Il tono incerto è forse l'aspetto di Holland che farà sollevare il sopracciglio a più di uno spettatore. A cavallo tra noir, grottesco grand guignol e satira camp, l'opera seconda della regista Mimi Cave abbandona i lidi sicuri del più granitico e riuscito Fresh per affacciarsi in territori inesplorati. Più coraggioso, e dunque rischioso, il film scommette su un cast di altissimo livello capitanato da una Nicole Kidman dallo sguardo perennemente sgranato, che ripropone look e pose di una gigantesca bambola di porcellana. "Gigantesca" sicuramente a confronto del più minuto Gael Garcia Bernal, che fa del suo meglio per dar spessore al suo personaggio e alle rivendicazioni razziali, conseguenza degli attacchi discriminatori subiti per via delle origini messicane.

In Holland, disponibile su Prime Video, Nicole Kidman interpreta Nancy Vandergroot, moglie dell'oculista Fred (Matthew Macfadyen) e madre del dodicenne Henry (Jude Hill), fieri membri della comunità di Holland, ridente cittadina del Michigan fondata, come rivela il nome, da coloni olandesi-americani. Quando inizia a sospettare che il marito la tradisca, Nancy coinvolge nelle sue "indagini" Dave Delgado (Gael Garcia Bernal), suo collega nella scuola superiore in cui insegna economia domestica. L'emergere di oscuri segreti trasformerà la pacifica esistenza borghese della donna in un incubo.
La capitale dei tulipani e della cenere nascosta sotto il tappeto
Fin dal titolo, è chiaro che è la comunità di Holland a essere oggetto della satira di Mimi Cave. Da Velluto Blu a Fargo, passando per Twin Peaks e Edward Mani di Forbice, il tema della cittadina di provincia americana linda e ordinata che nasconde il marciume sotto la superficie è stato abbondantemente sviscerato sul grande schermo. L'immagine di Nicole Kidman, circondata da tulipani e con indosso il costume tradizionale olandese, che apre e chiude il film innesta un'ulteriore tematica. La voice over di Nancy dà credito alla cittadina, e alla figura maschile che le sta accanto, per averla "salvata" dal luogo oscuro in cui si trovava.

A quali pericoli fosse soggetta Nancy prima di arrivare a Holland ("il miglior posto sulla faccia della Terra") non è dato sapere. Quando Dave prova a chiederglielo direttamente, la sua risposta fumosa spinge a catalogare questo tra i tanti spunti e temi sparsi qua e là in Holland che vengono lasciarti cadere nel dimenticatoio senza aver seguito. Non nuova al ruolo di casalinga disperata retrò già incarnato ne La donna perfetta, Nicole Kidman torna a mettere in discussione uno stereotipo tipicamente maschile che ha imperato a lungo nella società passata e diviene oggetto di riflessione problematica nel film di Mimi Cave. A differenza della Biancaneve emancipata di Rachel Zegler, però, in Holland Kidman sembra proprio aver bisogno di un uomo che la salvi, che sia un marito borghese con qualche scheletro nell'armadio, un amico fidato o perfino il figlio dodicenne.
Un thriller senza tensione

Colorato e scoppiettante come una torta di compleanno per ragazzini ricoperta di Smarties, Holland è infarcito di ingredienti accostati dalla fantasia della regista che vanno ad arricchire la sceneggiatura ben più asciutta firmata da Andrew Sodroski. L'esplosione di colori nella rappresentazione della cittadina, del look e della casa linda e ordinata in cui Nancy vive, il plastico a cui lavora Fred che ha molto in comune con quello di Beetlejuice, la scelta di ambientare il film nei primi anni 2000, con sfoggio di cellulari antidiluviani e la presenza di DVD, Mrs. Doubtfire in tv e No More I Love You's di Annie Lennox canticchiato da Nancy durante le faccende domestiche, appaiono privi di motivazione narrativa specifica che non sia legata al gusto della regista. Per non parlare delle difficoltà affrontate da Dave per via dell'origine messicana, analizzate fugacemente in una scena da Ku Klux Klan dei poveri in cui l'insegnante diviene bersaglio di un attacco razzista da parte di un allievo e del padre buzzurro, o la sequenza onirica kitsch che vede protagonista Nancy.

Questa ricchezza di dettagli va a impreziosire e personalizzare un plot da thriller piuttosto tradizionale e privo di tensione. Quando Nancy, con qualche smorfietta compiacente, convince Dave a seguirla nell'impresa di perquisire lo studio del marito, arrivando a pedinarlo fino in hotel per trovare le prove del suo tradimento, mai per un momento temiamo davvero che vengano scoperti tanto è meccanico e prevedibile il plot noir. Mimi Cave compensa l'assenza di tuffi al cuore con qualche sequenza pulp ben congegnata in cui il sangue scorre in abbondanza, ma nell'economia complessiva del film queste scene arrivano troppo tardi per risollevare l'andamento generale.
Il duro lavoro delle star

Naturalmente Holland non esisterebbe senza il suo cast di altissimo livello. Solo Nicole Kidman riesce a dare al tempo stesso leggerezza e consistenza a un personaggio come Nancy, insoddisfatta senza mai sembrare petulante e dotata di spirito d'iniziativa seppur incapace di scrollarsi di dosso il sistema in cui è invischiata. Suo è il punto di vista scelto dall'autrice ed è grazie all'esperienza della Kidman che l'astrusa Nancy risulta in qualche modo credibile anche se a tratti finisce per risultare sopra le righe.
Assai più misurato, Gael García Bernal cerca di dare il giusto spessore al personaggio di Dave senza risultare eccessivamente pesante assumendo toni troppo drammatici. A tratti, però, appare sinceramente spaesato per via delle molteplici direzioni che il film sembra intraprendere senza percorrerne fino in fondo nemmeno una. Più centrato Matthew MacFadyen. Il ruolo del marito finto-perbenista ambiguo e manipolatore calza a pennello alla star di Succession che incarna alla perfezione l'oscurità che serpeggia sotto il tripudio di colori di Holland.
Conclusioni
Nicole Kidman è la star di un thriller lineare piuttosto tradizionale e privo di tensione che, nelle mani della regista Mimi Cave, si trasforma in una pellicola camp astrusa e coloratissima che mescola toni e generi, come rivela la nostra recensione di Holland. Kidman in versione casalinga disperata indaga sui possibili tradimenti del marito con l’aiuto di un Gael Garcia Bernal diligente, ma smarrito in questo divertissement sulla follia della provincia americana.
Perché ci piace
- Il cast stellare pronto a mettersi in gioco con ruoli decisamente fuori dal comune.
- Per quanto squilibrato, il film è ricco di spunti e trovate godibili.
- L'intrigante rappresentazione satirica della provincia americana bianca attraverso il ritratto di Holland, tutta mulini, tulipani e segreti.
- La messa in scena delle gustose sequenze pulp.
Cosa non va
- La dimensione thriller è fiacca e prevedibile.
- Tanti spunti e temi intriganti non trovano sviluppo.