È arrivato il momento di salutare i nostri amati Guardiani. A nove anni di distanza dall'uscita del primo e storico capitolo della saga scritta e diretta da James Gunn, esce adesso al cinema il terzo e ultimo film del franchise dedicato a quel bunch of a-holes che tanto ci ha fatto divertire ed emozionare in un decennio di Marvel Cinematic Universe. Un evento che segna la fine di una delle famiglie mainstream più disadattate e affascinanti di sempre, almeno per come abbiamo imparato a conoscerla finora.
Un divertente aneddoto raccontato da Kevin Feige durante l'incontro stampa a cui abbiamo partecipato (e che vi riporteremo in chiusura) sintetizza percorso ed emozioni di questo lungo e inteso viaggio dove colleghi sono diventati amici e dove l'artefice di tutto ha fatto propri questi personaggi tanto strambi quanto irresistibili, rendendoli davvero indimenticabili. Di loro, della loro evoluzione e della conclusione di un percorso così prezioso e irripetibile con il bellissimo Guardiani della Galassia Vol. 3 (qui potete leggere la nostra recensione) ne abbiamo parlato con i diretti interessati, da Gunn a Feige passando per Chris Pratt, Pom Klementieff e Karen Gillan, comprese le new and last entry Will Poulter, interprete di Adam Warlock, e Chukwudi Iwuji, che presta invece il volto all'Alto Evoluzionario.
Un gruppo rivoluzionario
Quando venne presentato nel 2012 al Comic-Con di San Diego, il commento più diffuso tra i già tanti appassionanti del MCU rispetto all'annuncio dei Guardiani della Galassia fu: "Chi?!". In quattro anni di produzioni, fino a quel momento lo studio aveva gettato le fondamenta dell'universo condiviso partendo dalle basi, dagli Avengers. E il vero game changer fu proprio il film di James Gunn, che introdusse eroi meno conosciuti sfilandosi dal cinecomic tout court per imbastire una spettacolare e avvincente opera space fantasy di firma autoriale: "E già allora pensavo stessimo facendo qualcosa di diverso", commenta il regista in conferenza. "Non mentirò", continua Gunn: "Non mi aspettavo tutto questo riverbero culturale ma in fondo ci speravo, lo desideravo, soprattutto perché già a monte percepivo ci fosse qualcosa di buono, di vero e di unico in tutto questo. Che il mondo avesse bisogno di uno space fantasy differente da qualsiasi altra cosa vista in precedenza. Quindi sono rimasto genuinamente sorpreso quando le mie più grandi speranze sono diventata realtà".
Guardiani della Galassia Vol. 3, tutto quello che sappiamo sul film Marvel in arrivo al cinema
Gli fa eco Kevin Feige: "Mi sono domandato molte volte perché Guardiani della Galassia apparisse così diverso e importante, e alla fine ho capito: è perché il film è stato il primo cinecomic MCU fuori dal reame, senza gli Avengers, distante dalla Terra, senza pensare ai prossimi Iron Man o Captain America. Era il nostro modo di dire che non volevamo fare solo film di supereroi in senso stretto. E la cosa ha funzionato interamente grazie a James". Autore che si dice cambiato, in questi anni: "Sono cresciuto con i Guardiani e l'esperienza mi ha cambiato in molti modi diversi. Basterebbe solo tutto ciò che ho imparato da Kevin e Lou. E devo anche ammettere di essere stato molto bravo a non assumere degli stron*i, perché con tutte queste persone siamo diventati amici fuori dal set e sono tutti positivi, compassionevoli, amorevoli e gentili. Sono cresciuto incredibilmente grazie a loro e ha reso l'esperienza di creare film ancora più piacevole".
Guardiani della Galassia Vol. 3 è però un addio alla saga, e anche se gli attori resteranno suoi amici, per i personaggi il discorso è più triste: "Mi mancheranno davvero molto", spiega Gunn: "Questa è la parte più dolorosa, per me, perché li amo profondamente. Specialmente Rocket, con cui ho empatizzato molto nel corso degli anni. E anche se rivedrò tutti i miei amici, purtroppo non rivedrò questi personaggi. Non li scriverò né dirigerò più, almeno nel prossimo e vicino futuro". Aggiunge Feige: "L'obiettivo è sempre stato quello di rendere giustizia a questi personaggi e all'audience che già li amava, ma anche a chi non li aveva mai visti né letti; che per i Guardiani, all'inizio, si trattava della maggior parte del pubblico. Molti sostengono che siamo riusciti a fare qualcosa di diverso proprio per questo motivo, per un certo anonimato di cui godevano i personaggi, ma la verità è che James si è sempre rifatto e ispirato alle storie a fumetti per costruire i suoi personaggi e le sue storyline, quindi era davvero questione di rendere giustizia a tutto e a tutti".
