I Am Groot, la recensione: 5 corti per 25 minuti di semplicità

La recensione di I Am Groot, una serie di cinque corti dedicati all'amato personaggio della saga dei Guardiani della Galassia, in cui la tematica comune è la crescita, riprendendo ottimamente lo stile scanzonato della saga di James Gunn.

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I am Groot: Groot in un'immagine della serie

Nello spirito di Una vita da Dug e Baymax!, arrivano su Disney+ 5 corti da 5 minuti ciascuno sotto forma di serie animata breve, come spiegheremo nella recensione di I Am Groot, il nuovo prodotto Marvel che si colloca temporalmente tra il primo e il secondo film dei Guardiani della Galassia, quando Groot era tornato ad essere una piantina neonata e doveva (ri)crescere. Proprio sull'idea della crescita e sulla scoperta che bisogna muovere, letteralmente e metaforicamente, un passo alla volta piuttosto che avere fretta di diventare grandi, è basata I Am Groot. La creatrice Kirsten Lepore è riuscita simpaticamente a basare un'intera serie di corti su un'unica battuta "I Am Groot" del più piccolo e allo stesso tempo più antico e amato membro dei Guardiani (con la voce di Vin Diesel) e sulla comicità slapstick tipica delle serie animate storiche, insieme a quella scanzonata di James Gunn, strizzando l'occhio al Marvel Cinematic Universe facendo apparire qualche cameo degli altri personaggi.

I primi passi di Groot

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I am Groot: una scena della serie

Come è uscito Baby Groot dalla piantina, facendosi crescere gambe e braccia? Questo corto è pronto a rivelarlo, con una nemesi inaspettata: una pianta bonsai nell'astronave. Tutta comicità slapstick ottimamente utilizzata.

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Il piccoletto

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I am Groot: Groot in una scena

Mentre i Guardiani sono in sosta su qualche pianeta, Baby Groot scopre una popolazione ancora più piccola di lui, che inizialmente lo teme ma poi lo venera. Strizzando l'occhio a I viaggi di Gulliver... come finirà? Baby Groot diventerà un eroe o un nemico?

Il passatempo di Groot

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I am Groot: un'immagine della serie

Baby Groot si diverte con quello che ha sulla navicella di Star-Lord, finché non scova una specie aliena metamorfica intrufolatasi sulla nave. Come affrontarla? Ovviamente con una sfida di ballo, come gli avrebbe insegnato il "capo" dei Guardiani. Perfettamente nello spirito della saga. C'è un solo e unico Groot in fondo.

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Groot fa il bagno

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I am Groot: Groot in un'immagine della serie

Di nuovo in sosta su qualche pianeta, Baby Groot vuole approfittare per farsi il bagno. Però essendo un arbusto la cosa non è semplicissima... e strizza l'occhio ai trattamenti termali attraverso l'uso del fango. Che però su di lui ha un effetto diciamo... di ricrescita.

Magnum Opus

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I am Groot: un momento della serie

Sulla navicella Baby Groot decide di creare un ritratto di famiglia per i Guardiani... ma il progetto gli sfugge leggermente di mano. Perfettamente nello stile scanzonato dei film della saga, con "You Can Get It If You Really Want it" di Jimmy Cliff in sottofondo e due camei direttamente dai film di James Gunn.

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Conclusioni

Chiudiamo la recensione di I Am Groot confermando come, senza troppe pretese, la creatrice Kirsten Lepore sia riuscita a celebrare il tanto amato personaggio con cinque storie piccole ma grandi sulla rinascita di Baby Groot futuro “nuovo” Groot, strizzando l’occhio al tono scanzonato e divertente della saga dei Guardiani della Galassia, con qualche incursione musicale e attoriale azzeccate. Altri cinque corti sono già in sviluppo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • Basare tutta la narrazione sull’unica battuta del personaggio e sulla comicità slapstick.
  • Cinque spunti narrativi riferiti alla crescita di un neonato poi bambino.
  • Mantenere lo stile di James Gunn.

Cosa non va

  • Come per Una vita da Dug, non bisogna cercare molto di più della semplicità e genuinità del racconto in questa serie di corti davvero brevi.