A inizio maggio è uscito al cinema l'ultimo capitolo della saga dei Guardiani della Galassia (qui la nostra recensione), uno dei film più attesi della nuova fase del Marvel Cinematic Universe. Un film che ha riportato emozione agli spettatori, un po' troppo delusi dagli ultimi film targati MCU, praticamente costernati da molti bassi e pochi alti. Questo capitolo sta dividendo la critica ed è proprio per questo che è giusto introdurre la pellicola prima di addentrarci all'interno del cuore pulsante del film di James Gunn. Probabilmente i livelli del primo Volume sono un po' lontani, ma è un film che vince facile grazie alle emozioni innumerevoli che si percepiscono all'interno del viaggio di Quill & Company, è un film che ha dimostrato coerenza soprattutto per quanto riguarda l'evoluzione dei suoi personaggi e una pellicola che trasuda cinema in varie parti della storia.
Tutti hanno bisogno di un proprio spazio per poter salutare al meglio la compagine e tutti riescono a ricavarlo al meglio, realizzando tra l'altro la miglior battaglia di sempre dai tempi di Endgame, anzi se togliamo l'hype emotivo di quel momento quella all'interno di Guardiani della Galassia Vol. 3 è anche superiore (tecnicamente parlando). Stiamo di fronte quindi ad un capolavoro? No, i capolavori del cinema sono ben altri, tuttavia è un film che riesce ad intrattenere al meglio, ad emozionare, a far riflettere e far sorridere, quindi non si poteva chiedere di meglio da un cinecomic arrivato al suo punto d'addio. Questo è ciò che ha donato la pellicola di James Gunn, ma al di là dei meriti tecnici e registici, non ci si può non soffermare su uno dei temi fondanti di questo Volume 3: la vivisezione.
Rocket Racoon il nuovo simbolo di lotta contro la vivisezione
Nonostante James Gunn non abbia voluto prendere posizione sulla vicenda, la sua estrema profondità nell'affrontare la tematica all'interno del film è sotto gli occhi di tutti. E' indubbio che la vivisezione degli animali, e nel caso specifico del protagonista Rocket Racoon, giocano un ruolo centrale nella pellicola, visto che viene considerata dal villain di turno (l'Alto Evoluzionario) come l'unica scienza che possa permettere lo sviluppo della conoscenza. Tutti gli spettatori conoscono la risposta (anche se ci sono al mondo ancora moltissimi soggetti che la pensano al contrario). Quindi ben vengano pellicole blockbuster, dall'ampio spettro come quelle dell'MCU, che possano far riflettere su temi importanti come quelli della sperimentazione animale o la vivisezione. Tuttavia è giusto ricordare che questa tematica non è la prima volta che la si trova su una pellicola, ricordiamo L'alba del pianeta delle scimmie, La mosca, La forma dell'acqua, L'isola del Dottor Moreau, ma probabilmente il Volume 3 dei Guardiani della Galassia è il primo film a sviscerare più apertamente questo argomento, realizzando un prodotto pensato per essere consumato non solo da un pubblico di nicchia (horror, fantascienza, cinema autoriale) ma da un collettivo vastissimo e generalista come i fan dei cinecomic. Non è un caso che dopo l'uscita dell'ultimo capitolo dei Guardiani perfino la PETA, celebre organizzazione no-profit a sostegno dei diritti animali, ha voluto dire la sua su questo film premiando lo stesso James Gunn per le tematiche. In un comunicato la PETA, attraverso vicepresidente senior Lisa Lange, ha dichiarato:
Guardiani della Galassia Volume 3 ricorda agli spettatori che tutti gli animali meritano una vita di libertà a cielo aperto piuttosto che la reclusione in gabbie di laboratorio. Con Rocket, James Gunn ha dato un volto, un nome e una personalità ai milioni di animali vulnerabili che vengono fatti circolare nei laboratori mentre parliamo. Vogliamo celebrare questo film come il migliore dell'anno per i diritti degli animali, perché aiuta il pubblico a vedere gli animali come individui e suggerisce che solo perché possiamo sperimentare su di loro non significa che dovremmo farlo.
Guardiani della Galassia Vol. 3 è un film che difende gli Ultimi (animali compresi)
Nella storia dell'uomo sono state commesse atrocità soprattutto sotto il nome della vivisezione, che è una pratica ben diversa dalla sperimentazione animale. La vivisezione è un metodo di studio e ricerca consistente in operazioni di dissezione effettuate su animali vivi (vi ricorda nulla?). Il termine si riferisce agli esperimenti compiuti nei secoli passati, e in particolare alle metodologie di studio diffuse nei secoli XVII-XIX, consistenti in operazioni di dissezione praticate su animali (mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci) vivi e coscienti. Tuttavia è giusto rievocare come i termini vivisezione e sperimentazione animale siano stati a volte confusi in un unico grande tema, difatti nonostante la vicinanza di alcune situazioni non hanno assolutamente lo stesso significato. Con la vivisezione si intendono tutte le pratiche chirurgiche, sperimentali e non, che si effettuano su animali vivi, atte a causare quasi sempre solo sofferenza. Con la sperimentazione animale invece possiamo riferirci a tutte quelle tecniche utilizzate ai fini della sperimentazione e della ricerca che coinvolgono sia animali anestetizzati (totalmente o localmente) relativamente all'ambito della chirurgia, sia animali utilizzati nella ricerca di base relativamente alla genetica, alla biologia dello sviluppo, agli studi comportamentali e alla ricerca biomedica o per i test farmacologici e tossicologici.
