House of the Dragon: come lo spin-off del Trono di Spade ha fatto rinnamorare i fan di George R.R. Martin

Analizziamo i motivi per cui House of the Dragon, lo spin-off del Trono di Spade, ci ha fatto rinnamorare del mondo di George R.R. Martin, tra intrighi di palazzo, draghi e personaggi ben assestati.

House of the Dragon: come lo spin-off del Trono di Spade ha fatto rinnamorare i fan di George R.R. Martin

Questo è un articolo personale su House of the Dragon, lo spin-off in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti, che chiude la sua corsa lunedì 31 ottobre con il finale della stagione inaugurale disponibile anche doppiato. Una sorta di lettera d'amore alla serie. Chi scrive infatti da grande fan del mondo creato da George R.R. Martin, prima cartaceo e poi televisivo, era rimasto scottato dall'ultima stagione de Il Trono di Spade, senza per questo però rinnegare l'intera serie e l'importantissimo viaggio nell'epica compiuto nei nove anni di vita dallo show.
Sempre per chi scrive, fin dall'annuncio dei primi prequel tratti dalla saga, sembrava che nessuno di essi, incluso House of the Dragon, potesse avere un reale appeal sui fan e sugli spettatori, poiché non aveva nessun legame stretto con la serie madre. Infatti l'unico spin-off annunciato che abbia suscitato un certo interesse è il sequel su Jon Snow, nonostante effettivamente il suo personaggio sembra avere chiuso il proprio arco narrativo, nel bene e nel male. Sappiamo di non essere gli unici ad aver attraversato questa parabola tra la (non) attesa e la visione quasi spasmodica dei dieci episodi di House of the Dragon. Andiamo allora a scoprire insieme gli elementi per cui lo spin-off de Il Trono di Spade ci ha fatto rinnamorare del mondo di George R.R. Martin.

Intrighi di palazzo

House Of The Dragon Emily Carey Rhys Ifans
House of the Dragon: una scena della serie

Una delle caratteristiche che ha decretato il successo di Game of Thrones - il "gioco dei troni" come si intitolava la serie in originale del Trono di spade - sono stati gli intrighi di palazzo. I colpi di scena, sempre ben assestati e dal sapore soap operesco (in senso positivo non dispregiativo), sono quelli che hanno tenuto incollati davanti allo schermo milioni di spettatori in tutto il mondo. Un successo globale proprio perché parlava di famiglie disfunzionali, tradimenti, sotterfugi, e ascese al potere senza esclusioni di colpi. Era questo, insieme a molti altri fattori, che teneva in piedi la baracca simil-medievale e patriarcale del mondo descritto da George R.R. Martin. House of the Dragon ha continuato proprio in questo spirito, ambientando la propria storia tutta (o quasi) a Corte. Facendosi forza sul fatto che si concentrava principalmente sulla dinastia dei Targaryen e non su tutte le Casate, e su ciò che avrebbe portato molti anni dopo l'ascesa di Daenerys, è stata ambientata soprattutto ad Approdo del Re e quindi nella Fortezza Rossa, e non in giro per tutti i castelli e roccaforti di Westeros come aveva fatto la serie madre. Allo stesso tempo abbiamo potuto approfondire la Casata del Drago e quella, inedita e estremamente affascinante, dei Velaryon, le due più antiche di Valyria.

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Epica

House Of The Dragon Paddy Considine Milly Alcock Theo Nate
House of the Dragon: Paddy Considine, Milly Alcock e Theo Nate nel quinto episodio della serie

Altro elemento fondamentale del successo de Il trono di spade e che abbiamo ritrovato con sorpresa e piacere nello spin-off, è la forte presenza dell'epica (tra quella cavalleresca e quella mitologica di ispirazione greco-romana, senza dimenticare una strizzata d'occhio all'Oriente per le città libere di Essos). La serie originale presentava una serie di personaggi - principalmente una famiglia, gli Stark - costretti a dividersi e destinati a rincontrarsi moltissimi anni ed episodi dopo; per alcuni addirittura dalla prima all'ottava e ultima stagione, un elemento visto raramente in un serial di ampio respiro. Una serie che non aveva paura di prendersi del tempo per far succedere determinate dinamiche e allo stesso tempo di premere sull'acceleratore per altre. In fondo, già solo nell'episodio pilota assistevamo a un incesto e ad un bambino buttato giù da una torre che rimane storpio. Nella prima puntata del prequel vediamo invece un cesareo barbarico con conseguenze terribili per madre e feto. Epica anche nelle morti, narrativamente perfette anche in questo spin-off. Questo tipo di atmosfera era dovuto soprattutto all'inconfondibile penna di George R.R. Martin, che ritroviamo nello spin-off proprio perché ne ha curato in prima persona la scrittura insieme a Ryan J. Condal, e questo traspare fin dalle primissime scene. Ciò che di buono avevano fatto David Benioff e D.B. Weiss nelle prime stagioni de Il Trono di Spade, è stato sostituito andando a pescare direttamente dalla fonte primaria: questa è stata sicuramente una carta vincente agli occhi degli spettatori e dei fan.

