaggio, non riesco a farlo in jeans. Anche lì forse è un approccio più istintivo. Spesso l'errore che si fa nelle serie in costume è diventare aulici e retorici. La grandezza di Bille è stata proprio la semplicità. Già ciò che ti circonda è grandioso, i costumi sono pomposi, per cui la verità del progetto è recitare in maniera moderna, non recitando in costume, anche se quest'ultimo ti aiuta ad entrare nel personaggio e nella sua psicologia (ride). Un po' contorto, ma d'altronde, io e Nicolas siamo due scorpioni. Viscerali".

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Costumi e scenografie della serie storica

Indossare i costumi può aiutare, come diceva Pession. D'accordo anche Lino Guanciale che è Luigi Vampa, un bandito italiano e amico di Edmond che si ritrova ad aiutarlo nel suo piano, impersonando il Conte Spada: "Avere una costruzione così impeccabile aiuta indubbiamente molto ad entrare nei personaggi. Nel senso che ogni costume che indossi, ogni oggetto di scena che utilizzi ti aiutano ancora di più a fare un viaggio indietro nel tempo ed entrare nella realtà di chi devi interpretare".

Continua poi: "Poi c'è l'artigianalità insita nei mestieri di chi questo lavoro lo fa. Devo dire che è stato molto bello vedere a lavoro maestranze per lo più italiane in certi momenti del set dato che ci siamo spostati parecchio e abbiamo lavorato in luoghi diversi con relative troupe differenti. Come il direttore della fotografia danese (Sebastian Blenkov, ndr) proprio come Bille, che hanno un approccio diverso al lavoro. Era stimolante perché vedevamo coi nostri occhi che non eravamo solo noi a dover trovare modi diversi per fare il nostro mestiere. Credo che questo abbia creato il giusto clima collaborativo".

Il Conte Di Montecristo Sam Claflin Scena Serie Tv Rai
Una delle imbarcazioni della storia

Aggiunge Riondino: "C'è stato un grosso lavoro tecnico anche a livello di elementi difficili da gestire come le navi. Girare le sequenze acquatiche non è stato semplice. È tecnica anche saper gestire gli imprevisti, che erano all'ordine del giorno nel nostro caso. È divertente perché ti ritrovi ad affrontare quelli che probabilmente erano i problemi dell'epoca con un'ottica e con un punto di vista contemporanei. Quando sei in scena ed imbarchi acqua, devi saper gestire la sequenza... e quella nave imbarcava sdavvero tanta acqua! (ride)".

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La vendetta vale la candela?

Il Conte Di Montecristo Sam Claflin
Sam Claflin in una sequenza della miniserie Rai

Ne Il conte di Montecristo Luigi e Jacopo si ritrovano coinvolti nel piano di vendetta del Conte. Questa è sempre una cattiva consigliera o può anche toglierci qualche soddisfazione? Ne è convinto Riondino: "La vendetta nasce per togliere una grandissima soddisfazione. Il problema è che non si riesce mai a calcolare qual è il prezzo finale. Se la ricompensa che otterrai riuscirà a soddisfare la tua sete di vendetta".

Interessante la chiusa finale: "A me piace pensare che questi due personaggi siano il punto di vista dello spettatore. Forse per la prima volta nella loro vita vivono quest'esperienza da innocenti, cosa che non sono mai stati prima. È l'ottica dello spettatore che osserva in maniera interessata queste dinamiche che non gli appartengono in prima persona".