Per Roan Johnson, I delitti del BarLume rappresenta il ritorno a casa, l'abbraccio dei colleghi, un lavoro piacevole e divertente grazie alla sintonia stabilitasi sul set anno dopo anno. I nuovi episodi in arrivo su Sky l'11 e il 18 gennaio hanno rischiato, però, di non vedere la luce per colpa della pandemia. L'emergenza sanitaria ha stravolto le vite di molti, compreso il regista del BarLume, che ha anche preso in considerazione l'idea di saltare l'appuntamento fisso di gennaio in attesa di tempi migliori.
"Iniziamo a preparare il BarLume intorno a marzo-aprile" ci spiega Roan Johnson. "Avevamo già scritto gli episodi, uno dei quali era l'adattamento del romanzo A bocce ferme di Marco Malvaldi. Quando è arrivata la pandemia abbiamo pensato di saltare un giro. Dovevamo girare due episodi complessi dal punto di vista produttivo, non volevamo esporre a rischi i quattro bimbi e poi eravamo spaventati, ci sentivamo impotenti, non avevamo ancora neppure un protocollo sanitario. Ma alla fine il richiamo dell'Isola d'Elba (location reale della fictional Pineta è Marciana Marina) ha avuto la meglio".
Genesi di una stagione travagliata
I delitti del BarLume è una produzione Sky Original coprodotta con Palomar per la regia di Roan Johnson, con le due nuove storie in prima tv l'11 e il 18 gennaio su Sky Cinema e in streaming su NOW TV. Qui trovate la recensione de I delitti del BarLume 8 i cui episodi, Mare forza quattro e Tana libera, tutti hanno rischiato di non vedere la luce a causa dell'emergenza sanitaria. Oltre al legame con l'Elba, l'altra motivazione forte che ha spinto Roan Johnson a procedere è stata la voglia di reagire alla pandemia usando l'appunto fisso così gradito al pubblico del BarLume come una forma di resistenza alla crisi.
"Non potevamo girare le due sceneggiature già pronte perché era previsto l'uso di molte comparse, e poi non sapevamo come sarebbe stata la situazione in estate, così abbiamo cominciato a scrivere tutto da capo includendo Zoom nella storia" ricorda il regista pisano. "La svolta è arrivata quando ho scoperto che Alessandro Benvenuti aveva avuto il COVID senza gravi conseguenze. Avendo gli anticorpi, il suo Emo ha potuto girare abbastanza liberamente insieme al resto del cast. In questo periodo tutti siamo assaliti da dubbi su come comportarsi con gli altri. Io temevo la risposta degli attori, non sapevo se avrebbero accettato di girare in una situazione simile, ma ho scoperto che la loro unica preoccupazione era non andare all'Elba come al solito".
I delitti del BarLume 8, la recensione: la pandemia arriva a Pineta
Il legame coi personaggi...
L'ottava stagione del BarLume racconta una situazione che ha vissuto tutta l'Italia confermano la costante evoluzione qualitativa di una serie che, con l'arrivo di Roan Johnson dietro la macchina da presa è decollata conquistando uno zoccolo duro di spettatori. Per il regista il set del BarLume "è come una relazione di coppia. Quando aumenta la conoscenza aumentano anche i nervosismi se non sei in grado di prenderla a ridere. La sintonia tra il team del BarLume è massima, con Palomar, con gli sceneggiatori, tra cui c'è anche la mia compagna Ottavia Madeddu, con gli attori. Se tagliamo una battuta o se chiedo di ripetere una scena nessuno si offende, tra di noi c'è una grande confidenza". Riflettendo sull'evoluzione dei personaggi, per Johnson l'arco narrativo più sorprendente "è quello di Massimo Viviani, ma il personaggio che è cambiato più di tutti è quello di Lucia Mascino, che è un'incredibile perfezionista. Anche Enrica Viviani è migliorata molto. Ho lavorato per creare un'integrazione tra l'universo dei personaggi malvaldiani e quelli creati da noi per la serie come Beppe, Tassoni e Pasquali. Penso di esserci riuscito. Alla fine il BarLume mi assomiglia molto".
...e quello con la toscanità
Da buon pisano, anche se nelle sue vene scorre sangue britannico, Roan Johnson rivendica la centralità della comicità toscana che ha un'identità talmente forte da renderla unica: "Ci caratterizza l'irriverenza, la capacità di ridere di tutto, anche della morte. E questo è un vantaggio, visto che il BarLume deve unire giallo e comicità, non un'impresa facile. Stavolta ci siamo spinti a ridere della pandemia. Se fossimo stati alla seconda o alla terza stagione non so se ce lo avrebbero fatto fare, ma ormai siamo abbastanza strutturati. Le risate del BarLume sono la terapia che proponiamo contro il COVID".
BarLume a parte, Roan Johnson ha già girato il suo prossimo film di cui non può ancora svelare niente, ma confessa di sentire il bisogno di tornare a raccontare storie intime, personali, come Piuma. Purtroppo al momento i cinema sono chiusi e non si sa ancora quando riapriranno. Il regista, però, guarda al futuro con speranza: "Prima della pandemia, i cinema erano in crisi. Mi auguro che dopo averci privato di qualcosa che davamo per scontato, il pubblico riscopra l'importanza del cinema e di ridere insieme seduti davanti al grande schermo e si riversi nelle sale".