L'Italia in questo caso sta lavorando moltissimo sulle leggi da applicare (anche grazie alla LAV) per quanto riguarda la sperimentazione animale, un passo in avanti fu fatto il 29 marzo del 2014 quando la Camera dei Deputati approvò l'articolo 13 della legge di delegazione europea che "restringeva" la sperimentazione animale e incentivava il ricorso ai metodi sostituivi di ricerca anche se il Governo, chiamato a legiferare su questo tema, cambiò diverse carte in tavola calpestando numerosi punti di tale articolo. Fortunatamente per quanto riguarda la vivisezione l'Europa (e la stessa Italia) sono riusciti a creare delle leggi molto severe che la vietano in modo più assoluto, si tratta del decreto 116 del 1992, una legge che vieta esperimenti senza anestesia e su gatti, cani e primati non umani. Ma, tornando al film, è giusto sottolineare la diversificazione tra vivisezione e sperimentazione animale proprio per amplificare ancor di più il messaggio che ha voluto mettere in scena James Gunn con i suoi weirdo e freak (gli amici di Rocket Racoon).
L'Alto Evoluzionario: scenziato senza nessuno scrupolo a differenza del Dottor Moreau
Da sempre l'immagine dello scienziato pazzo e crudele riceve attenzione dai vari registi perché si possono inscenare situazioni molto interessanti, in quanto c'è la possibilità di raccontare la classica, ma mai banale, redenzione del malvagio, cosa che però non accade in questa pellicola. Sì perché a differenza del Dottor Moreau (e di altri cattivi che sono stati presentati nei racconti di genere), l'Alto Evoluzionario raffigura quel genere di scienziati che non bada affatto alle sofferenze delle cavie pur di raggiungere il proprio obiettivo, ci ricorda addirittura qualche personaggio storico vissuto realmente e non è un caso che gli animali hanno delle sigle numerate (con la parte finale del film dove scoviamo bambini rinchiusi in gabbie proprio come gli ebrei). Il rapporto fra Rocket Racoon e l'Alto Evoluzionario, nella prima fase della vita del procione, ci vuole far riflettere sulla vivisezione e su come alcuni animali percepiscono le azioni causate dai loro "padroni". In quel momento nonostante tutto Rocker segue il suo padrone, seppur percependo la "cattiva sorte" che l'aspetterà. Lo stesso Gunn, nel suo intento intrattenitore e ludico, riesce a portare sul grande schermo una violenza che nel passato ha macchiato l'uomo di atrocità e che purtroppo in alcuni luoghi del nostro Pianeta è ancora presente(seppur contravvenendo alle leggi Internazionali), facendo riflettere lo spettatore, in un modo diretto e senza filtri, anche su cosa possa essere considerato "ricerca etica", soprattutto quando l'intera esistenza di un organismo viene sacrificata pur di ottenere un risultato scientifico.
Guardiani della Galassia Vol. 3, le opinioni della redazione
Un esempio su tutti è come viene gestito il gruppo di amici di Rocket, fatti uccidere soltanto perché non più idonei al progetto, probabilmente sono la dimostrazione più concreta di uno dei dubbi etici più fondanti dell'animo umano: è giusto limitare il progresso scientifico, quando è possibile raggiungere il potere di un Dio realizzando la stirpe perfetta? Il Dottor Moreau scritto magistralmente da H.G. Wells nell'Ottocento, risponde negativamente a questa domanda, cosa che l'Alto Evoluzionario sembra non prendere in considerazione, andando sempre avanti per la sua idea di progettazione della "stirpe perfetta". Lo stesso Dottor Moreau rimane poi legato alle sue creature cosa che qua non succede con l'Alto Evoluzionario, anzi James Gunn in un crescendo alto di "odio" incontrastato per un personaggio, riesce a ribaltare totalmente il focus con un colpo di coda nell'epica conclusione.
Sì, perché Rocket Racoon di fronte al suo carnefice, invece di cercare la vendetta, decide di lasciarlo vivere nella sua sconfitta totale, con l'intero laboratorio (tra animali e bambini) liberato in una scena biblica con l'esodo di tutti verso la libertà. Sappiamo che James Gunn su questo tema non ha voluto più di tanto prendere posizione, trovandosi anche un po' in imbarazzo dopo le parole al miele della PETA, tuttavia non servono dichiarazioni ufficiali per far conoscere i propri pensieri se hai un mezzo come il cinema a parlare per te, è sotto gli occhi di tutti la sua estrema profondità e sensibilità nell'affrontare questa tematica. Per il regista come abbiamo scritto precedentemente la vivisezione gioca un ruolo cardine nel film, per l'Alto Evoluzionario è l'unico modo per permettere lo sviluppo della conoscenza e un miglioramento delle capacità fisiche ed intellettuali, condizione necessaria per lo sviluppo di una specie davvero superiore, ma a quale prezzo?