Un corpo che cambia
Interessante come i protagonisti del film parlino della loro evoluzione all'interno del franchise in un capitolo che di crescita e maturità fa le sue due più grandi chiavi di lettura. Dice ad esempio Chris Pratt sul suo Star-Lord: "Peter si sente perso. Deve imparare a nuotare e smettere di saltare da una ninfea all'altra, da una donna all'altra, da una relazione all'altra. La sua è molto umana come condizione. Inizialmente fuggiva dalla morte della madre vestendo i panni di questo personaggio basato sulle icone della sua infanzia, poi si è unito ai Guardiani scoprendo un senso diverso al concetto di famiglia e poi ha cercato di scoprire di più su se stesso cercando di capire chi fosse il padre. È sempre stato alla ricerca di qualcosa e alla fine l'aveva trovata in Gamora, e quando questa le viene strappata via realizza semplicemente che nessuno di quei Peter era realmente il suo vero Io. Per cui si sente perso". Interviene anche Karen Gillan per parlare della sua Nebula: "Dopo Thanos, ha cominciato ad aprirsi di più, ad alleggerirsi, abbracciando il suo lato più emotivo e vulnerabile. Nebula mi ha aiutata a comprendere e rispettare tutte quelle sorelle o fratelli che non sono mai stati 'i preferiti', un capro espiatorio. Essendo cresciuta da figlia unica non capivo minimamente quelle dinamiche, ma ora comprendo come ci si debba sentire e quanto possa far male".
La Mantis di Pom Klementieff è invece diventata il collante del gruppo: "Il suo vero superpotere è l'empatia", sostiene Gunn: "Le emozioni sono davvero importanti per lei, quasi un contraltare a questo machismo di fondo che obbliga tutti gli eroi all'uso della forza fisica. Mantis è quasi più potente con il solo uso dei suoi poteri empatici. Ricordiamoci che in fondo ha fermato Thanos e quasi contribuito a sconfiggerlo". Anche Dave Bautista è cresciuto e cambiato dal primo capitolo della saga, oggi completamente dedito al lavoro di attore e tra i volti più richiesti del momento anche in ambito autoriale. In merito Feige lo ha definito "uno dei migliori attori con cui abbiamo mai lavorato, cresciuto in modo impressionante". Ma in Guardiani della Galassia Vol. 3 ci sono anche nuovi e magnifici interpreti come Chukwudi Iwuji, che ha ottenuto il ruolo dell'Alto Evoluzionario durante le riprese della opening credits di Peacemaker, dopo uno screen test definito da Gunn e da Feige "assolutamente sensazionale". Dice Iwuji: "Sapevo che motivazioni e scrittura di James fossero impeccabili, che era già tutto su carta. Allora ho pensato di renderlo mio, di entrare in una dimensione che rispettasse quella precisione ma che fosse mia, che guardasse il personaggio anche dall'alto e fuori dai momenti in cui veniva ripreso. Ho pensato all'Enrico IV, al passaggio che dice 'inquieto giace il capo che porta la corona'. E tutto questo mi ha permesso di comprenderlo nella sua interezza, di farlo mio".
Guardiani della Galassia Vol. 3, il nostro commento al nuovo trailer: a un passo dalla fine
Per Will Poulter, invece, l'occasione di vestire i panni di Adam Warlock ha rappresentato una sorta di rivalsa familiare, il modo di diventare anche lui un supereroe. Ha infatti rivelato: "Sapete, in famiglia sono tutti medici o infermieri, dei supereroi nella vita di tutti i giorni. Mi sono sempre sentito una delusione, in questo senso, nonostante poi tutti siano stati di supporto nella mia vita, ma quando ho ottenuto la parte sono esploso di felicità e loro con me. Mio padre e mia madre non avevano visto i due film precedenti, ma li hanno recuperati per comprendere meglio il perché del mio entusiasmo. Ora sono più informati e molto più felici per me". Una famiglia che prima di salutarci ha dunque voluto allargarsi e dare il benvenuto a nuovi membri, nonostante la tristezza della fine che ha colpito in tutta la sua forza qualcuno del cast anche fuori dal set. Ricordate l'aneddoto di Feige? Riguarda Pom Klementieff: "In aereo, Chris Pratt è salito e si è tenuto la valigia tra le braccia. Vicino a lei c'era Pom con una borsa molto bella, elegante e costosa per cui era stata riempita di complimenti per tutto il weekend. Un vuoto d'aria, e la valigia di Chris cade su quella di Pom, schiacciandola e facendola un po' arrabbiare con Chris. Dopo un po', però, scoppia in lacrime e piange a dirotto, dicendo di sentirsi triste. Pensiamo tutti che c'entri la borsa, ma poi aggiunge che 'sente che qualcosa di bello sta giungendo alla sua conclusione' e ci fa commuovere a tutti". Ecco cosa significa creare qualcosa di speciale.