C'era un walkman, un paio di cuffiette, e una vecchia musicassetta al centro del primo film dei Guardiani della Galassia. Era l'Awesome Mix: Volume 1, la compilation che la mamma del piccolo Peter Quill, alias Star-Lord, aveva regalato lui prima di morire. Qualcosa che per lui era preziosissimo. Erano canzoni pop e rock degli anni Settanta, gli anni in cui la madre di Peter era giovane. Tra queste ci sono Moonage Daydream di David Bowie, Cherry Bomb delle Runaways di Joan Jett e I Want You Back dei Jackson Five. Nel secondo film la musica continua su quella linea, ma alla fine il walkman e la cassetta vanno distrutti e a prendere il loro posto c'è un lettore mp3, comunque ancora piuttosto vintage, con molte canzoni.
Così la colonna sonora di Guardiani della Galassia Vol. 3, ora nelle sale italiane, è ancora più ricca. Ed è davvero qualcosa che rende unica una space opera che già di per sé è diversa da tutte le altre. La colonna sonora è disponibile sulle piattaforme digitali e anche in formato fisico. La trovate con il titolo Guardians of the Galaxy Vol. 3: Awesome Mix Vol. 3 Original Motion Picture Soundtrack, ed è una raccolta di 17 canzoni disponibile in versione CD standard, versione vinile doppio LP Nero Standard e doppio LP Limited Edition Grape Purple/Cobalt Blue in esclusiva sullo shop Universal, e in formato Digital Download. Anche l'album digitale Guardians of the Galaxy Vol. 3 Original Score con le musiche del compositore John Murphy è disponibile.
1. Creep (Radiohead)
È Creep, il primo successo dei Radiohead, in una intensa e struggente versione acustica, ad aprire Guardiani della Galassia Vol. 3 e a dettare subito il mood, il tema e il senso del film. È una canzone che, a livello emotivo, ha l'impatto che aveva la cover di Smells Like Teen Spirit dei Nirvana che apriva un altro film Marvel, Black Widow. Mentre siamo trasportati dalla voce di Thom Yorke, la macchina da presa di James Gunn vola sopra Knowhere, il quartier generale dei Guardiani, accarezzando le vite di tutti loro, per poi posarsi su Rocket, il procione che abbiamo imparato ad amare sin dal primo film, Guardiani della Galassia. È lui che, tra sé e sé, sta cantando quella canzone, sta pensando a quelle parole che sembrano essere state scritte per lui. "I'm a creep, I'm a weirdo, What the hell am I doing here? I don't belong here". "Sono uno sfigato, Sono un mostro. Che diavolo ci faccio qui? Questo posto non fa per me". Ce lo aveva raccontato nei precedenti capitoli: Rocket è il frutto di esperimenti genetici senza scrupoli: ma qui vediamo la sua backstory, ed è qualcosa di davvero commovente. Creep è il primo singolo dei Radiohead, ed è tatto dal loro primo album Pablo Honey (1993). All'epoca del primo lancio, nel settembre del 1992, la BBC giudicò la canzone troppo deprimente e sospese la messa in onda dopo solo due trasmissioni. Ma, nonostante questo, la canzone è diventata un grande successo. Non subito: i Radiohead lanciarono altri due singoli, e poi la ripubblicarono nel settembre del 1993. Prima dell'Inghilterra, la canzone ebbe successo in Israele e negli States, grazie a una radio di San Francisco. Quella canzone aveva la capacità di cogliere quello spirito apatico e disilluso degli anni Novanta, che troviamo anche in Beck e nei Nirvana. La canzone è famosa per quegli accordi di chitarra "a vuoto" che precedono il ritornello. Fu Johnny Greenwood che, stanco per l'andamento lento della canzone, provò a inserire quegli accordi per sabotarla. Ma non fece altro che renderla indimenticabile.
2.Since You Been Gone (Rainbow)
Since You Been Gone dei Rainbow, una canzone che ci riporta in qualche modo alla musica degli anni Settanta dei precedenti film, arriva sempre nelle battute iniziali del film (ed è anche il pezzo che sentiamo nel trailer). La canzone è potente, enfatica, emotiva, e sostiene un momento importante. Avete presente quando si dice che, prima di morire, ci passa tutta la vita davanti, in un attimo? Ecco, è quello che fa James Gunn in questa sequenza: il nostro amato Rocket è in fin di vita e la sua vita gli passa tutta davanti, e così a noi. E i Guardiani partono per una missione disperata per un codice che può salvarlo, in nome dell'amicizia e di quella famiglia che sono diventati. Come detto, siamo in pieni anni Settanta: la canzone, del 1976, è di Russ Ballard, ma nel 1979 i Rainbow (il supergruppo formato da Ritchie Blackmore, già nei Deep Purple) ne fanno una cover, che è inclusa nel loro album Down To Earth. Cantata da Graham Bonnet, fu un successo in Gran Bretagna, dove raggiunse il numero 6. "Since you been gone, since you been gone, I'm outta my head, can't take it. Could I be wrong, but since you been gone You cast a spell, so break it". "Da quando te ne sei andata sono fuori di testa, non posso sopportarlo. Potrei sbagliarmi, ma da quando te ne sei andata hai lanciato il tuo incantesimo perciò spezzalo". Parole tipiche di una canzone d'amore. Potrebbe parlare di quello che prova Peter per Gamora. Ma anche quello che sentono i guardiani per la possibile perdita del loro amico Rocket.