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I draghi

Game Of Thrones Prequel House Of The Dragon Concept Art 2
House of the Dragon: i concept art

House of the Dragon si è pregiata di alcune scene di combattimento e d'azione che nulla avevano da invidiare alla serie madre, complice il coinvolgimento del regista Miguel Sapochnik che ha lavorato a entrambe e ne Il Trono di Spade ha girato alcuni tra gli episodi scenicamente più apprezzati come La battaglia dei bastardi. Combattimenti al cardiopalma insomma non sono mancati: uno su tutti quello del finale di stagione tra Aemond e Lucerys a cavallo dei draghi nelle nuvole, a cui non avevamo potuto assistere nella serie madre. Ecco infatti un'ulteriore punto di contatto ma arricchito di cui si è pregiato il prequel rispetto a ciò che sarebbe venuto dopo. La presenza dei draghi, che nello show originale erano una leggenda paventata e che solo Daenerys fu in grado di far schiudere da tre uova, diventando la Madre dei Draghi. In House of the Dragon le bestie leggendarie sono tantissime, siamo nella loro epoca d'oro, in cui ancora esistevano, non si erano estinti e i Targaryen li controllavano e grazie a loro dominavano i cieli. Tanto che sempre nel finale di stagione abbiamo assistito a una conta dei draghi a livello strategico da parte di Daemon, con numeri impressionanti (12 da una parte, 4 dall'altra).

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Estremo coraggio, salti temporali e re-casting

House Of The Dragon 1X07 Cast Scena 2
House of the Dragon: il cast in un'immagine della serie

Arriviamo infine ad un elemento che in realtà ha diviso fan e spettatori di House of the Dragon: i numerosi salti temporali e re-casting che si sono susseguiti negli episodi, soprattutto nella seconda metà. Chi scrive li ha trovati estremamente coraggiosi, perché denotavano una richiesta di attenzione maggiore al pubblico e donavano maggior ritmo alla narrazione. Non si eliminano più alcuni personaggi nello spin-off rispetto alla controparte cartacea (che in questo caso è Fuoco e Sangue di Martin), come era stato fatto nella serie originale. I tantissimi figli dei vari personaggi ci sono tutti, con nomi replicati e che bisogna fare ben attenzione a distinguere fra loro, proprio perché al centro della storia vi è la successione (di sangue e non) per il Trono di Spade, così come per quello di Legno dei Velaryon e così via. Il lavoro di re-casting poi è stato pazzesco, tanto da non avere nulla da invidiare a serie come This is Us che ne ha fatto il proprio marchio di fabbrica. Questo nonostante alcuni personaggi siano rimasti più o meno gli stessi (Ser Criston o lo stesso Daemon per dirne due). Questo ri-appassionarci alla saga, pur sapendo come andrà a finire ma più di 100 anni dopo - quindi con un ampio margine per colpi di scena e risvolti della trama - è stato merito anche della solida caratterizzazione dei personaggi e interpreti scelti. Tra nomi celebri - su tutti l'immenso Paddy Considine nel ruolo del Re Pacifico Viserys I - e esordienti, una tra tutti Milly Alcock nei panni di una giovanissima Rhaenyra. HBO insomma è riuscita nell'impresa miracolosa di far tornare in massa i fan del franchise, rimasti delusi dall'epilogo della serie madre, e farli attendere spasmodicamente l'episodio settimanale per discuterne, parlarne, confrontare teorie e così via.

House Of The Dragon 1X08 Paddy Considine
House of the Dragon: una scena del nono episodio

Entusiasmo che si è riversato anche nei numeri portati a casa dallo show in termini di ascolti: una media di 29 milioni di spettatori si è collegata settimanalmente per ogni episodio sulle piattaforme via cavo e streaming di HBO. Il finale di stagione, intitolato The Black Queen, è stato visto da 9,3 milioni di spettatori, secondo Warner Bros. Discovery, diventando immediatamente il finale di stagione di HBO più visto da quando è uscito quello de Il Trono di Spade (quello della prima stagione fu visto da circa 3,9 milioni di persone, quindi addirittura un sorpasso che denota la grande voglia di nuove storie da Westeros). Complice il confronto - sensato fino ad un certo punto - con l'altra serie fantasy del momento, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, sembra che abbia vinto a mani basse House of the Dragon nell'opinione popolare. Un'esperienza condivisa che mancava da troppo tempo e che quest'anno era stata possibile forse solamente con Scissione e Yellowjackets. Un'esperienza che non vediamo l'ora di ripetere per la stagione 2, già ordinata, ma per la quale dovremo aspettare il 2024. Parafrasando le parole di Cersei: al gioco del trono o si vince, o si muore, o si riacchiappano tutti (o quasi) i fan.