"Ne resterà soltanto uno". Basta questa frase per aprire davanti a noi un mondo, quello di Highlander, il film del 1986 diventato in breve tempo un cult, che arriva in streaming su Netflix dal 16 maggio. Diretto da Russell Mulcahy, con protagonista Christopher Lambert, e Sean Connery in un ruolo di supporto, breve ma di quelli che non si dimenticano, Highlander, che si muove tra la Scozia del 1500 e la New York del 1986, è passato alla storia anche, ma non solo, per la colonna sonora dei Queen, lanciando ulteriormente la carriera della band, già forte del successo al Live Aid, con l'album A Kind Of Magic. Highlander non fu un grande successo al momento della sua uscita: negli Stati Uniti non segnò un grande incasso (qualcosa come 12 milioni di dollari). Ma diventò presto un cult movie in tutto il mondo, e uno dei film simbolo di un certo cinema tipico degli anni Ottanta. Ecco tutti gli elementi che lo hanno reso un film di culto.
La trama: dal 1985 a al 1536
Highlander - L'ultimo immortale inizia nella New York del 1985. Siamo al Madison Square Garden, dove sta andando in scena un incontro di pugilato. Due uomini si notano, si guardano. Decidono di scendere nel parcheggio del palazzetto. All'improvviso sguainano due spade, e cominciano a duellare furiosamente. Con un flashback, veniamo catapultati nella Scozia del 1536. Siamo nelle Highlands, e il clan MacLeod sta per andare in battaglia contro un clan rivale. Connor MacLeod viene ferito a morte. Quando, miracolosamente, si riprende, quelli del suo clan sono terrorizzati, non riescono a spiegarsi l'accaduto. E, credendo che abbia fatto un patto con il diavolo, lo ripudiano. Capiremo che è un immortale (è uno dei due uomini che abbiamo visto al Madison Square Garden) e che altri immortali come lui si stanno sfidando. Solo un immortale può uccidere un altro immortale. Ne resterà soltanto uno. E avrà la "ricompensa".
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Una Scozia tra la storia e il fantasy
Uno degli ingredienti che ha reso Highlander un cult movie è la Scozia del Cinquecento. È un mondo immediatamente iconico, e naturalmente cinematografico. E, in quel momento, al cinema era stato ancora poco sfruttato. Braveheart - cuore impavido sarebbe arrivato parecchi anni dopo. E, in ogni caso, era un altro tipo di film. Highlander ha saputo prendere un mondo e un'epoca dove la storia confina facilmente con la leggenda, e quindi con il fantasy. E ne ha fatto il cuore di un film che sta tra il fantasy, l'action e l'avventura. È un mondo che ha quella brutalità che dà al film un tocco particolare, che lo rende unico. La Scozia è stata proprio la scintilla che ha fatto deflagrare tutto il progetto. L'idea del film venne in mente allo sceneggiatore Gregory Widen mentre era in vacanza in Scozia: in un museo di Edimburgo vide un'antica armatura. E così si chiese che cosa sarebbe accaduto se il guerriero che la indossava fosse stato ancora vivo. Così prese vita la storia. Si chiamava Shadow Clan, cioè "il clan dell'ombra", ed era molto più violenta. Una volta riscritta, il progetto finalmente fu in grado di partire. Molte delle sequenze sono girate proprio in Scozia, in location mozzafiato. Una delle più famose è il castello di Eilean Donan, sulle rive del Loch Duich, il luogo in cui il clan MacLeod parte per andare in battaglia.
Christopher Lambert, a frenchman in New York
A frenchman in New York, un francese a New York: è come dire una sorta di alieno. Sarà per questo che Christopher Lambert è sembrato adatto per la parte di un uomo che vive negli anni Ottanta, ma arriva da un altro tempo e da un altro luogo. Il volto fiero, scolpito nella pietra, ma allo stesso tempo, a suo modo, dolce. Quello sguardo, il leggero strabismo, che rende il personaggio intenso, magnetico, ma anche capace di trasmettere una stanchezza, la fatica di vivere di chi è sulla Terra da centinaia di anni. Con i capelli lunghi e le trecce, nella storia del Cinquecento. O con i capelli corti e spettinati, e l'aria stropicciata, con il trench tipico di quegli anni ma che riporta anche ai noir anni Quaranta, negli anni Ottanta. Lambert è perfetto per la parte di Connor MacLeod. Eppure il protagonista di Highlander non doveva essere lui: il ruolo era stato proposto a Mickey Rourke, e poi a Kurt Russell, che rifiutò su consiglio della moglie Goldie Hawn (e girò Grosso guaio a Chinatown). Il regista, Russell Mulcahy, rimase di stucco venendo a sapere, una volta che Lambert ebbe firmato il contatto, che non sapeva una parola di inglese (l'unico film in inglese girato era Greystoke - La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie, ma c'erano poche parole nel copione...). Grazie a un coach imparò comunque in fretta.