3. Reasons (Earth, Wind & Fire)
Quei momenti pop anni Settanta che caratterizzavano i primi due film dei Guardiani della Galassia ritornano con Reasons, la canzone degli Earth, Wind And Fire, uno dei gruppi simbolo del funk americano, che arriva nelle prime battute del film. Siamo nel momento in cui i Guardiani partono, con Groot che pilota l'astronave mentre i nostri eroi cercano di salvare Rocket. La canzone, del 1974, è tratta dal sesto album della band, That's the Way of the World (1975): è una ballad, ed è caratterizzata dalla voce in falsetto di Philip Bailey. È considerata una canzone d'amore e, come tale, viene spesso suonata ai matrimoni, una cosa che ha sempre stupito la band: è una canzone che invece parla di un'avventura di una notte, dopo la quale arriva la disillusione. Si parla infatti di "longing to love you, just for a night", cioè "desiderio di amarti, solo per una notte".
4. We Care a Lot (Faith No More)
È un momento chiave della storia. Delle pulsanti linee di basso di penetrano nelle viscere e nel cervello, la batteria le segue ed entrano le chitarre. È un suono che ci è familiare. Sono i Faith No More con We Care A Lot, uno dei loro primi successi. La canzone arriva nel momento del film in cui alcuni dei Guardiani sbarcano in astronave su un nuovo pianeta, di cui avevano (e avevamo) solo sentito parlare. È la Contro-Terra (o Controterra), il pianeta creato dall'Alto Evoluzionario, che lo ha popolato con tutti i suoi esperimenti. È un pianeta del tutto simile alla Terra, ma situato dalla parte opposta rispetto al sole. Arrivati su quel pianeta, nei nostri eroi, e anche in noi spettatori si fa avanti un certo senso di stupore. Sembra l'America degli anni Cinquanta, una di quelle periferie con i vialetti, le case bianche tutte uguali. Ma in quelle strade ci sono esseri che sono i famosi esperimenti genetici: sono degli ibridi umano-animali vestiti come degli esseri umani. La canzone dei Faith No More evoca lo stupore e lo straniamento. We Care A Lot è dà il titolo al primo album dei Faith No More, del 1985, quando alla voce c'era Chuck Mosley e non ancora Mike Patton. Si tratta di un album, e una band, che anticiparono di qualche anno la scena del crossover, che fondeva funk, rap e hard rock. We Care A Lot, la canzone, è una satira verso i dischi e i concerti di beneficienza, come i Live Aid, i Band Aid e We Are The World di USA For Africa. "We care a lot about starvation and the food that Live Aid bought. We care a lot about disease, baby Rock, Hudson, rock, yeah!". "Ci preoccupiamo molto della fame nel mondo e del cibo comprato dal Live Aid. Ci preoccupiamo molto della malattia, di baby Rock, Hudson, Rock, yeah!". Parole controcorrente, e una musica che, a sentirla, non si crede possa venire dal 1985.
5. No Sleep Till Brooklyn (Beastie Boys)
Anni fa, incontrando Jeffrey Katzenberg della Dreamworks, venuto a Roma per presentare Shrek Terzo, avevamo parlato di Immigrant Song, la canzone dei Led Zeppelin che aveva utilizzato nel film. "È la tipica assault song", ci aveva detto. La canzone d'assalto di Guardiani della Galassia Vol. 3 è No Sleep Till Brooklyn dei Beastie Boys, dal loro primo album, Licensed to Ill (1996). Peter Quill, lo sappiamo, si carica con la musica. E allora accende il suo lettore, ed è subito rock (e rap, in questo caso). Se nei film degli Avengers c'era il momento "Avengers... Assemble!", questo è, idealmente, il momento "Guardians... Assemble!", con i Guardiani che serrano le fila e sferrano l'attacco definitivo verso il nemico. No Sleep Till Brooklyn uscì nel 1987 come secondo singolo dall'album di debutto dei Beastie Boys, un disco che univa il rap, con le parole scandite e i suoi tipici beat, al rock e all'heavy metal. C'è chi lo definì rap'n'roll, o rap metal. Erano gli anni del crossover fatto da Run DMC e Aerosmith con Walk This Way, ma il genere avrebbe preso piede qualche anno dopo. Come i Faith No More anche i Beastie Boys sono stati dei precursori. Alla produzione del disco c'era Rick Rubin, che sarebbe diventato un mostro sacro. Il titolo della canzone è tratto dall'album live No Sleep 'til Hammersmith dei Motörhead. Alla chitarra, come nell'altro singolo (You Gotta) Fight for Your Right (to Party), c'è il chitarrista degli Slayer Kerry King.