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Sean Connery, immortale in ogni senso
Ma la grande presenza del cast è uno Sean Connery in stato di grazia, una presenza breve ma decisiva per la riuscita del film, in grado - nelle scene in cui sono insieme - di oscurare anche il protagonista. Connery entra in scena delle scene ambientate in Scozia nel Cinquecento, nei panni - scelta fantasiosa come tutto il film - del maestro d'armi spagnolo Juan Sánchez Villa-Lobos Ramírez che sembra sapere tutto di lui. È lui a rivelare a Connor MacLeod che è immortale, come lui, e a dirgli che Kurgan, il guerriero che sembrava averlo ucciso in battaglia, è un altro di loro. Istrionico ed empatico, Sean Connery è una delle anime del film, e le sequenze in cui è in scena sono le migliori del film. L'attore scozzese girò tutte le sue scene in una settimana. Scommesse addirittura con il regista che non sarebbe riuscito a fare tutto in sette giorni: ma Mulcahy vinse la scommessa. E, in poco tempo, riuscì a dare vita a un personaggio indimenticabile. Il rapporto con Christopher Lambert sul set diventò così forte che i due, anche fuori dal set, si chiamavano con i nomi dei loro personaggi. Sean Connery, da poco scomparso, immortale lo è diventato davvero. Grazie al cinema.
Russell Mulcahy, il videoclip diventa cinema
Lo abbiamo nominato più volte, Russell Mulcahy. E il regista australiano è stato davvero decisivo per dare al film quel mood che lo rende unico. Mulcahy arrivava dal mondo dei videoclip. Aveva girato una serie di video che avevano fatto la storia: da Video Killed The Radio Star dei Buggles, il primo video ad essere trasmesso da Mtv, a Bette Davis Eyes di Kim Carnes, a Total Eclipse Of The Heart di Bonnie Tyler. Ma, soprattutto, tutti i primi storici video dei Duran Duran: Girls On Film, Planet Earth, Rio, Hungry Like The Wolf, Save A Prayer, Rio, e il famosissimo The Wild Boys. Se, da un lato, il cinema degli anni Ottanta è stato influenzato dalla pubblicità, vedi Ridley Scott, dall'altro è stato anche influenzato dai videoclip. In Highlander il linguaggio dei video musicali irrompe in quello del cinema, ma non rimane fine a se stesso: riesce a diventare cinema. Un certo uso delle luci, degli effetti, il montaggio, arrivano da lì, e in quella storia sospesa nel tempo e nello spazio che è Highlander ci stanno benissimo. Molte delle scene sono girate come dei videoclip: come la scena in cui Brenda (l'antiquaria a cui è legato Connor a New York) viene assalita nel suo appartamento da Kurgan, o come le scene in macchina in giro per New York. E, ancora, la scena del duello finale tra MacLeod e Kurgan (inizialmente doveva avere luogo sulla Statua della Libertà, poi si decise di girarlo in interni, ai Silvercup Studios, una fabbrica dismessa di un'azienda che produceva pane).
I Queen: il cinema diventa hard rock
Se quelle immagini sono così potenti, se funzionano così bene montate al ritmo della musica, è anche merito della colonna sonora dei Queen. La vena hard rock della band, dopo alcuni lavori più pop ed elettronici degli anni Ottanta, torna fuori proprio per le musiche del film di Highlander. Le bordate delle spade dei "duellanti" sono sostenute dalle bordate rock della chitarra di Brian May. La musica dei Queen dona ulteriore potenza a un film che ha una forma visiva forte, decisa. I Queen, inizialmente, dovevano realizzare un'unica canzone per il film (come accade spesso con le canzoni al cinema). Ma, guardando la pellicola, Freddie Mercury e i suoi si sono lasciati conquistare dalla sua atmosfera. E si sono sentiti ispirati a scrivere altra musica. Ognuno di loro aveva delle scene preferite e ha scelto di dedicarci una canzone. Brian May ha scritto Who Wants To Live Forever su un taxi, tornando a casa dopo aver visto il film: l'ispirazione è chiaramente la commovente storia dell'amore tra Connor e Heather, e il suo non invecchiare mai, al contrario di lei. Roger Taylor invece scrisse A Kind Of Magic, la canzone che scorre sui titoli di coda, ispirandosi a una battuta del film ("è una specie di magia", che Connor dice alla sua assistente, che da bambina cresce, mentre lui non invecchia mai). La versione che appare in Highlander è diversa da quella che apre e dà il titolo all'album dei Queen che contiene le canzoni del film. Oltre alle due di cui sopra ci sono il rock duro di Princes Of The Universe, Gimme The Prize e Don't Lose Your Head, e la ballata con profumi di soul One Year Of Love, perfetta per creare l'atmosfera di un appuntamento tra Connor e Brenda. Hammer To Fall è presa invece da The Works, l'album precedente dei Queen. Nel film poi c'è una versione particolarissima di New York, New York cantata da Freddie Mercury, che non è mai apparsa in nessun disco dei Queen. La versione presente in un boxset di Mercury è completamente diversa.
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Non avrai altra musica all'infuori dei Queen
Non tutti sanno che i Queen non erano la sola band a cui si era pensato per le canzoni: in lizza c'erano David Bowie, Sting (anche come attore protagonista), i Duran Duran e i Marillion, con Fish, il cantante, che avrebbe dovuto comparire anche in alcune scene del film, e per questo si fece crescere la barba. Ma gli impegni del tour della band impedirono a lui e agli altri di partecipare. Oggi ci sembra impossibile immaginare le sequenze di Highlander senza la musica dei Queen, con la quale ormai sono un tutt'uno e hanno fatto sì che Highlander diventasse, più che un gioiello pop, un gioiello hard rock. E che hanno contribuito a far diventare il film un cult.