6. Dog Days Are Over (Florence + The Machine)
Se Creep era stata la canzone che aveva dato il via alle danze, Dog Days Are Over di Florence + The Machine è quella che le chiude. Catartica, sfrenata, passionale. Il lettore mp3 di Peter Quill stavolta viene collegato all'impianto di diffusione audio di Knowhere e la musica esce dagli altoparlanti, contagiando tutta la base nel ballo e nei festeggiamenti. È musica diegetica, entra a far parte della scena, contagia tutti. Dog Days Are Over è tratta dal primo album della band, Lungs, del 2008, che contiene un altro dei loro inni più famosi, You've Got The Love. Dog Days Are Over è una canzone trascinante per la vocalità di Florence, e costruito con arpe, pianoforte e tamburi. Quella di Florence + The Machine è una musica che racchiude molti elementi: pop, soul, rock e blues. Dog Days Are Over è stata già inserita nella serie Skins e nell'horror Jennifer's Body. "The dog days are over, the dog days are done, the horses are coming, so you better run" recita il testo. "I giorni duri sono finiti, i giorni duri se ne sono andati, riesci a sentire i cavalli? Perché eccoli che arrivano". Sono queste le parole del ritornello della canzone, perfette per chiudere la storia dei Guardiani.
7. Badlands (Bruce Springsteen)
La musica dei Guardiani della Galassia Vol. 3 è così tanta, intensa, coinvolgente, e James Gunn padroneggia talmente l'incontro tra musica e immagine che si può permettere di giocarsi una perla come Badlands di Bruce Springsteen alla fine, dopo la prima scena post credits, sui titoli di corda, a schermo nero. Ma va benissimo così. Ancora emozionati dal finale, viviamo quella canzone come se fossimo a un bis di un concerto del Boss, ancora gasati dal finale, e in questo modo il grande concerto rock di Guardiani della Galassia Vol. 3 può continuare. Bandlands è una delle canzoni simbolo di Bruce Springsteen, quella che apre l'album Darkness On The Edge Of Town, del 1978, ed è anche il secondo singolo tratto dal disco, ma è diventata ben presto la canzone più famosa, quella che non manca mai in un concerto dal vivo, e spesso ha l'onore di aprire le danze. Quell'attacco di basso, batteria, chitarre e piano, che entrano tutti insieme, è ogni volta una sferzata. Il riff si basa su quello della versione degli Animals di Don't Let Me Be Misunderstood, ma si porta anche dentro quella rabbia dei singoli punk che Bruce stava ascoltando in quel momento. Badlands è la storia di un uomo sfortunato che ce l'ha con il mondo e che crede di meritare di più dalla vita. Uno dei tanti "loser" che pochi come il Boss sanno raccontare. "Badlands, you gotta live it everyday, let the broken hearts stand as the price you've gotta pay, we'll keep pushin' till it's understood and these badlands start treating us good". "Bassifondi, devi viverli ogni giorno, lasciate che ci siano i cuori spezzati come il prezzo che dovete pagare, continueremo a spingere finché ciò sarà capito e questi bassifondi incominceranno a trattarci meglio".
La tracklist completa
Ma ecco la tracklist completa di Guardians of the Galaxy Vol. 3: Awesome Mix Vol. 3 Original Motion Picture Soundtrack.
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Creep (Acoustic Version), Radiohead
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Crazy on You, Heart
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Since You Been Gone, Rainbow
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In the Meantime, Spacehog
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Reasons, Earth, Wind & Fire
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Do You Realize??, The Flaming Lips
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We Care a Lot, Faith No More
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Koinu no Carnival (from 'Minute Waltz'), Ehamic
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I'm Always Chasing Rainbows, Alice Cooper
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San Francisco, The Mowgli's
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Poor Girl, X
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This is the Day, The The
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No Sleep Till Brooklyn, Beastie Boys
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Dog Days Are Over, Florence + The Machine
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Badlands, Bruce Springsteen
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I will dare, The Replacements
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Come and get your love, Redbon